Elezioni francesi. L’intervento di Giacomo Marchetti
alla trasmissione Rai Parlamento Punto Europa.
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[Andrea Mencarelli – Rete dei Comunisti] Condividiamo il comunicato congiunto della Association Nationale des Communistes (ANC) e del Rassemblement Communiste (RC), organizzazioni comuniste francesi con le quali abbiamo da tempo costruito e consolidato un rapporto politico e di condivisione di analisi. Il secondo turno delle elezioni legislative, a seguito della dissoluzione dell’Assemblée Nationale da parte del presidente Macron dopo i risultati delle europee, ha restituito uno scenario politico in cui il Nuovo Fronte Popolare (NFP), prima formazione politica in termini di deputati, ha la possibilità di proporre un governo, seppure di minoranza, ma soprattutto un programma politico e sociale che permetta di invertire il massacro sociale dell’austerità liberista e la diffusione delle politiche razziste dell’estrema destra guidata da Marine Le Pen.
[in 25 aprile 1974. La rivoluzione dei garofani] 25 aprile: Colpo di Stato del Movimento Das Forças Armadas (MFA) il 25 aprile 1974. Occupazione di installazioni chiave, tra cui stazioni radiotelevisive, l’aeroporto di Lisbona e il quartier generale dell’esercito. La sede della PIDE/DGS (polizia segreta) viene circondata e poi conquistata. Migliaia di persone si riversano nelle strade a sostegno dei soldati. 26 aprile: Viene istituita la Junta da Salvação Nacional (JSN). Spínola annuncia in televisione il programma dell’MFA. Manifestazioni di piazza chiedono la liberazione dei prigionieri politici, i primi dei quali vengono rilasciati dal carcere di Caxias.
[in 25 aprile 1974. La rivoluzione dei garofani] Mettendo al centro il rapporto tra lo sviluppo del movimento di classe successivo alla Rivoluzione dei Garofani e le modificazioni del quadro politico governativo possiamo “ridisegnare” la periodizzazione della Rivoluzione Portoghese dal 25 aprile del 1974 alla fine del 1975. Tra l’aprile 1974 e il settembre 1975 la rivoluzione fu segnata, dopo il colpo di Stato inaugurale, da un periodo in cui le lotte sociali furono determinate sia nella metropoli che nelle colonie da manifestazioni e scioperi o dal rifiuto di agire. Le truppe nelle colonie erano demoralizzate dalla guerra e dall’opposizione del MFA a prolungare il conflitto.
[in 25 aprile 1974. La rivoluzione dei garofani] Pedro Rodriguez Peralta, un uomo basso e di carnagione scura, era un capitano delle forze armate cubane che fu catturato e ferito dall’esercito portoghese in Guinea-Bissau nel 1969. Fu portato a Lisbona e imprigionato. Nel maggio 1974, cinque anni dopo, la richiesta della sua liberazione fu la parola d’ordine di una delle grandi manifestazioni anticoloniali organizzate dall’estrema sinistra. Questa si svolse alle 17.00 della sera del 25 maggio, davanti ai cancelli dell’Ospedale Militare Principale. Secondo Phil Mailer “duemila giovani dimostranti si sono seduti sui gradini della chiesa di fronte e hanno portato avanti una veglia di 20 ore, bloccando il traffico e cantando canzoni anticoloniali”.
[in 25 aprile 1974. La rivoluzione dei garofani] L’Azione Rivoluzionaria Armata (ARA) era il braccio militare del Partito Comunista Portoghese (PCP). Si trattava di un’organizzazione “semi-autonoma” attiva dal 1970 al 1973 sotto la dittatura dell’Estado Novo, allora guidato da Marcelo Caetano. La prima riunione del Comitato centrale del Pcp sull’uso della violenza come azione di autodifesa si svolse nel dicembre 1962 e marcò la posizione del Partito su questo tema, cercando di metterla in relazione con le azioni di massa. La violenza non era esclusa e poteva essere utilizzata nel paradigma della “insurrezione nazionale”, purché fosse diretta dal Partito e in un contesto di radicalizzazione e intensificazione della lotta di massa
[Rete dei Comunisti – in 25 aprile 1974. La rivoluzione dei garofani] Nei mesi che precedettero la Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974, mentre gli ufficiali portoghesi stavano organizzando il colpo di stato contro il regime, gli Stati Uniti negoziavano il rinnovamento della concessione delle loro installazioni militari alla base aerea di Lajes nell’arcipelago delle Azzorre, collocate nell’Oceano Atlantico. Durante la guerra del Kippur nell’ottobre del 1973, era emersa l’importanza di tale concessione strategica per il trasporto di armi da Washington al Medio-Oriente. Tra gli alleati di Washington, solo 3 Stati – Portogallo, Olanda e Germania Federale – si erano affiancati a quest’operazione statunitense, mentre gli altri avevano vietato il sorvolo del loro territorio o, semplicemente, il rifornimento a terra dei velivoli.
In occasione dei 50 anni della Rivoluzione dei Garofani, come Rete dei Comunisti, abbiamo deciso di pubblicare un e-book gratuito stampabile diviso in 4 parti che cerca di mettere in luce aspetti poco indagati in Italia, senza alcuna pretesa di essere esaustivi sul complesso processo dell’ultimo tentativo di rivoluzione in Occidente. La prima – “L’ARA e la lotta armata contro il regime portoghese (1970-1974)” – è una ricostruzione storica del dibattito nel Partito Comunista Portoghese – la maggiore formazione attiva in clandestinità contro il regime – sul ruolo della violenza nella lotta contro il regime e la storia del suo braccio armato incaricato delle “azioni speciali” – l’Azione Rivoluzionaria Armata – attivo dal 1970 al 1974 i cui militanti sono stati addestrati prima a Cuba e poi in Unione Sovietica.
Nel quadro dell’annuale Fête de l’Association National des Communistes si è svolto il dibattito “Di fronte alla militarizzazione dell’economia globale, come lottare per la pace e il progresso sociale?” con gli interventi di Charles Hoareau (ANC de France), Saïd Bouamama (Rassemblement Communiste), Marie-Josée Ngomo e Mariam Bah (Dynamique Unitaire Panafricaine). Un dibattito ricco, interessante e proficuo sul ruolo dei comunisti nella nuova fase della competizione internazionale e di crisi dell’egemonia dell’imperialismo occidentale. Di seguito l’intervento di Giacomo Marchetti (Rete dei Comunisti).
Dalla straordinaria mobilitazione francese a quella in Gran Bretagna, dove dopo decenni si stanno svolgendo importanti scioperi in diversi settori, passando per il Portogallo, la Germania e la Grecia, stiamo assistendo a una ripresa della conflittualità sociale in diversi e importanti paesi europei. Privatizzazioni, bassi salari e pesantissime riforme dettate dall’Unione Europea e dalle necessità della competizione internazionale stanno determinando una situazione drammatica, che non lascia altra strada alle lavoratrici e ai lavoratori se non la lotta e la mobilitazione.