Intervista a Gennadij Janaev in Contropiano Anno 1 n° 1 – 26 maggio 1993
Gennadij Janaev è uno dei dirigenti che diede vita al “Comitato Statale per l’emergenza” nell’agosto 1991. A seguito degli avvenimenti venne arrestato insieme ad altri della leadership dell’ex URSS.
Come si è arrivati alla situazione dell’agosto 1991, a quello che è stato chiamato “colpo di stato”, e che vi è costata un lungo periodo di prigione?
Io non uso questa parola. Comunque, se dobbiamo usare la parola “golpe”, allora limitiamoci a un significato che sia comune. Questa situazione del ’91 si è creata grazie alla situazione critica nel paese. Situazione di crisi ampia, crisi politica, economica, sociale, crisi del potere. Una crisi che praticamente aveva paralizzato il paese e il suo sviluppo.
Sappiamo che nel paese cominciavano a predominare elementi di criminalità. Dietro le spalle del popolo e dei suoi rappresentanti ufficiali del parlamento, veniva elaborato un progetto di rivolgimento della situazione. Il testo di questo progetto, a parte Gorbaciov, la leadership del paese l’ha conosciuto soltanto il 15 aprile. In questo testo dell’accordo era scritto ufficialmente, come hanno confermato anche i nostri giuristi, che si proponeva che il 20 agosto l’Unione Sovietica ufficialmente cessava di esistere.
Questa prospettiva noi, come dirigenti massimi, in quel momento, del paese, abbiamo dovuto espletare il nostro dovere di proteggere fino alla fine il paese. Questo non era né una congiura né un golpe politico, perché noi dovevamo semplicemente applicare e realizzare una delle indicazioni politiche principali dello stesso Gorbaciov.
Precedentemente Gorbaciov aveva dato l’incarico alla leadership di elaborare quattro diversi progetti di questo accordo per l’Unione Sovietica. La prima variante era il regime presidenziale, la seconda variante era il regime presidenziale in alcune regioni; la terza variante una situazione straordinaria; la quarta variante una situazione straordinaria in alcune regioni del paese. Quindi i documenti che erano pubblicati da noi erano i documenti ufficialmente elaborati dagli organi statali. L’unico nostro scopo era di salvare il paese dalla distruzione.
Gennadij Janaev, come finirà il processo?
Io non sarei sorpreso da nessuna possibile soluzione, cominciando da quella più dura fino all’assoluzione totale. Se tutto rimarrà nella legalità e non verranno seguite semplicemente le indicazioni di Eltsin, se tutto rimarrà nella legalità dovrebbe essere assoluzione.
Hanno un ruolo gli occidentali e il Fondo Monetario Occidentale nello sviluppo della situazione politica in Russia?
Io sono fermamente convinto che tutta la politica russa, sia estera che interna, è determinata non a Mosca ma oltreoceano. E questa politica, ovviamente, non persegue interessi nazionali.
Cosa pensano i lavoratori, i cittadini? La società russa in generale come vive la situazione attuale?
Io penso che l’umore, il morale, siano bassi adesso, perché è cessato di esistere un grande paese. La politica economica del governo ha portato alla grande miseria per la gran parte della popolazione.
Il Referendum è stata una svolta negativa?
Io credo che non avevamo bisogno del referendum, non era necessario, è uno degli strumenti per destabilizzare ancora la situazione del paese. Il referendum non ha dato risposta a nessuno dei problemi che esistono. E soltanto nella mente di Eltsin esiste questa idea ammalata che il referendum abbia dato una risposta univoca alle domande. La crisi costituzionale, la crisi del potere va avanti. Il problema principale del potere è che questo potere non è professionale ma dilettantistico e perfino avventuriero.
Potranno tornare i comunisti al potere in Russia?
Io personalmente ritengo che i comunisti torneranno al potere. Occorre però per questo risolvere due problemi, innanzitutto superare la divisione che esiste nel movimento comunista. Il nuovo Partito Comunista, creato recentemente, ormai ha 500.000 membri, e questo è più che tutte le altre organizzazioni politiche insieme. Il secondo problema è se il partito comunista sarà capace di esprimere un suo programma adeguato che non solo sia comprensibile alla gente, ma risponda pienamente alle esigenze del popolo.
*Intervista realizzata l’8 maggio a Mosca da Radio Città Aperta di Roma.
CREDITS
Immagine in evidenza: Gennadi_Yanayev
Autore: Vikipediya, azad ensiklopediya
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