Intervista a Pierpaolo Leonardi delle RdB e del coordinamento nazionale della C.U.B.
in Contropiano Anno 1 n° 3 – 22 settembre 1993
Il 25 settembre l’opposizione politica e di classe al programma economico di Governo-Confindustria-Banca d’Italia scende in piazza. L’accordo del 3 luglio chiarisce la complicità e l’internità di CGIL-CISL-UIL a questo programma. L’organizzazione indipendente dei lavoratori è ormai un’esigenza diffusa e decisiva per le sorti del movimento sindacale e della stessa opposizione.
Il 25 settembre si terrà a Roma una Manifestazione nazionale “Per il diritto al lavoro, Per i diritti del lavoro”. Per la prima volta la Confederazione Unitaria di Base sarà in piazza assieme ai Consigli di fabbrica, a Essere Sindacato, a Rifondazione Comunista, alla Rete e ad altri pezzi dell’associazionismo. Perché?
Per spiegare la nostra presenza a questa Manifestazione è necessario fare un po’ di storia.
Il 3 luglio u.s. con l’accordo Governo-Confindustria-Sindacati si è chiusa definitivamente la fase della tutela sindacale dei diritti dei lavoratori. Il sindacato confederale non ha accettato, come sostiene qualcuno, un “cattivo accordo”, ma si è fatto partecipe e promotore di un modello di sviluppo che poggia sulla precarizzazione, sulla flessibilità dell’uso della mano d’opera, sulla subordinazione del lavoro e del salario alla competitività delle aziende.
Questo modello di sviluppo, per realizzarsi, ha bisogno di relazioni industriali fortemente centralizzate e non conflittuali. Il modello della cogestione e della codeterminazione che già stava emergendo è ora egemone e punta a spazzare via il conflitto sociale dai luoghi di lavoro. Così le R.S.U., nuova forma di governo delle relazioni industriali, vengono modellate in modo tale che sia sempre garantito a CGIL, CISL e UIL il monopolio della rappresentanza e alla Confindustria di trovare, anche a livello aziendale, dall’altra parte del tavolo i termali delle OO.SS. che hanno sottoscritto il patto sociale senza possibilità per altri soggetti di cercare di scardinare, almeno a livello aziendale, le gabbie costruite con la contrattazione nazionale e gli accordi di vertice.
Un pezzo consistente della società e del mondo del lavoro si è vista quindi rapinare, con gli accordi del 31 luglio ’92 e del 3 luglio ’93, della possibilità di essere protagonista del proprio futuro. È soprattutto contro questo accordo, e chi lo ha firmato, e contro il governo Ciampi che saremo in piazza il 25 settembre.
La storia della C.U.B. è stata fino ad ora una storia segnata da forte autonomia nei giudizi e nella pratica degli obiettivi, è finita questa fase?
Noi riteniamo fondamentale mantenere alta la nostra autonomia di giudizio e di pratica. Il fatto che oggi settori ancora interni al sindacalismo confederale come i Consigli o Essere Sindacato accettano di scendere in piazza assieme alla C.U.B., ai COBAS, agli Autorganizzati dimostra la loro difficoltà e non la nostra. La C.U.B. è stata uno degli elementi trainanti delle lotte di autunno, con gli scioperi generali autorganizzati del 12 ottobre e del 20 novembre dello scorso anno a cui hanno partecipato decine di migliaia di lavoratori. Chi non ha mai espresso autonomia politica e pratica sono stati altri.
La manifestazione del 25 segna una inversione di tendenza nei rapporti con Essere Sindacato e i Consigli?
Le scelte di fondo sono ancora profondamente diverse e credo che lo rimarranno ancora per un buon periodo, anche se è sempre più evidente la difficoltà in cui navigano queste articolazioni del sindacalismo di stato. Sia i Consigli che E.S. non si sono ancora pronunciati sulla irriformabilità di CGIL, CISL e UIL, ma soprattutto è ormai chiaro a tutti che queste componenti vengono tenute in piedi da R.C. e dal P.D.S. per impedire che migliaia di lavoratori abbandonino le confederazioni per aderire e rafforzare il sindacalismo indipendente e di base. Nonostante ciò sono moltissimi ormai i quadri e i lavoratori che lasciano la loro militanza nella CGIL ed entrano nelle strutture della C.U.B. e tantissimi di loro provengono proprio dall’esperienza di Essere Sindacato.
Torniamo al 25. La vostra copromozione della manifestazione significa una adesione totale alla piattaforma di convocazione?
Assolutamente no! Noi abbiamo lavorato perché la manifestazione venisse convocata su poche ma significative parole d’ordine: il no secco all’accordo del 3 luglio e alla politica del Governo, compresa l’ultima finanziaria, un giudizio definitivo sul sindacato confederale, una proposta di lavoro sull’occupazione partendo dalla riduzione forte e generalizzata dell’orario di lavoro, per i contratti ed il salario, per una forte connotazione anticapitalista della manifestazione.
Le logiche politiche che hanno però mosso gli iniziali promotori (Convenzione per l’alternativa, Consigli, R.C., ecc.) andavano invece nella direzione di un ammorbidimento delle parole d’ordine della manifestazione con il chiaro obiettivo di consentire l’adesione del PDS che non si è, fortunatamente, avuta.
Solo un duro confronto ha consentito di rendere più radicali i punti della piattaforma che effettivamente ci interessavano. Sugli altri lasciamo ai lavoratori giudicare, per noi sono assolutamente inutili in un contesto sociale come quello che è interessato ai problemi del lavoro.
In definitiva questa manifestazione è utile?
Ritengo sia sempre utile rendere visibile l’opposizione anche se in questo momento servirebbero altri livelli di iniziativa politica e di scontro. La C.U.B. sta lavorando su questi e, in particolare, ad affrontare il nodo cruciale dell’occupazione costruendo un’assemblea nazionale da tenere a Crotone nella metà di ottobre, attraverso cui lanciare non rituali parole di solidarietà ma lotte di massa per il lavoro che unifichino disoccupati, cassaintegrati, precari e lavoratori dipendenti.
Altro punto su cui stiamo organizzando iniziative politiche e di lotta sono la questione della rappresentanza per impedire che l’accordo sulle R.S.U. divenga legge e sui contratti, a partire dal Pubblico Impiego che è stato pesantemente preso di mira dal governo Ciampi, e dai chimici.
Il 25 sarà anche un momento di lancio e di propaganda di queste iniziative.