Informazione una battaglia per la democrazia
Luigi Di Cesare in Contropiano Anno 2 n° 2 – 8 marzo 1994
Il potere logora chi non ce l’ha. La massima andreottiana che ha accompagnato cinquant’anni di storia repubblicana è stata fatta propria da Silvio Berlusconi.
Rimasto orfano dei suoi padrini politici (Craxi, Andreotti, Forlani) per l’effetto Tangentopoli, il “Cavaliere” ha deciso di mettersi in proprio, di non delegare a nessuno la rappresentanza dei suoi numerosi interessi.
L’impero berlusconiano si estende dal campo commerciale (Standa ed altri grandi centri commerciali) a quello del marketing e della pubblicità (agenzie di assicurazione e di Publitalia che controlla oltre il 60% del mercato pubblicitario); dal settore edilizio e delle grandi opere (Milano 2 con altri grandi centri residenziali e del terziario) a quello dell’informazione. Attualmente, Berlusconi ha concentrato nelle sue mani un vasto impero televisivo, radiofonico e della carta stampata che lo colloca tra i maggiori monopoli internazionali (vedi scheda allegata). Adesso arriva a progettare anche il suo ingresso nella telefonia e nel mondo delle telecomunicazioni.
Questo suo immenso potere, che veniva minacciato dal venir meno di protettori e sponsor politici (infatti il suo gruppo cominciava ad accusare pesanti perdite economiche), ha indotto Berlusconi a fare il “grande balzo in politica” e a formare un gruppo politico elettorale a sua immagine e somiglianza. “Forza Italia” è stata lanciata in grande stile – come ovviamente si conviene a un guru della pubblicità – con tanto di spot, manifesti, gadget, bandierine che sono stati distribuiti a man bassa in tutto il paese. La scommessa su cui punta Berlusconi sembra essere audace da una parte – puntare tutto sulla riuscita di questa avventura può essere rischioso – ma disperata e senza alternative dall’altra.
Lo stile è quello rampante e yuppista, da giocatore d’azzardo pregno di quella sottocultura dell’edonismo americanista che è andato molto in voga negli anni ’80.
Il Cavaliere ha fiutato la grande opportunità che gli si è presentata con la crisi politica, culturale e sociale che attraversa il paese in questo momento ed ha deciso di giocare il tutto per tutto. Alcuni sondaggi lo danno addirittura vincente e le prospettive che questo fatto apre sono tutte da verificare. Certamente non ci troviamo di fronte a un fenomeno incoraggiante. Tuttavia, cosa ci si poteva aspettare da un’epoca accreditata come una epoca di cambiamento che si è rivelata pregna di grandi inganni e trasformismi? Se una lezione ci sentiamo di trarre da questo fatto è quella che gli strumenti dell’informazione e della comunicazione sono stati il terreno privilegiato, in Italia e nel mondo, della sfida che le classi dominanti hanno lanciato alle classi subalterne per perpetuare il loro dominio di classe.
La battaglia per una ripresa dell’iniziativa politica e sociale della sinistra passa attraverso una capacità di lotta che occorre saper riprendere immediatamente per la difesa ma anche per la conquista di nuovi e più potenti mezzi di comunicazione. Per troppo tempo la sinistra ha sottovalutato i pericoli che questa sfida comporta. Occorre recuperare immediatamente questi ritardi. La battaglia per un’informazione libera marcia parallelamente a una battaglia per la difesa degli spazi di democrazia nel nostro paese.
Il “maggioritario” nell’informazione ha preceduto l’introduzione del maggioritario nel sistema politico ed istituzionale in Italia. Berlusconi è un esempio di come la concentrazione in poche mani dei mezzi di informazione produca poi un’oligarchia politica di destra, antipopolare e antioperaia. Ognuno ha il governo che si merita! Speriamo di non doverci meritare Berlusconi.
LE PRIME DIECI TELEVISIONI DEL MONDO PER FATTURATO
Società | Paese d’origine | Ricavi televisivi | Quota % delle TV sul fatturato complessivo societario (in miliardi di dollari) |
Time Wamer | USA | 5,5 | 42% |
NhK* | Giappone | 4,075 | 92% |
CapitalCities/ABC | USA | 4,025 | 76% |
TCI | USA | 3,574 | 100% |
Ge/NBC | USA | 3,363 | 6% |
CBS | USA | 3,26 | 93% |
Ard* | Germania | 3,1 | 60% |
Fininvest | Italia | 2611 | 38% |
RAI | Italia | 2,416 | 87% |
BBC* | Gran Bretagna | 2,397 | 100% |