Non vogliamo rivivere il destino dei comunisti quando Hitler salì al potere
Stefan Mirkovic (Presidente della Lega dei Comunisti-Movimento per la Jugoslavia) in Contropiano Anno 2 n° 2 – 8 marzo 1994
Gli Stati Uniti e la NATO, approfittando della sconfitta del mondo socialista e dell’URSS, stanno cercando di liquidare gli avversari. La Jugoslavia, essendo la parte di quel mondo più a ridosso dell’occidente, è nel mirino dei colpi principali degli USA e della NATO e l’esperienza socialista sul suo territorio è turbata. Naturalmente non è stato risolto ancora nulla. Finché in URSS e nei paesi dell’Europa dell’Est non saranno cambiati i regolamenti relativi alla proprietà, non si può parlare di processi definitivi.
Questa situazione, malgrado la sua particolarità, è simile anche sul piano interno. A causa delle ragioni storiche e di altri motivi, le alleanze di classe, i partiti che esprimono Tudjiman, Izbegovic, Karadzic sono entrati nel conflitto nazionale il che, per un certo periodo, rimanda la lotta di classe cioè la lotta tra le forze capitaliste e socialiste.
Lo scontro al vertice della Repubblica
Anche nell’ambito della Repubblica Federale Jugoslava (Serbia, Montenegro ecc.) è in corso questo processo cioè la lotta tra le forze socialiste e le forze capitaliste che stanno avanzando.
Formalmente il conflitto tra Cosic e Milosevic dovrebbe essere il conflitto tra le due opzioni, nel quale Cosic rappresenta il portatore della lotta per il modello dell’economia di mercato e per un sistema politico fondato sulla democrazia borghese, mentre il Partito Socialista Serbo sarebbe il rappresentante delle riforme politiche per la continuazione dello sviluppo socialista.
Naturalmente Cosic e Milosevic dovrebbero essere diversi anche per quello che riguarda la posizione verso l’idea della federazione jugoslava. È noto che Cosic, una volta brillante comunista jugoslavo, è il padre spirituale del nazionalismo serbo e insieme all’Associazione degli Scrittori Serbi ha contribuito ai guai del popolo serbo e lo ha separato dagli altri popoli jugoslavi.
Una analogia logica vorrebbe che Milosevic e il Partito Socialista stiano dall’altra parte cioè quella jugoslava.
Naturalmente le parole sono una cosa e i fatti un’altra. Praticamente oggi non esiste una differenza politica essenziale tra Cosic e Milosevic. Tutti e due hanno aiutato i leader cetnici nella Krajina serba ed hanno così contribuito affinché la giusta lotta del popolo serbo – come era all’inizio – assuma i caratteri di una guerra etnico-religiosa contro i Croati e i musulmani così come caratterizzata sin dall’inizio quella causata dagli ustascia croati.
Per queste ragioni nella nostra politica e nella nostra vita non cambia radicalmente nulla né con Cosic né senza Cosic. I guai e i problemi rimangono. Si è trattata di una lotta per il potere nella quale uno ha perso (Cosic) e uno ha vinto (Milosevic). Non c’è di che dispiacersi della sconfitta di Cosic perché le sue dichiarazioni relative al periodo storico in cui i comunisti erano al governo del paese non erano oggettive né giuste, non c’è da avere un’opinione rispettabile di gente che nell’età matura cambia così facilmente le sue opinioni politiche.
I fascisti nel Parlamento chi è Seselj
Per un altro verso, il processo di sostituzione di Cosic nel parlamento, ha dimostrato benissimo tutta la miseria del multipartitismo “alla jugoslava”. I comunisti sono ancora sotto accusa per il sistema a partito unico, il che è anche giusto, ma in quel sistema venivano sviluppate anche forme diverse di democrazia diretta come l’autogestione ed altro. Nel Parlamento Federale potevamo vedere il sistema monopartitico nel suo aspetto più volgare.
Ma i nostri parlamenti sono adesso le arene in cui la maggioranza contrasta la parte opposta e approva le risoluzioni concepite nell’ufficio del capo del partito. Naturalmente non siamo minimamente dispiaciuti per questo, in quanto i partiti dell’opposizione non meritano un trattamento migliore perché dimostrano che farebbero la stessa cosa una volta al potere.
Nei banchi del Parlamento siedono oggi anche i partiti fascisti, i quali tra i loro delegati hanno anche dei picchiatori, i quali se non ritengono sufficienti le argomentazioni verbali usano le bastonate. Non c’è da sorprendersi se cominceranno ad usare anche le armi da fuoco visto che il capo di uno di questi partiti- (Seselj, leader del Partito Radicale serbo, NdR) spesso si esibisce con la pistola e dispone di squadracce tipo “SS”. Essi sono pronti ad intervenire per controllare quelle situazioni che la polizia non è in grado di controllare. Che non si possa avere fiducia in questo Parlamento, lo dimostra il fatto che questi partiti, secondo le leggi in vigore non potrebbero esistere né siedere in Parlamento perché diffondono l’odio nazionale.
I fiancheggiatori degli USA e della NATO: chi è Draskovic
Questa valutazione è valida anche per i partiti che stanno preparando e pianificando il cambiamento politico con l’uso della forza come il partito SPO (Movimento del Rinnovamento serbo). Gli scontri avvenuti davanti al Parlamento fanno parte di questo progetto. Lo SPO e il DEPOS (Movimento Democratico Serbo di Vuk Draskovic; NdR), come gli altri partiti di destra, sono parte integrante dell’escalation degli USA e della NATO per distruggere il socialismo. L’occasione buona per azioni di queste genere, doveva essere il 28 Giugno in occasione delle celebrazioni di Vidovdan, ma gli scontri al Parlamento gli hanno offerto l’occasione di agire prima. Ovviamente però questa azione non l’avevano preparata e controllata bene e si è trasformata in una aggressione di piazza estremamente scomposta. Lo Stato ha fatto bene a reagire energicamente ed è ridicolo “piangere” perché si è stati sgarbati verso i violenti perché è così che vanno trattati.
Aumentano le formazioni paramilitari
Il processo al cui vertice ci sono USA e NATO si sta sviluppando continuamente e condiziona le nostre prospettive. Non abbiamo niente contro la gente che lotta per i propri ideali, anche se essi coincidono con gli scopi degli USA e della NATO. Sia nel caso che siano al potere che all’opposizione non li possiamo considerare traditori. Ma non è la stessa cosa quando la loro politica e i metodi che usano minacciano gli interessi essenziali della gente e della vita, e noi adesso siamo in questa situazione. Mai come in questa fase di “pluralismo” la vita umana è stata così insicura in quanto ti può “volare” la testa in qualsiasi momento. Nelle strade camminano liberamente bande e formazioni paramilitari dei partiti, spesso composte da criminali che aggrediscono anche la polizia e tentano di rovesciare le autorità dello Stato. Il cittadino non ha alcuna protezione, per queste ragioni chiediamo il disarmo delle formazioni paramilitari e innanzitutto quelle dei partiti PRS, SPO, SNO, del gruppo “Z. Raznjatovic” e di altri, i cui dati sono già noti a Sokolovic e al generale Panic. Diventa urgente e necessario perché domani un altro capo di questi partiti, ancora più malato, può radunare la sua squadra di “SS” per un assalto ai comunisti e così via.
Il ruolo dell’esercito è sempre più marginale
Il ruolo dell’esercito in tutto quello che si è svolto è stato senza importanza. Nonostante se ne parli molto esso serve più come punto di appoggio che come fattore significativo. È triste vedere un esercito che godeva di grande rispetto nel mondo e tra i popoli così marginalizzato.
Era stato dichiarato che l’esercito andava spoliticizzato e reso autonomo dai partiti politici ma certi leader dei partiti lo frequentano e certe idee vi circolano. Credo che sia ora che gli ufficiali patrioti jugoslavi “facciano vedere la sciabola” ed indichino la porta d’uscita della caserma a questi politici. Ma il più grande servizio, che l’esercito possa fare è che insieme alla polizia cominci a disarmare le bande e la gentaglia nelle strade di Belgrado e delle altre città. Deve essere chiaro però che in uno Stato ci deve essere solo un esercito !!
Cresce il pericolo del fascismo
Sulla base di queste considerazioni, vogliamo avvertire che in Jugoslavia è in corso un processo di rivitalizzazione del fascismo. Molti partiti al potere e all’opposizione non nascondono di essere gli eredi dei movimenti e delle formazioni “quisling” (da Quisling, il complice dei nazisti in Norvegia, NdR) della Seconda Guerra Mondiale, mentre l’orribile guerra etnica e religiosa nel paese, gli attacchi armati in Kosovo e Belgrado superano per delinquenza anche quelle esperienze.
I comunisti avvertono l’opinione pubblica dell’avanzata del fascismo in Jugoslavia e invitano tutti i veri partiti popolari, le associazioni, le persone a contrapporsi a tale fenomeno con una azione politica unitaria. Se non sarà lo Stato a proteggere le nostre vite, i nostri diritti, le nostre libertà, li proteggeremo da soli. Non vogliamo rivivere il destino dei comunisti all’occasione dell’ascesa di Hitler al potere in Germania.