L’assemblea nazionale promossa dalla Rete dei Comunisti
Contropiano Anno 8 n° 1 – 15 febbraio 2000
Sabato 4 dicembre a Roma, presso la Casa delle Culture, si è tenuta un’assemblea nazionale dei gruppi, collettivi e organizzazioni che non condividono la decisione del Segretario del PRC Bertinotti di stabilire accordi elettorali con il centro-sinistra alle prossime elezioni regionali.
Tra i partecipanti al dibattito vi erano gruppi, militanti e dirigenti in dissenso con la scelta dell’alleanza che viene nuovamente riproposta alle elezioni regionali della prossima primavera. Molti di essi, come Leonardo Mazzei e i compagni della Toscana o Carlo Rasmi (consigliere regionale dell’Emilia e tra i fondatori della Rete dei Comunisti), hanno abbandonato Rifondazione Comunista in questi ultimi tre anni. Alcuni, come i compagni Babusci (consigliere regionale del Lazio), Monti (federazione di Roma) e Mancusi (federazione di Viterbo), militano ancora nel PRC. Altri ancora, come nel caso della redazione del nostro giornale, del Forum dei Comunisti o del Collettivo Comunista Rosa Luxemburg, non vi hanno mai militato.
Nella discussione sono stati affrontati molti nodi politici e sono emerse anche alcune indicazioni per il prossimo futuro:
Innanzitutto, il rifiuto di sostenere gli accordi con la coalizione delle forze che compongono il centro-sinistra anche a livello di giunte locali (per le loro scelte nettamente neoliberiste, del tutto simili a quelle del centro-destra).
In secondo luogo, l’opposizione al Patto di Stabilità interno, che riproduce a livello locale gli stessi parametri antipopolari imposti dal Trattato di Maastricht, e la denuncia del progetto federalista che introdurrà nuove tasse e imposte locali che andranno a colpire i redditi dei settori popolari della società.
Infine, è stato annunciato il progetto di un coordinamento nazionale stabile di confronto di tutte le realtà presenti, che ha visto già un primo documento unitario tra la Rete dei Comunisti e il Movimento per la Confederazione dei Comunisti.
È emersa come coscienza comune a tutti l’urgenza di rilanciare e coordinare le iniziative di opposizione alle scelte liberiste sul piano locale e nazionale (dalle privatizzazioni dei servizi alle misure che legalizzano la flessibilità e il lavoro precario), trascendendo completamente dal “dettaglio” che esse siano gestite da coalizioni di centro-sinistra o di centro-destra.
In alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, questa opposizione agli accordi con il centro-sinistra ha già portato alla formazione di liste popolari e di sinistra indipendenti per le prossime regionali. Iniziative analoghe stanno nascendo anche in altre regioni, come la Lombardia e la Lucania.
Le organizzazioni, i gruppi, le individualità e i collettivi presenti hanno voluto ribadire che la prospettiva dei comunisti italiani – per quanto complessa e compromessa dal politicismo esasperante di questo decennio – non può che rifondarsi a partire dall’indipendenza politica e strategica del proprio progetto.