Rete dei comunisti
Il sequestro e la successiva uccisione di uno dei quattro mercenari italiani in Iraq, conferma che lo scenario di guerra aperto dall’occupazione militare anglo-americana, non può che peggiorare. Ritenere che una guerra concepita dai suoi ispiratori statunitensi come “guerra totale”, non possa che mettere in moto processi di imbarbarimento, si rivela non solo una illusione ma anche una totale mancanza di buonsenso. Una illusione che trova conferma sullo scenario mediorientale nell’escalation pianificata da Stati Uniti e Israele contro i palestinesi tesa all’annessione di parte della Cisgiordania, scelta questa che non può che rendere inevitabile la ripresa della resistenza palestinese contro l’occupazione coloniale israeliana e l’insaprimento di un conflitto violento e generalizzato in Medio Oriente.
La rivelazione che in Iraq operano migliaia di mercenari armati (tra cui anche italiani) che affiancano le truppe di occupazione, sposta completamente il piano dei problemi, rendendo le considerazioni morali strumentali e contenenti una buona dose di ipocrisia.
I fatti che si sono susseguiti nelle ultime due settimane, confermano l’urgenza e la centralità della battaglia tesa a far rientrare immediatamente il contingente militare ma anche le imprese italiane e i “soldati di ventura” che le proteggono. Continuare a rendersi complici dell’occupazione e rimanere ancora in Iraq con i soldati, gli imprenditori, i mercenari è una contraddizione che neanche l’accordo bipartizan tra l’Ulivo “triciclato” e il governo delle destre può reggere ancora a lungo.
Fuori subito le truppe, le imprese e i mercenari italiani dall’Iraq
Fine dell’occupazione israeliana della Palestina.
Pace con giustizia per il Medio Oriente
Roma, 15 aprile
CREDITS
Immagine in evidenza: old boots, Iraq, 2004
Autore: YourLocalDave; 21 luglio 2004
Licenza: Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)
Immagine originale ridimensionata e ritagliata