Il pericolo immediato dei rigurgiti reazionari e l’ambiente politico / culturale nel quale tornano ad avere uno spazio
La Rete dei Comunisti di Pisa
Le province e le città di Lucca e Pisa sono oramai luogo di costanti provocazioni, assalti, minacce di gruppi nazifascisti. L’ultimo episodio è a Pisa il 24 agosto scorso, con la svastica di un gruppo lucchese siglata sul muro della sezione di Rifondazione Comunista “Tognetti” di Porta Nuova.
Probabilmente anche dietro il rogo di Livorno, nel quale hanno perso la vita quattro bambini Rom, si cela la mano assassina di qualche fanatico reazionario. Ma di quel massacro la cronaca non si interessa più, altri sono gli omicidi da “audience” .
- Le forze reazionarie sono sempre state profondamente radicate all’interno delle classi dirigenti, dei potentati economici ed ecclesiali del nostro paese, a tal punto da determinare le condizioni per la nascita del fenomeno fascista. La manovalanza pagata da agrari e industriali per massacrare, a cavallo tra le due guerre, un movimento operaio e contadino che metteva in discussione il potere costituito, si dette in breve tempo una veste politica.
- Il regime mussoliniano, sulle macerie di migliaia di sezioni dei partiti socialista e comunista, di case del popolo e cooperative, coprì per oltre 20 anni un vuoto di potere determinato da una classe politica imbelle e subalterna. I “poteri forti” dell’epoca (i soliti che governano ancora il paese) delegarono le camicie nere all’esercizio del potere ed alla realizzazione dello Stato Sociale, ambito economico essenziale per lo sviluppo delle forze produttive e della “Azienda Italia”.
- Come andò a finire è noto a tutti: a Piazzale Loreto alcuni conti vennero saldati.
Il contesto generale è oggi profondamente cambiato e tutti i rapporti di forza scaturiti dalla seconda guerra mondiale sono saltati. Interi ceti politici cresciute nell’alveo dei partiti comunisti dell’epoca sono passate armi e bagagli tra gli amministratori dell’esistente. Le ultime sbiadite rappresentanze provenienti da quei partiti, oggi vagamente definite “sinistra”, tentano di rimanere al governo del paese e delle amministrazioni locali assumendo a pieno titolo valori e contenuti classicamente reazionari. La campagna fiorentina antilavavetri, la “questua molesta” di Amato sono le ultime di una lunga serie di orientamenti esemplificativi, di cui l’ex Segretario della CGIL Cofferati, dallo scranno del comune di Bologna si è fatto paladino.
Mentre i leghisti offrono un po’ preoccupati le loro tessere ai nuovi “sceriffi di sinistra”, alcuni sondaggi ci dicono di un largo consenso alle scelte del Cioni di turno, confermando, ieri come oggi, che “Il senso comune è reazionario” e chi lo insegue, invece contrastarlo con politiche drasticamente diverse, fa una chiara scelta di campo.
La destra nasce storicamente per rappresentare questo sentimento, coadiuvarlo e trasformarlo in programma politico. Le ragioni ancorché culturali sono economiche e sociali, sgorganti dallo “spirito animale” del capitalismo, fatto di darwinismo sociale, di competizione tra gli esseri umani e sfruttamento irrazionale della natura, di rapina colonialista sostenuta da razzismo e xenofobia in patria.
Il nascente Partito Democratico eredita quindi un bagaglio di “idee” e politiche con le quali cercherà di sbaragliare l’avversario, sostituendolo sul suo stesso terreno.
Nella sua affannosa ricerca di governare insieme a questo nuovo aggregato centrista, la cosiddetta “sinistra radicale” dimostra tutta la sua subalternità allo stato di cose presenti.
Quando anche coloro che si dichiarano “progressisti” assumono questi disvalori e li trasformano in programmi politico/ amministrativi, cacciando Rom ed extracomunitari dalle città, facendo arrestare per le strade ed ai semafori i disperati scampati ai flutti del Mediterraneo, allora iniziamo a pensare che chi oggi sigla svastiche sui muri delle sedi comuniste abbia un pericolosissimo retroterra “bipartisan” che li legittima.
Il sonno della coscienza ha iniziato a generare mostri, con i quali sinceri democratici e comunisti devono iniziare a fare i conti, guardandoli dritti negli occhi ed affrontandoli a viso aperto, sul terreno culturale e politico ma anche, se necessario, sul terreno della difesa degli spazi di agibilità fisica nei territori.
Pisa, 4 settembre 2007
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Immagine in evidenza: antifa
Autore: Gregor Wünsch; 6 June 2020
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