Centro di Documentazione Krupskaja – Bologna, Rete dei Comunisti – Bologna
Il 4 ottobre ‘07 la polizia spagnola ha arrestato la direzione collegiale del maggior partito indipendentista basco, Batasuna.
L’ordine è partito dal tribunale eccezionale “antiterrorismo” spagnolo, la “Audiencia Nacional” , firmato dal tristemente noto giudice Baltasar Garzon, ufficialmente per impedire “un’assemblea clandestina e illegale”, in quanto perseguirebbe “fini violenti: l’independenza e l’autodeterminazione”, il che equivarrebbe a “un’attività terrorista”.
In realtà ogni manifestazione pubblica del Movimento di Liberazione Nazionale Basco è illegale fin dal 2003, quando una modifica della legge sui partiti creata su misura contro Batasuna ne aveva determinato l’illegalità.
Nonostante questo, il governo Zapatero negli scorsi mesi ha condotto trattative proprio con gli esponenti della sinistra indipendentista che oggi sono stati arrestati, e proprio in qualità di rappresentanti di Batasuna quale legittima espressione politica di questa sinistra.
E’ evidente quindi come la valutazione sulla loro legalità o meno stia dipendendo esclusivamente dall’opportunità politica del momento, a prescindere da qualsiasi criterio giuridico.
Lo stato spagnolo e il suo esecutore Garzon hanno deciso di rispondere in questo modo alla proposta di una risoluzione democratica e pacifica del conflitto basco avanzata dall’intera sinistra indipendentista. Il primo a essere incarcerato alcuni mesi fa è stato il portavoce di Batasuna Arnaldo Otegi, poi il 3 ottobre il responsabile dei rapporti internazionali Joseba Alvarez, ora 17 dei 18 appartenenti alla direzione collegiale.
Così il PSOE di Zapatero ha iniziato la campagna elettorale per le legislative del marzo 2008, dopo che la sua mancanza di volontà nella trattativa per un processo di pace è stata chiara agli occhi di tutti.
Del resto anche in questi mesi di “trattativa”, la polizia non aveva certo smesso di colpire le centinaia e migliaia di giovani baschi che in molteplici occasioni continuavano a reclamare in mille modi il diritto per il Paese Basco all’autodeterminazione. E il tribunale speciale aveva continuato a pigiare sull’acceleratore dei processi contro centinaia di militanti accusati di essere “terroristi” per il solo fatto di reclamare lo stesso diritto.
Adesso, con questi ultimi arresti, e col bagaglio di processi già in corso, soprattutto contro i giovani baschi, lo Stato Spagnolo chiude per la sinistra indipendentista qualsiasi possibilità di esprimere la propria idea in modo legale, considerando qualsiasi espressione del diritto all’autodeterminazione come “terrorismo”. Con le parole di Pernando Barrena, unico portavoce di Batasuna rimasto in libertà, quest’ondata di arresti equivale a “una dichiarazione di guerra per chiudere la porta all’indipendentismo basco”. E’ normale quindi che il Movimento di Liberazione Nazionale Basco batta le uniche strade che non trova chiuse, e che si stiano moltiplicando giorno dopo giorno gli episodi di guerriglia urbana.
Anche la solidarietà con gli arrestati si è fatta sentire forte: decine di migliaia di baschi sono scesi nelle piazze dal giorno dopo, a denunciare che si vuole impedire al popolo basco qualsiasi libertà di espressione. I principali sindacati baschi hanno emesso comunicati di condanna dell’azione del giudice Garzon. Nei giorni successivi si sono moltiplicate le manifestazioni di solidarietà in Europa e oltre, molteplici anche in Italia.
La repressione, gli arresti e i tribunali non hanno mai bloccato la crescita del Movimento di Liberazione Nazionale Basco, e il desiderio di autodeterminazione è sempre più condiviso dalla popolazione. La storia ci insegna che anche questa volta il Movimento troverà le forme per trasformare in un avanzamento questo ennesimo attacco repressivo.
Riteniamo il governo spagnolo direttamente responsabile di quanto potrà derivare da questa situazione senza uscite democratiche in cui ha tentato di ficcare il Paese Basco.
Vogliamo sottolineare come gli strumenti legali e repressivi che vengono utilizzati contro gli indipendentisti baschi siano gli stessi chein tutta Europa e anche qui in Italia vengono usati per colpire chiparla fuori dal coro, a partire dell’incessante retorica per cui tutto quello che non è consenso è terrorismo.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla direzione di Batasuna e a tutta la sinistra basca, non solo perché condividiamo con loro il desiderio di un Paese Basco libero e autodeterminato, ma anche perché siamo coscenti che la loro lotta contro gli apparati giudiziari e repressivi, la loro lotta per la libertà di espressione e di associazione, è la stessa lotta che anche noi saremo costretti a portare avanti ogni volta che vorremo esprimere la nostra critica a questa democrazia in cui solo chi acconsente ha diritto di parola.
LIBERTA’ PER BATASUNA E I PRIGIONIERI BASCHI !
AUTODETERMINAZIONE PER IL PAESE BASCO !
EUSKAL HERRIA ASKATU !
Bologna, novembre 2007