Le compagne e i compagni della Rete dei Comunisti-Bologna
La ricca Bologna si sveglia, stamattina, avvolta dal fumo di una baracca che brucia.
Sono rumeni, gli odiati rumeni.. ed ora si susseguono frasi di cordoglio per la morte e i feriti provocati da questo incendio. Abbandonata dal sindaco sceriffo ogni politica di inclusione sociale, e dopo aver dato vita alla tolleranza zero, contro gli ultimi, i dannati, ora Bologna si scopre solidale, spaventata nel vedere come anche questi dannati sono in fin dei conti esseri umani, e le loro carni possono essere straziate dal fuoco. Non più tardi di qualche mese fa, si incensavano le ruspe, si giocava a nascondino con la comunità mussulmana, si tollerava e in determinati casi si fomentava l’isterica caccia al diverso, fomentando una pretestuosa guerra tra poveri (lavoratori bolognesi e lavoratori immigrati), per nascondere gli interessi dei poteri forti della città. Poteri che hanno il plauso di coloro che hanno sempre in bocca la parola democrazia così come di quelli che hanno la parola libertà.
Oggi è morto un bambino, la colpa della sua morte è delle condizioni economiche in cui viveva la sua famiglia, non vi sono scuse, né gradi spiegazioni da dare. Stanno criminalizzando i dannati, fasce sociali che non solo devono combattere per sopravvivere, ma devono anche difendersi dagli attacchi che gli vengono mossi dall’attuale quadro politico.
La povertà, quella nera, quella che ti porta a vivere sotto un ponte, a dover lavorare in cantiere in nero, raccattato ogni mattina, se ti va bene sul marciapiede dai camioncini dei caporali (cosa che avviene in numerose zone della periferia di Bologna!), a dover chiederti se tuo figlio potrà mangiare stasera non è un ritratto in bianco e nero di una epoca passata, ma di una Bologna che lambisce quella dei lustrini, quella della grande e famosa università, quella del divertimento e dello sballo, quella fatta appartamenti rivestiti di plastica e mobili dell’Ikea.
Questo è sicuramente un estremo, ma è significativo che anche in una città ricca laboriosa e un tempo accogliente come Bologna inizino a crearsi simili situazioni.
Chiediamo a tutte le forze politiche e sindacali che parteciperanno al dibattito inerente al Bilancio del Comune di far sentire la propria voce, per andare in una direzione che vede nelle politiche sociali di inclusione una nuova direzione e che contrasti le razzista e padronale politica della tolleranza zero. Queste problematiche devono essere messe al centro dell’attività dei movimenti sociali.
Le misure da prendere per evitare queste situazioni limite e queste tragedie, non sono fantasie umaniste, ma realistici investimenti nel pubblico, come favorire l’assegnazione di abitazioni popolari e contrastare in modo efficace la precarietà lavorativa montante.
Non crediamo che sia utile reclamare un umanitarismo generico, lo stesso che si commuove per i bambini dell’Africa, ma organizza la caccia ai rom nella città di Roma. Oggi si deve dare voce diritti e forza a tutte quelle fasce sociali che vengono schiacciate dall’arroganza della politica e dell’economia.
19 novembre 2007