In Contropiano Anno 18 n° 1 – 16 febbraio 2010
Un sistema di potere dietro la concezione della Protezione Civile Spa
La vicenda di Guido Bertolaso – finalmente al centro di una inchiesta tardiva – ha rivelato tutti i pericoli di un modello del business emergenziale
Con il decreto legge 195/2009 di fatto si è avviata una procedura che, ridisegnando lo schema di intervento dei settori interessati alla Difesa Civile (tipo i Vigili del Fuoco), trasforma la Protezione Civile in un sistema di potere basato su una sua illimitata capacità di intervento e di spesa in aree e settori che verranno, con appositi decreti legge, considerati di “interesse Nazionale” e dunque sottoposti a speciali e particolari forme di intervento, anche, se del caso, di natura militare.
Il progetto è quello di creare una macchina di potere così travolgente da spostare ulteriormente dalle sedi dei ministeri e naturalmente del Parlamento e delle Autorità di controllo fino a palazzo Chigi la barra del potere reale della ditta Berlusconi & Bertolaso.
Tra il 3 dicembre 2001 e il 30 gennaio 2006 la Presidenza del Consiglio ha varato 330 ordinanze. Di queste, solo gli stanziamenti di 75 ordinanze sono pubblici, per un valore di circa un miliardo e 490 mila euro. Nei cinque anni, tramite ordinanze della Protezione Civile, in spregio alle norme sugli appalti e le assunzioni, sarebbero stati spesi invece 6,5 miliardi. Se si fa il calcolo su 587 ordinanze della Presidenza del Consiglio in meno di nove anni, si arriva a 10,6 miliardi. Una somma sufficiente – giudicano gli autori di recente libro – a costruire un blocco di potere indistruttibile, segreto e libero da qualsiasi regola
Con ciò si intende dunque dare avvio alla Protezione Civile Servizi Spa,che di fatto diventa, se non il grande, certamente il autonomo e autorevole ente appaltatore della Repubblica, con una quasi totale deroga alle tradizionali norme di legge per i fondi in transito da Palazzo Chigi e destinati ai più svariati scopi: dalle gare ciclistiche, alla celebrazione di santi, dai party di Stato ai viaggi del Papa, dalle piscine alle discariche, dal traffico delle gondole in laguna alle regate, dagli alberghi di lusso agli scenari di cartapesta per i vertici internazionali.
In realtà Berlusconi e i suoi non inventano nulla di nuovo!. Il modello è la Fema (quella sputtanata clamorosamente dall’uragano Katrina a New Orleans!), l’Agenzia federale statunitense per la gestione dell’emergenza, alla quale, dopo l’11 settembre, il governo Bush attribuì poteri militari talmente ampi da far parlare di un governo segreto degli Stati Uniti, dotato del potere di sospendere la Costituzione, imporre un comando militare e istituire campi di concentramento.
I segnali di avvertimento c’erano già stati
Napoli sembra destinata ad anticipare molte cose nel nostro paese. A distanza di tempo non immaginavamo che quanto accaduto a Napoli il 17 marzo 2001, in occasione del vertice internazionale dell’OCSE, fosse una specie di anticipo di quanto sarebbe poi accaduto a Genova nel luglio dello stesso anno – dunque solo tre mesi dopo- nel quale abbiamo assistito alla cosiddetta “macelleria messicana” (come venne poi definita da un’insospettabile appartenente alle forze dell’ordine).
Per capire l’obiettivo e le ricadute del modello di potere Protezione Civile Spa, occorre infatti partire dalla vicenda dei “rifiuti” napoletani con l’apertura di discariche nel territorio (Chiaiano, Pianura più altri siti) e il con il mai verificato avvio dell’inceneritore di Acerra, il quale ha prodotto, come unico risultato una pesante repressione da parte delle forze dell’ordine contro le popolazioni del territorio che si opponevano, anche fisicamente, all’insediamento delle discariche, denunciandone i pesanti e pericolosi risvolti per la salute dei residenti (già fortemente compromessi da anni di brutale e selvaggio sfruttamento della natura e l’avvelenamento che ne è seguito). Questa vicenda ha così caratterizzato lo sviluppo delle politiche governative, in materia di “sicurezza” per gli anni a seguire, inaugurando una vera svolta nella politica fin qui seguita dai governi in merito all’utilizzo di reparti militari, per garantire l’interesse nazionale sui siti ritenuti strategici, l’avvio di “nuove” procedure per l’edificazione di interventi di “soccorso” alle popolazioni ed ai siti paesaggistici minacciati da “calamità” naturali o per la costruzione di edifici per soccorrere popolazioni colpite da catastrofi naturali.
Tutto nasce nel 2004 quando il Corpo dei Vigili del fuoco è stato spostato nel cosiddetto “Comparto sicurezza” alle dirette dipendenze dei Prefetti e cioè del potere politico. La concezione che questo governo ha dell’importante settore della difesa del territorio la sta dimostrando con i suoi ultimi provvedimenti ma una sperimentazione importante c’è stata a partire dal G8 di Genova quando, alcuni mezzi del Vigili del fuoco, furono riverniciati e usati per l’ordine pubblico. Questo progetto di ristrutturazione e di concezione operativa di un apparato “civile” della Difesa, è stato documentato ampiamente in una pubblicazione della RdB dei Vigili del Fuoco di cinque anni fa sulla Difesa Civile.
Nell’Ottobre 2008 abbiamo pubblicato, per i Quaderni di Contropiano, un lungimirante saggio di Biagio Borretti, nel quale, tra l’altro, si affermava che: “La Campania e più in generale il Meridione è sempre stato un territorio dove sono state sperimentate tecniche e schemi di gestione finalizzati al controllo sociale (…) di stampo apertamente autoritario (…) oscillante tra una pratica politica apertamente affaristica ed una sorta di bonapartismo vesuviano teso ad accelerare il generale corso di blindatura della società e delle istituzioni, determinando le condizioni ottimali per l’esercizio del comando (…) in questo il ceto politico regionale (sia di centro-destra che di centro-sinistra) ha stretto un sodalizio affaristico e criminogeno con imprese, tipo, FIAT, IMPREGILO, FIBE ed anche imprese legate alla Lega delle Cooperative.
Militarizzazione civile e business
Il terremoto dell’Aquila con lo “show” successivo di consegna delle chiavi delle nuove abitazioni; la costruzione del ponte di Messina; l’ultimazione del progetto TAV (Trasporti ad Alta Velocità) in Val di Susa, il problema dei rifiuti napoletani (ai quali si sono ora aggiunti quelli di Palermo) etc, sono là a testimoniare il passaggio che si è operato con la modifica del comparto sicurezza e l’uso “semi-privato” dello stesso personale che veniva impiegato per queste emergenze.
Parliamo delle forze di Pubblica Sicurezza, dei Vigili del Fuoco o della Guardia di Finanza… in pratica il comparto Sicurezza è stato “privatizzato” con la dicitura “Protezione Civile Servizi Spa”, ed è stato nominato commissario ad hoc il dott. Bertolaso.
“Bertolaso I” sale trionfalmente al soglio di imperatore di tutti gli appalti con il decreto legge, varato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri e adesso in discussione al Senato, che “privatizza” la Protezione civile della nazione trasformandola in una Spa. Altro che la gerarchia dei ministri stilata ufficialmente dal suo mentore Gianni Letta… denuncia il dossier di un quotidiano nazionale.
Con questo decreto è stata di fatto fondata, la “Bertolaso Spa” alla quale – se il pesante incidente di percorso dell’inchiesta sugli appalti per il G8 alla Maddalena non diventerà fatale – qualcuno vorrebbe affidare addirittura anche gli appalti per l’Expo del 2015 a Milano.
I pericoli che vengono dalla Protezione Civile spa
Sotto il rassicurante nome di protezione civile, in realtà si cela un processo di privatizzazione autoritaria dello Stato che senza la denuncia delle RdB Vigili del Fuoco e il libro di un giornalista coraggioso avrebbe proceduto nella pressoché generale disattenzione o complicità.
Nel nostro paese, considerato ad alto rischio sismico e idrogeologico, la Protezione civile è un fondamentale strumento di autoprotezione dei cittadini, costituito anche da una rete di soggetti, volontari e forze di soccorso, dotati di competenze scientifiche e operative. Con una pericolosa particolarità: dover fronteggiare emergenze e calamità naturali impone che la Protezione civile possa agire in deroga alle leggi ordinarie, tramite ordinanze e cumulando poteri normalmente sottoposti al controllo di organismi elettivi o ispettivi. Proprio per questo, si richiede la dichiarazione di stato di calamità naturale da parte dei governi, che, di norma, sono molto attenti in materia. Ma c’è un ma, è sempre più marcata la propensione ad abusare delle clausole emergenzialistiche per ampliare a dismisura i propri poteri e agire di fatto al di fuori della legge. Oltre 600 ordinanze, gran parte delle quali non hanno a che fare con calamità naturali, dalle ordinanze per “emergenza traffico”, in molte città (Roma, Milano, Napoli, Catania) hanno permesso ai sindaci di agire senza il voto dei Consigli comunali, a “grandi eventi” come il G8 previsto alla Maddalena e dirottato all’Aquila, i mondiali di nuoto e persino i funerali di Giovanni Paolo II.
In taluni casi si sono mobilitate anche funzioni militari. È avvenuto nella Campania governata dalla Protezione civile per l’emergenza rifiuti, con la dichiarazione di siti di interesse strategico militare per le discariche e l’inceneritore di Acerra
Con il decreto-legge 195 il governo ha istituito la Protezione civile Spa. È una privatizzazione, ma non la solita. Continua, beninteso, la rapina “modernizzatrice” delle risorse pubbliche, in linea con le ordinanze della Protezione civile che hanno già fruttato appalti per miliardi di euro (300 milioni alle imprese Marcegaglia solo per il G8 abortito della Maddalena).
Il decreto amplia ulteriormente i poteri dell’esecutivo, prevedendo la figura dell’“emergenza socio-economico-ambientale”. “Torna alla mente una legge speciale firmata da Scelba nel 1951 (VII governo De Gasperi) che, “in caso di eventi che costituiscano pericolo o danno per la incolumità pubblica delle persone e delle cose”, prevedeva il conferimento dei pieni poteri al governo, compresa la facoltà di derogare alle leggi vigenti e di “requisire prestazioni personali”. Tutto ciò è stato definito da uno studioso di scienze sociali (M. Foucault), in epoca non sospetta, “governamentalizzazione”. Insomma, la storia si ripete.
L’efficace denuncia della RdB Vigili del Fuoco e di un libro coraggioso
Il 21 gennaio 2010 scorso alla Federazione RdB-Cub dei Vigili del Fuoco, è stata vietata la presentazione del libro “Potere Assoluto” presso una sala del Comando Vigili del Fuoco di Roma (sede senz’altro appropriata visto l’argomento che viene trattato), mentre è stata autorizzata in tutti gli altri comandi. La RdB dei Vigili del Fuoco ha denunciato che “questo divieto ha tutta l’aria di quel tintinnio di manette“… di remota memoria!! Il divieto si è però trasformato in boomerang perché l’iniziativa – svoltasi in altro luogo – aveva anticipato molte delle questioni che sarebbero esplose da lì a poche settimane dopo.
In questo libro sono puntualmente descritte tutte le operazioni e gli incarichi, oltre che i risvolti di natura legislativa e governativa, ai quali è nominato “der Kommissar” Bertolaso. Dai Mondiali di nuoto svoltisi a Roma nel 2009, fino ai cosiddetti “Grandi Eventi” e alla campagna di vaccinazioni contro “l’emergenza per la pandemia H1N1”, sono stati elargiti centinaia e centinaia di milioni di euro per far fronte alle “spese” di realizzazione dei progetti stessi rispetto ai quali la stessa Corte dei Conti ha denunciato di non riuscire a sapere nulla.
È facile immaginare chi ha guadagnato in queste operazioni e quale grande clientela è stata messa in atto per garantire la permanenza del “Kommissar”, ed il sostegno alle politiche dell’attuale governo in carica. Dunque, Guido Bertolaso, assurge (per il potere economico che gli è stato conferito) ad essere definito ”il capo assoluto degli italiani” o il ”Re Sole dell’intervento pubblico”, anche perché questa nuova azienda legata alla Protezione Civile non si occupa soltanto di soccorsi in caso di calamità naturali ma decide la ricostruzione delle città disastrate, coordina gli appalti pubblici, amministra risorse finanziarie di proporzioni rilevanti. Una macchina con pochi intralci che ”gestisce grandi eventi, manifestazioni sportive, meeting religiosi. Utilizza l’emergenza per governare il territorio. Ma non fa prevenzione, come dimostrano i casi de L’Aquila e quello di Messina”, ma fa business.
CREDITS
Immagine in evidenza: Guido Bertolaso
Autore: Roberto Ferrari, 27 dicembre 2009
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