Partito Comunista Danese in Contropiano Anno 18 n° 1 – 16 febbraio 2010
“Socialismo, l’unica alternativa sostenibile possibile”
Il Partito Comunista Danese (http://www.kommunister.dk/), in vista del Summit di Copenaghen, è stato uno delle realtà più attive nell’organizzazione del controforum, producendo iniziativa e materiali teorici rispetto alla fase attuale in cui viviamo, caratterizzata dalla crisi economica ma anche da un sempre più frequente verificarsi di fenomeni ambientali allarmanti. Il summit di Copenaghen, sancisce forse per la prima volta, l’intento dei grandi Paesi imperialisti del mondo, di fare dell’ambiente il nuovo settore di sfruttamento e fonte di accumulazione di capitale, a discapito di chi non potrà accedere ai servizi che esso offre e di chi ha sempre pensato che non tutto potesse essere messo in vendita.
I compagni danesi già da prima di novembre hanno intrapreso una grande campagna d’informazione prima dopo e durante il summit. I giovani comunisti sono stati i veri protagonisti di questo grande evento, sia nella diffusione, sia nella stesura di materiali in cui il messaggio era ed è chiaro: “il mondo attuale sta vivendo una crisi economica senza precedenti, ma anche una crisi ambientale ed energetica allarmante; le ragioni sono alla base del sistema in cui viviamo, IL SOCIALISMO E’ L’UNICA ALTERNATIVA SOSTENIBILE POSSIBILE.
In coordinamento con altre associazioni danesi ma anche con molte altre organizzazioni ambientaliste arrivate da tutto il mondo, il Partito Comunista è stato una delle maggiori realtà presenti al meeting, organizzando uno degli spezzoni della manifestazione del 12 dicembre più grosso. Il loro giornale, “Daily Worker” è stato, ad esempio, tra i pochi a pubblicare, ogni giorno, il report delle discussioni, i discorsi di Evo Morales, Hugo Chavez e degli altri membri dell’ ALBA, nonché unico giornale a redigere per intero la dichiarazione finale del summit, in tutte le lingue.
Sulla repressione i compagni del Partito hanno preso posizione fin da subito contro l’esagerata aggressività delle forze dell’ordine, giudicandola “inutilmente brutale”. Anche qui, il giornale è stato in verità un ottimo strumento di comunicazione con l’opinione pubblica, inizialmente terrorizzata dai media principali del Paese.
Alla fine del meeting è apparso sul Daily Worker un estratto delle riflessioni finali del Partito, che attacca duramente il governo e lo accusa di complicità con gli USA nel volere il fallimento del meeting: “il capitalismo ha progettato un mondo di crescenti alluvioni di sangue”, scrivono i compagni danesi, “Il primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen sta cercando di accusare paesi come la Cina e Venezuela per il fiasco del summit. Questa è solo l’ultima manipolazione politica che subiamo: una manipolazione della peggior specie, poiché sappiamo tutti che la responsabilità è unicamente degli USA e degli altri Paesi Ricchi. E la responsabilità del nostro primo ministro per il fallimento del meeting non è slegato dalla sua complicità con il gioco sporco dei Paesi imperialisti: non si è reso portatore di alcun interesse o bisogno reale dei popoli del mondo.
Il documento della campagna redatto dal Partito Comunista Danese in occasione del vertice ONU di Copenhagen sul riscaldamento globale del pianeta
Prima del capitalismo l’ignoranza e il bisogno di sfruttare la natura per la propria sopravvivenza ha distrutto l’ambiente, con il sovra pascolo e i conseguenti problemi di erosione. Oggi, ci troviamo ad essere vittime di un’enorme intensificazione dei problemi ambientali, soprattutto con l’avanzare della crisi climatica e i problemi di inquinamento, senza dubbio connessi allo sviluppo del sistema capitalistico globale.
Il profitto regola e guida le attività umane e ha portato ad uno squilibrio dei sistemi naturali, minacciando la loro produttività e conservazione, la loro identità e la loro capacità di sfamare il mondo intero. Il collasso di un ecosistema diviene così, una minaccia per la sopravvivenza del genere umano. Il profitto è una prigione per l’ambiente.
L’insostenibile consumo di combustibili fossili, i gas CFC (clorofenilcloruri) il disboscamento, ecc. hanno incrementato il contenuto di CO2 presente nell’ aria, con le dovute conseguenze. La temperatura media mondiale è aumentata esponenzialmente dall’inizio del secolo, e questa tendenza porterà al collasso il pianeta, nel giro di poche decadi, se non si intraprenderanno misure serie contro il riscaldamento globale.
La mancanza di acqua, il fatto che essa venga consumata molto più in fretta di quanto serva per immagazzinarla nel suolo, e la perdita di qualità dovuta all’ inquinamento e agli scarichi industriali, determina in maniera secca la possibilità di vita di molta per molta gente. La richiesta di profitto regola anche l’offerta dell’ acqua; lo vediamo con la veloce privatizzazione che sta subendo il settore idrico nei paesi ricchi come in quelli poveri: il profitto crea sfruttamento, del suolo e del mare. E lo sfruttamento crea morte dell’ ecosistema e dei popoli.
Le risorse del pianeta vengono usate per la politica dell’ usa e getta, senza rispetto per l’ambiente e per i popoli. La militarizzazione del mondo nei territori e nelle aule della finanza stanno devastando vite umane e risorse naturali in modo sconsiderato, e questo sta già portando a crisi ben più grandi rispetto a quelle che il mondo ha storicamente già vissuto Un capitalismo verde? Il capitale ha evitato per molto tempo gli allarmi della natura, ma alla fine deve arrendesi all’ evidenza di un imminente cambiamento, che non riuscirà a controllare; a questo punto, visto che il profitto deve continuare a crescere, e lo show deve andare avanti, è necessario aggiustare il sistema di produzione con altre tecnologie, tecnologie verdi.
L UE cerca di farsi garante di un futuro verde ma fintanto che continuerà a farsi protettrice degli interessi dei grandi monopoli europei, non ci sarà una vera soluzione per prevenire il disastro climatico. L inviolabile dottrina del trattato europeo infatti promuove i trasporti privati piuttosto che i pubblici, non promuove per nulla un agricoltura più sostenibile e la politica sul nucleare che adotta è estremamente dannosa, ma i grandi interessi delle multinazionali dell’ inquinamento e degli OGM.
Il capitalismo non è più alcuna soluzione sostenibile Esso ha generato una dinamica cancerogena di sviluppo produttivo e ha messo il nostro futuro in pericolo. La questione è: ci sono soluzioni al disastro climatico che siano compatibili con i progetti del capitalismo, così come dicono i leader borghesi e riformisti? Questa questione può essere risolta solo con un analisi delle caratteristiche del capitalismo.
Nello schema capitalista c’è una e una sola iniziativa che riguardi uomo e natura: il perseguimento del più alto profitto possibile. Uomo e natura sono solo strumenti utili a tale obiettivo- e per questo devono essere sfruttati nel modo più efficiente ed efficace. Sia i grandi capitalisti privati, che i parlamentari ora vogliono sostenibilità, a patto che questa non destabilizzi il sistema, e l’accumulazione continui.
Infondo le teorie di Maltus, hanno sempre un gran successo tra i capitalisti: crisi ecologica e povertà, sono fattori naturali, conseguenti all’ aumento di popolazione, e come tali avranno una soluzione meccanica; è inutile dire che se da un lato questo provoca una politica di odio e di conflitto, dall’altro giustificano a livello anche ideologico, sia il militarismo, sia i continui sforzi dei capitalisti di produrre conflitto all’ interno della classe lavoratrice, tra etnie e tra popoli.
Un’altra via è necessaria la crisi sistemica del capitalismo ha posto in primo piano un grosso dilemma: Socialismo o Barbarie.
Per dare un taglio al sistema, evitando la barbarie, è necessario oggi unire tutte le forze progressiste, anti-imperialiste, e anti-monopoliste del mondo, che lottano per il socialismo. La battaglia sul fronte ambientale è solo uno dei fronti che dobbiamo sostenere, come la battaglia per la sovranità nazionale e per i diritti dei popoli.
Le nostre richieste devono offrire le migliori opportunità di lotta, in favore degli interessi della classe lavoratrice. Ancora una volta l unione fa la forza, perciò tutte le richieste devono avere come obiettivo l interesse della classe, e la solidarietà incondizionata ai popoli e alle classi sfruttate, perché di questo si tratta: la crisi ecologica coinvolge tutto il mondo, e i lavoratori di ogni Paese.
Noi, come comunisti, a livello locale combattiamo la nostra battaglia, contro l impatto della crisi ambientale, organizzandoci e valorizzando tutte le forze progressiste in campo, e la classe lavoratrice. Solo quando questo obiettivo sarà raggiunto infatti, si potranno raggiungere altri importanti risultati: la prospettiva di una nuova civiltà con altri valori umani e altre relazioni umane che la guidano.
“Ognuno ha diritto alla vita”, è sancito nella Dichiarazione dei Diritti Umani dell’ ONU (1948). Noi pensiamo che il diritto alla vita, includa anche il diritto a vivere in un ambiente pulito, perché questo implica poter respirare aria pulita, coltivare suoli non inquinati, e di conseguenza avere accesso a cibo, acqua e aria non contaminata, beni essenziali per la vita.
Cosa vogliamo Il partito comunista danese aderisce completamente alla causa del movimento ambientalista. Vogliamo anche noi che la Danimarca, contribuisca in modo sostanziale alla prevenzione della crisi ambientale.
Questo significa:
- che la Danimarca aderisca e rispetti l’accordo sul clima rispetto alle emissioni di CO2, e tutte le altre misure per ridurre le cause del riscaldamento globale
- che la Danimarca, come paese industrializzato, e come Paese tra i più ricchi del mondo, basi le sue scelte su relazioni scientifiche, e che pretenda da se stessa uno sforzo sempre maggiore per la tutela dell’aria e dell’ambiente.
- che il piano pubblico incentivi e riconosca l’uso di tecnologie rinnovabili per la produzione di energia: che la ristrutturazione urbanistica in senso eco compatibile sia realizzata in tempi brevi e che i fondi pubblici siano investiti su tale settore, oltre che in ricerca sulle nuove tecnologie
- che le autorità prevedano una ristrutturazione del sistema di trasporto, basata sul trasporto ferroviario, e altri mezzi pubblici, sempre investendo sul minor impatto possibile per quanto riguarda la produzione di CO2
- che siano bloccate tutte quelle soluzioni effimere, come il mercato del Carbonio, e le riserve di CO2 scambiate tra gli stati sopra e sotto terra.
- che non siano introdotte tasse ambientali o simili, soprattutto per i lavoratori e i gruppi sociali più deboli.
- che la Danimarca si voti al biologico, e che non partecipi in nessun modo ai sistemi di agricoltura non monitorata e non ecologica nei Paesi dell’Est Europa o nei paesi in Via di Sviluppo. Denunciamo gli OGM, in mano ai monopoli internazionali e tutelati da trattati infami come i TRIPS (WTO).
- che tutti i prodotti, da quelli alimentari a quelli chimici e tecnologici, siano soggetti, prima dell’uso, a un controllo sul rischio ambientale che potrebbero causare.
- che la Danimarca deve rinunciare al nucleare, dentro e fuori dal confine nazionale come soluzione alle emissioni di CO2
Inoltre
- denunciamo il militarismo e imperialismo economico americano ed europeo. La guerra è una catastrofe per l’uomo e per l’ambiente, ovunque colpisca, e la loro complicità con le rapine delle risorse naturali di altri paesi.
- affermiamo che l’acqua, le risorse minerali, il petrolio e il gas, e la loro distribuzione, devono essere mantenuti beni di gestione e proprietà pubblica; assieme ad essi, lo smaltimento dei rifiuti, I mezzi di trasporto, le strade, e tutti I servizi: la scelta del pubblico sul privato serve a garantire a tutti, un equo standard di vita, nel pieno rispetto dei propri diritti e dell’ambiente in cui viviamo.
- tutti i processi di riorganizzazione della produzione devono servire al miglioramento ambientale e al risparmio energetico, ma molto di più la convivenza dignitosa del lavoro dell’uomo con essa.
CREDITS
Immagine in evidenza: COP15 demonstration 12 december moving towards the Bella Centre
Autore: Pechke. 12 dicembre 2009
Licenza: public domain
Immagine originale ridimensionata e ritagliata