Marco Santopadre (relazione alla Terza Assemblea Nazionale della Rete dei Comunisti)
Da anni andiamo dicendo che quello dell’Informazione è vero e proprio un campo di battaglia, e quindi un’organizzazione comunista non può non confrontarsi con questo fronte di lotta e di egemonia attrezzandosi al meglio per operare in prima linea.
Le recenti vicende in Libia hanno di nuovo riportato alla luce il nefasto ruolo delle grandi centrali della ‘fabbrica del falso’ nell’orientare l’opinione pubblica, ed in particolare quella che in qualche modo si sente e si definisce progressista, a favore dell’aggressione militare contro la Libia oggi o contro la Yugoslavia ieri o magari contro la Siria o l’Iran domani. Quanti militanti della sinistra si formano le proprie opinioni sulla base di quanto scrivono Repubblica o l’Unità, di quanto raccontano il TG3 o una Rainews 24 sempre più scialba e normalizzata? Quanto hanno fatto breccia personaggi o format che propongono la centralità del guru di turno e il modello del caso umano sfigato e perdente da raccontare ma mai da mettere al centro dell’informazione?
Credere che l’avversario sia rappresentato dai media berlusconiani vuol dire non aver compreso l’essenza di un sistema bipartizan di controllo e manipolazione delle informazioni che ha le sue filiere internazionali: dalla CNN, da Al Jazeera e da Al Arabiya fino ai siti web o ai giornali locali. Un vero e proprio sistema di gestione virtuale della realtà bipartizan che si divide e polemizza ferocemente sui simbolismi e sulle vicende giudiziarie o sulle acrobazie sessuali del premier ma che sulle questioni di fondo – economiche, ideologiche e internazionali – agisce spesso come un sol uomo. L’alternativa al monopolio dell’informazione e della comunicazione da parte del gruppo editoriale guidato da Silvio Berlusconi non può essere rappresentata da un eguale e contrario monopolio della carta stampata e delle radio che al premier si oppone ma secondo una logica spesso imprenditoriale e non certo di valori e principi.
A sinistra si è abituati a criticare i media che disinformano o manipolano la realtà. Ma tanti strumenti a disposizione della sinistra, anche quella più radicale, sono spesso sottovalutati o sottoutilizzati, e a volte utilizzati malamente con la pubblicazione di notizie che provengono dalla filiera internazionale della fabbrica del falso e che quindi diffondono una visione della realtà che non solo è antitetica alla realtà e alla verità stesse ma anche agli interessi di classe di enormi strati della società che non sono rappresentati – oltre che nella battaglia politica – anche nell’informazione.
Dalla lamentela, dalla denuncia, dal mugugno nei confronti di un sistema dell’informazione che alla censura somma e unisce la manipolazione e la disinformazione occorre passare, collettivamente, all’utilizzo intelligente e politicamente orientato dei mezzi che la tecnologia mette a nostra disposizione. La diffusione di internet permette anche a una organizzazione relativamente circoscritta di poter parlare ad un altissimo numero di persone e di soggetti sociali, nel paese c’è una voglia, una necessità di informazione indipendente e di un punto di vista alternativo a quello bipartizan che oggi è nostra responsabilità, nostro obbligo offrire nel momento in cui la Rete dei Comunisti tenta un adeguamento della propria analisi, della propria offerta politica e della propria struttura alle nuove sfide che la realtà pone ai comunisti.
Sia chiaro: di informazioni la rete e i media in generale ce ne forniscono anche troppe. Non sono la quantità o la varietà, quindi, che mancano. Il problema è offrire una informazione che sia credibile e coerente ma al tempo stesso politicamente orientata da un punto di vista e da una chiave di lettura che siano il prodotto di una riflessione collettiva, di un intellettuale collettivo capace di dire la propria e confrontarsi potenzialmente alla pari con i grandi gruppi mediatici e con i mille rivoli della fabbrica del falso. Per intenderci servono strumenti di informazione che siano ancorati ad un lavoro politico militante, continuo, interno ai settori sociali, territoriali e sindacali, non autistici interventi che pontificano sul mondo da una scrivania rinchiusa in una torre d’avorio.
Come dicevamo serve uno strumento di informazione che non sia autistico. Non ci possono essere una informazione e una comunicazione credibili senza che a sostenerle esista una solida opzione politica organizzata. Al tempo stesso non può esistere una opzione politica credibile senza la capacità di proporla a settori di massa e in particolar modo a quei settori di attivisti sociali, politici e sindacali non corrotti e non passivizzati. Abbiamo bisogno di uno strumento a disposizione di una ipotesi politica organica capace di offrire a un numero sempre maggiore di fruitori non solo informazioni spurie, per quanto interessanti, ma anche chiavi di lettura e di interpretazione della realtà che recuperino un uso sociale di categorie spesso anche da molti media che pure si pongono in maniera critica rispetto al panorama esistente. Non sono le informazioni spesso a mancare, ma la capacità di interpretare e legare tra loro fatti, eventi e tendenze e quindi di dar vita ad una opportuna ed adeguata strategia di intervento politico.
Non è quindi la propaganda ciò di cui abbiamo bisogno, ma di una informazione e di una capacità di comunicazione che siano sofisticate e complesse ma al tempo stesso accessibili a tutti. E’ per questo che poche settimane fa, ancora in una forma sperimentale e quindi migliorabile, abbiamo messo online il nuovo portale di Contropiano, che abbiamo voluto definire ‘quotidiano comunista online’.
Rispetto al precedente sito di Contropiano, il nuovo portale è concepito come un giornale in continuo aggiornamento, interattivo con i social network – che permettono di amplificare il messaggio e la discussione ben oltre gli utenti del sito, soprattutto tra i giovani – con una importanza maggiore concessa ai contributi video e audio in sinergia anche con altri soggetti della controinformazione militante attivi in vari territori. Abbiamo avuto da subito un riscontro positivo rispetto allo sforzo compiuto, con un aumento significativo delle visite al sito. Ma dobbiamo utilizzare al meglio il nuovo strumento: laddove prima c’erano un comunicato, una presa di posizione, ora c’è bisogno di un articolo, di un dibattito, di un contributo alla discussione che riescano a rompere il muro di quel conformismo che spesso a sinistra incasella i ragionamenti e i punti di vista dentro alle gabbie delle compatibilità istituzionali o di schieramento. Da questo punto di vista chiediamo a tutti e a tutte voi di diventare i terminali di Contropiano dentro i territori, nelle scuole, nelle facoltà, nei posti di lavoro, nella vostra attività di militanza internazionalista, culturale, sindacale. Di cose da dire ne abbiamo sicuramente moltissime e siamo in grado, con un minimo di sforzo, di proporre già da oggi una informazione e una comunicazione di qualità con al centro una idea strategica forte, di ricostruzione all’interno di settori sociali in carne ed ossa, di un pensiero antagonista e collettivo.