Capitale e natura – Seconda parte parte – Capitolo 6
Se nella prima parte del documento si è voluto affrontare l’analisi della contraddizione capitale-natura, sia in chiave teorica che storica, rispetto alle teorie marxiane, al movimento operaio del ‘900, all’attuale crisi del capitalismo e alle “alternative” fino ad ora proposte, l’obiettivo di questa seconda parte invece sta nell’analizzare il tema in chiave di prospettive politiche, in termini di ruolo che i comunisti possono e devono svolgere sia nella costruzione del superamento del sistema capitalistico e della sua civiltà, sia nei processi attuali, nazionali e internazionali, che stanno caratterizzando questa fase.
Come già introdotto nel Documento Politico per la Terza Assemblea Nazionale della Rete dei Comunisti, è necessario arricchire il dibattito su tali temi e cominciare a formulare delle risposte sia in chiave strategica che in quella di programma dell’immediato, che si pongano quindi nella prospettiva della costruzione del Socialismo nel primo caso e in termini di lotta di classe transitoria nel secondo.
Tirare fuori la testa dalla sabbia, ponendoci fin da ora il problema della compatibilità della pianificazione socialista con la salvaguardia delle ricchezze naturali, senza rimandarle e consegnarle ad una “soluzione naturale” e “ovvia” del momento della realizzazione del superamento del Modo di Produzione Capitalista, non è soltanto un esercizio che allena le nostre capacità teoriche, ma è anche di necessaria importanza per comprendere l’attuale e agire in questo, nelle direzione della trasformazione radicale per la prospettiva socialista.
Questo anche con la capacità di saper tentare la possibilità di coniugare le teorie e le pratiche socialiste del XX secolo, con nuovi paradigmi di contaminazione in grado di arricchirle, mantenendole sempre e comunque nella prospettiva della socializzazione dei mezzi di produzione e quindi per il Socialismo nel XXI secolo.
Come è di fondamentale importanza uscire dall’empasse che, nel migliore dei casi, limita i comunisti a delle generiche dichiarazioni di interesse verso le tematiche ambientali, o, ancor peggio, che le rende “inesistenti”. Come già visto nella prima parte di questo documento, l’attenzione verso la natura non è necessariamente un tema borghese come nel caso di molto ambientalismo già visto nel passato, ma pienamente interno al conflitto capitale-lavoro.
Si deve quindi dare una prospettiva concreta a tale impostazione politica di classe, collegando la contraddizione capitale-natura anche allo sviluppo delle attuali lotte sociali e del conflitto di classe con un programma di controtendenza partendo dall’oggi, nel quale va strettamente legato il concetto di sostenibilità ambientale dello sviluppo a quello di progresso sociale, che ponga fin da subito il problema del controllo e della redistribuzione delle ricchezze naturali.
Tutto questo non può essere possibile, tanto più nelle questioni ambientali, se non si comprende il compito della scienza, della tecnologia e della ricerca, e se non si pone politicamente il ruolo che queste possono e devono svolgere.
Come è altrettanto vera l’importanza per i comunisti di saper porre le questioni ambientali su base scientifica, sapendo coniugare le teoriche del socialismo scientifico marxista con quelle matematico-naturali, per dare a queste tutto il respiro politico di cui hanno bisogno.
Tutto quanto finora detto è un lavoro certamente non semplice ma necessario, perché unico possibile per dare forza e prospettiva ad un nostro possibile agire politico su questi temi.