La pianificazione socio-economica come risposta alla crisi globale
Autore: Luciano Vasapollo
Formato: 25×18
Pagine: 600
Prima edizione: ottobre 2011
Editore: Zambon Editore
ISBN-10: 8887826749
ISBN-13: 978-8887826746
dalla quarta di copertina
Per un lungo periodo il dibattito sulla transizione al socialismo, e quindi sulla pianificazione, è stato marcato in misura eccessiva dall’influenza della scuola sovietica, che ha assunto una posizione egemonica nel pensiero marxista internazionale e nel movimento comunista e operaio in generale. Questa situazione ha condotto a non pochi scontri, e perfino rotture nel movimento rivoluzionario internazionale e a una perdita della capacità di creazione, sviluppo e messa a fuoco critica del pensiero marxista.
La ormai da tutti riconosciuta natura globale e sistemica della crisi riapre il dibattito su quale possibile risposta; l’ingovernabilità di tale crisi e il consolidarsi del Socialismo del XXI Secolo nei Paesi dell’ALBA riaccende l’ipotesi della superiorità della pianificazione socio-economica rispetto al mercato selvaggio. Uno sviluppo pianificato riduce il costo economico-sociale al minimo ed offre le massime possibilità di soddisfazione delle necessità dell’uomo in un processo in divenire della costruzione di una società nuova. La pianificazione nel socialismo affronta ciò nonostante i limiti nella stessa misura in cui dipende da fattori oggettivi e soggettivi che non possono essere previsti e controllati in anticipo.
Nella costruzione del socialismo è evidente che è sempre l’attualizzazione contestualizzata nel reale che deve guidare la pratica dell’ideale. Il socialismo è un processo in divenire, è una costruzione, ed esiste perché lo determinano gli uomini, non è dato, va costruito giorno per giorno nei contesti differenti nei quali ci troviamo a essere soggetti di classe attivi del processo storico.
Essendo un movimento reale, quindi un processo, il socialismo ha le sue contraddizioni, ma il metodo scientifico marxiano permette di porsi davanti alle contraddizioni e proprio perché le condizioni ci sono, avere il metodo per affrontarle e superarle. Riacquisire, quindi, il senso della storia sapendo che il socialismo è una politica e un modello di organizzazione economica e sociale che non può e non deve prescindere dal corso degli eventi storici.
Ecco perché la sfida attuale di Cuba riguarda tutti coloro che considerano che un altro mondo è possibile perché è necessario da subito; riguarda anche tutti noi che lavoriamo nel cuore capitalista, al centro del sistema imperialista. Si tratta di rilanciare la validità concreta della pianificazione socialista, abbandonare definitivamente l’approccio eurocentrico e la deriva trasformista che vuole la tattica come strategia, sapendo invece accettare il terreno delle conquiste immediate e parziali come attuazione del programma minimo di classe, ma sempre e tutto interno alla strategia della trasformazione radicale e del superamento del modo di produzione capitalista.