Quaderno CESTES nr. 17
Formato: 17×24
Pagine: 106
Pubblicato: novembre 2011
PREMESSA
Che siamo dentro una crisi di tipo sistemico se ne sono accorti ormai tutti; hanno provato negli ultimi anni, quando questa verità non emergeva ancora con la dovuta forza, a dire che sarebbe stata presto superata dalle capacità rigenerative del “mercato”, che sarebbe stata come tutti i momenti di mancata crescita che si erano susseguiti dagli anni ’90; in particolare Berlusconi ed il suo Governo si sono sbracciati per mesi a dirci che il peggio era passato,che eravamo ormai alla fine del tunnel ed alla vigilia di una vigorosa ripresa.
E’ indubbiamente vero che non è la prima volta che l’economia capitalista,ed i lavoratori con essa e più di essa, attraversano una fase di crisi: quella degli ormai lontani anni ’70 ma anche quella più recente degli inizi degli anni ’90, che in Italia ha partorito la nefasta concertazione sindacale; le crisi apparentemente non esplosive, latenti ma laceranti per l’occupazione e lo Stato sociale, che hanno caratterizzato questo primo decennio del secolo.
Tutti momenti che hanno segnato la condizione del lavoro dipendente, e non solo, ma che in qualche modo sono stati se non superati sicuramente gestiti in modo tale da smentire le previsioni apparentemente più catastrofiste.
La mancata precipitazione ha fatto pensare ai lavoratori del nostro paese che comunque questo modello economico fosse l’unico possibile e che fosse sufficiente aspettare “pazientemente” ed accettare quello che le forze economiche ed istituzionali andavano dicendo e facendo nei vari momenti di crisi che si sono succeduti.
In realtà la mancata precipitazione delle diverse fasi di crisi è stata ottenuta sostanzialmente rinviando nel tempo le contraddizioni che si andavano accumulando, in particolare in quest’ultimo decennio, usandola leva della finanziarizzazione, come viene spiegato nei diversi capitoli diquesto quaderno, che permetteva attraverso l’indebitamento individuale e pubblico di limitare gli effetti della continua riduzione del reddito dei lavoratori dipendenti e variamente occupati.
Il gioco però non poteva, prima o poi, non trovare un limite, e questo è esattamente quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Non è, dunque,una crisi come le altre è, potremmo dire, la somma di tutte le altre, i cui caratteri sono tanto strutturali quanto visibili, ovvero poco mistificabili da chi vuole spacciare questo stato di cose come congiunturale, transitorio e sanabile.
Una crisi, dunque, che si “nutre” di un contesto irreversibilmente diverso dai precedenti, con un carattere sistemico dove la gestione delle contraddizioni da parte dei poteri finanziari, economici e politici risulta molto più difficile proprio all’interno delle cosiddette economie capitaliste sviluppate.
INDICE
- Introduzione
- 1° ciclo di formazione CESTES e USB
- La faccia feroce dell’Unione Europea
- R. MARTUFI e L. VASAPOLLO
- Prima parte. Il movimento dei lavoratori nella crisi sistemica. Uso della finanza e socializzazione delle perdite: un nuovo vecchio modello
- Seconda parte. Il movimento dei lavoratori nella crisi sistemica. Come utilizzare la “cassetta degli attrezzi” di Marx
- La contrazione dei contratti
- Riforma del lavoro pubblico e della contrattazione collettiva Il grande inganno