Il biocidio in Campania
Rete dei Comunisti – Napoli
I compagni della Rete dei Comunisti dell’area metropolitana di Napoli e di Terra di Lavoro intendono fare un punto politico pubblico, per favorire la discussione, la socializzazione delle esperienze e le possibili sinergie politiche ed organizzative, circa la battaglia contro il vero e proprio dispositivo di distruzione di massa – il biocidio – che sta devastando i territori e l’insieme delle forme di vita in gran parte della Campania.
Da anni, nei nostri territori, sono attivi movimenti di lotta e di protesta contro i variegati effetti dell’uso antisociale della cosiddetta emergenza rifiuti, contro la devastazione dei suoli, dell’aria e dell’acqua e contro il complesso delle politiche economiche e sociali che, a vario titolo, afferiscono all’affaire “ambiente”.
Proteste popolari poderose da tempo mettono sotto accusa il collaudato mix di interessi che tiene assieme sapientemente pezzi consistenti del potere politico, del sistema imprenditoriale e della grande criminalità organizzata. Una rete di poteri criminali e criminogeni che è la matrice vera dello stupro continuo in atto contro il territorio.
In questi ultimi mesi – particolarmente nell’area denominata La Terra dei Fuochi e nella zona di Giugliano contro l’annunciato progetto di costruzione di un mega inceneritore – c’è una ripresa della mobilitazione e dell’attivizzazione da parte di comitati, parrocchie, associazioni indipendenti ed assemblee autoorganizzate di cittadini.
Come compagni della Rete dei Comunisti riteniamo che queste vicende, ben oltre il loro portato specifico, siano tutte riconducibili, in vario modo, alla contraddizione capitale/natura che è una delle forme più avanzate dell’attuale corso della crisi sistemica del capitalismo e della più generale contrapposizione capitale/lavoro. Una crisi che, nel quadro dello sviluppo/sottosviluppo – diseguale e combinato – che segna questo scorcio della “contraddizione meridionale” e del suo palesarsi nell’area napoletana e campana, non si limita a colpire le condizioni di lavoro ma permea rovinosamente l’insieme del ciclo della vita, l’ambiente ed i rapporti sociali.
La nostra stessa partecipazione alle mobilitazioni ed al conflitto che, di volta in volta, si determinano sono parte della battaglia che conduciamo, dentro una cornice politica internazionale ed internazionalista, contro l’unitarietà dell’offensiva capitalistica, dei suoi strumenti di comando e controllo (la Troika dell’Unione Europea, la BCE), dei suoi provvedimenti finanziari ed economici (il Fiscal Compact, l’obbligo di pareggio in bilancio, i vari tetti di spesa) e sono un elemento costitutivo e discriminante della battaglia culturale e politica che avanziamo per la rottura dell’Unione Europea e dei suoi addentellati amministrativi e coercitivi.
Napoli, agosto 2013
Noi sappiamo ed abbiamo le prove.
Prove marchiate sulla nostra pelle.
Nel nostro codice genetico
e nelle nostre cellule impazzite.
Le nostre prove sono i nostri morti.
Sono i nostri figli mai nati o nati deformi.
I nostri fratelli ammalatisi troppo giovani
ed i nostri padri, le nostre madri
strappatici troppo presto.
Sono le lenzuola dei letti impregnati
di sofferenza e grida di dolore.
In passato siamo stati silenti e terrorizzati.
Poi abbiamo alzato la testa,
abbiamo cominciato a parlare e lottare.
Ma non è bastato. Non basta.
Bisogna cominciare a pensare
a restituire il terrore contro i dominanti,
contro chi ci ammazza ogni giorno nel silenzio.
Trasformiamo le nostre notti insonni
in insonnia generalizzata
e lacrime di sudore freddo per chi ci opprime.
SOMMARIO
- Saccheggio
- Biocidio
- Che fare?