Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa)
Tempo di organizzazione. Il 4 maggio a Roma daremo avvio alla fase costituente dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA) come organizzazione studentesca nazionale.
È stato un anno intenso dove, a partire da un gruppo di studenti romani, la nostra proposta ha trovato continuo interesse, prima a Roma e poi in molte altre città del paese.
Abbiamo partecipato con i nostri contenuti a tutte le mobilitazioni che hanno investito e visto protagonista il mondo studentesco e costruito noi stessi momenti importanti come il 30 Novembre, dove assieme a decine di altri collettivi da tutta Italia siamo scesi in corteo e abbiamo ottenuto un incontro istituzionale contro l’alternanza-scuola lavoro, che riteniamo essere il massimo livello raggiunto fin’ora di sottomissione dell’istruzione agli interessi del capitale
Abbiamo fatto dell’anticapitalismo, dell’antifascismo e dell’antisessismo la nostra bandiera, senza però concepire queste tematiche in modo astratto. Sappiamo bene che oggi il sistema capitalista, che sempre più utilizza elementi reazionari per contenere la rabbia delle masse, sta attraversando un profondo periodo di crisi che vede le classi dirigenti internazionali dotarsi degli strumenti adeguati per reggere la competizione globale.
In questa logica di competizione per blocchi imperialistici la nostra classe dirigente, assieme a tutte le classi dirigenti europee, rafforza il ruolo dell’Unione Europea, ente responsabile di guerre e tensioni sul fronte esterno, come in passato la Jugoslavia e in questi giorni la Libia e il Venezuela, e del massacro sociale ai danni delle classi popolari dei paesi soprattutto del sud Europa. Lottare contro l’UE, e chi in Italia la sostiene, è per noi necessario per riaprire una stagione di conquista di nuovi diritti e per dare corpo all’idea di una alternativa di società e quindi di scuola possibile.
Dalla cosìddetta “Buona Scuola” al jobs act alle politiche di austerità, tagli e sacrifici, tutte le controriforme che, non solo nel nostro paese, hanno reso sempre più precari e sfruttati i giovani e gli studenti sono state imposte dalle istituzioni europee.
L’UE come Europa dei popoli e della pace è solo propaganda, e sappiamo che è il nostro nemico da abbattere e la vera UE, quella che affama e reprime. Per farlo crediamo sia fondamentale dotarci di strumenti adeguati ad sviluppare il conflitto a livello nazionale e in relazione con le altre organizzazioni studentesche conflittuali europee, con le quali stiamo intrecciando rapporti.
Oltre a continuare a costruire collettivi cittadini e nelle singole scuole è arrivato il momento di sviluppare una moderna organizzazione studentesca che coordini il lavoro politico, sviluppi l’analisi e rafforzi l’intervento specifico e locale delle realtà in cui siamo inseriti.
Sarà un processo che non si esaurirà in breve tempo, ma ci assumiamo questa responsabilità convinti del fatto che senza una struttura nazionale capace di rapportarsi con il sindacato di classe e con le altre realtà studentesche, universitarie e politiche conflittuali la nostra rischia di essere una lotta a tempo, influenzata dagli andamenti delle mobilitazioni annuali e quindi priva di una prospettiva a lungo termine.
Troppo spesso in questi anni le lotte sono evaporate nell’arco di una stagione o sono state riassorbite dalle organizzazioni vicine al PD e alla CGIL, organizzazioni che, da convinte sostenitrici delle politiche europeiste e antipopolari quali sono, si collocano tra i primi responsabili del furto del nostro futuro e dell’odio che il nostro blocco sociale ha ormai sviluppato verso le simbologie della “sinistra”.
Tocca a noi quindi costruire l’organizzazione adeguata in questa fase, senza attendere che qualcuno ci porti la ricetta giusta proveniente da esperienze passate.
Tocca a noi dotarci di una struttura che faccia della lotta quotidiana, dell’antifascismo, dell’anticapitalismo, dell’antisessismo e della solidarietà internazionalista gli strumenti per portare via il nostro futuro dai corridoi del potere, e finalmente riappropriarcene. Il tempo è adesso, con una spinta alla storia.