La Rete dei Comunisti esprime la massima solidarietà al popolo venezuelano e al suo legittimo presidente Maduro, che stanno affrontando in queste ore l’ennesimo tentativo di destabilizzazione da parte delle forze imperialiste e golpiste.
Nella giornata di ieri l’auto-proclamato presidente, e
burattino statunitense, Joan Guaidò ha invitato all’insurrezione,
dichiarando di avere le forze armate dalla sua parte. Insieme a lui,
oltre a poche decine di militari, il leader delle guarimbas Leopoldo
Lopez, che si è sottratto agli arresti domiciliari a cui era stato
condannato per le sue responsabilità nei disordini del 2014, in cui
decine di persone avevano perso la vita.
Ma già dalle prime ore è apparso chiaro come le roboanti
dichiarazioni di Guaidò fossero basate sul nulla. Le forze armate si
sono nella quasi totalità schierate dalla parte della Rivoluzione
Bolivariane, e una folla immensa si è raccolta intorno al palazzo di
Miraflores in sostegno al governo legittimo. Gli unici disordini si sono
verificati intorno alla base militare de La Carlota, dove si sono
raccolti in sostegno ai golpisti poche centinaia di manifestanti,
provenienti dai quartieri circostanti, roccaforti della borghesia
anti-chavista.
Le forze imperialiste mondiali, gli USA in primis ma la UE a
ruota, si erano immediatamente schierate a favore del tentato golpe, e
per qualche ora i mass media occidentali hanno cercato di vendere la
fake news di un paese sull’orlo della guerra civile. Ora i golpisti si
stanno rifugiando nelle ambasciate dei paesi complici, e il presidente
Maduro ha dichiarato alla televisione che la situazione nel paese si è
stabilizzata.
Questo ennesimo fallimento, che segue il tentato colpo di
mano alle frontiere del 23 di gennaio scorso, è da un lato l’ennesima
dimostrazione della determinazione del popolo venezuelano e della
solidità dell’unione civico-militare a difesa della Rivoluzione
Bolivariana; e dall’altro è la prova delle crescenti difficoltà delle
forze imperialiste tradizionali ad imporre la propria volontà e i propri
interessi in un contesto internazionale non più uni-polare.
La posta in gioco in Venezuela va oltre la difesa del
sacrosanto diritto di un popolo di determinare il proprio destino, e
riguarda la possibilità di immaginare un modello alternativo alla
barbarie di capitalismo ed imperialismo, e la miseria e la guerra che
essa genera. È per questo compito di tutte le forze comuniste,
internazionaliste o progressiste schierarsi contro questa prolungata
aggressione imperialista e al fianco del popolo Venezuelano resistente.