Il dibattito tenuto lo scorso 3 luglio nella sede della Rete dei Comunisti a Torino ha visto un’ottima partecipazione e ha fatto emergere molti spunti di riflessione utili a comprendere le dinamiche di ristrutturazione produttiva e sociale della nostra città, nel quadro della competizione globale tra aree metropolitane e all’interno del polo imperialista europeo.
Il lavoro di analisi che abbiamo svolto, i cui primi frutti sono condensati nell’opuscolo “Torino nella competizione globale”, mostra con chiarezza il quadro di tendenziale declino e quasi-“meridionalizzazione” della città, in un processo guidato per 25 anni dal centro-sinistra e che non ha fatto altro che produrre crescenti contraddizioni sociali, poi sfociate nella vittoria elettorale della Appendino e dei 5 Stelle. Appare sempre più evidente come nemmeno questi ultimi abbiano la minima volontà politica di andare a intaccare il perverso combinato disposto di patto di stabilità, debito, predominanza degli interessi dei grandi gruppi privati e repressione che oggi determina una condizione di crescente impoverimento di sempre più ampi strati sociali; e come questa sia invece la strada obbligata da intraprendere per costruire una prospettiva di rottura a favore delle classi popolari, anche a livello cittadino.