di Alma Rivera, del Comitato Centrale del Partito Comunista Portoghese e militante della Gioventù Comunista Portoghese (JCP)da “O Militante”, Rivista teorica del Partito Comunista Portoghese, n° 361 luglio-agosto 2019
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it
Le
elezioni per il Parlamento europeo (PE) sono state avvolte dalla solita
nebbia di disinformazione e travisamento. La discussione pubblica è
stata dominata da slogan, diffusi da redazioni, programmi di commento e
cronache dei quotidiani. Questo tipo di discussione è possibile solo
perché nel corso degli anni si è cercato di distruggere gli spazi di
partecipazione popolare e di costruire narrazioni da parte dei più
svariati strumenti, dalla pubblicità sino ai contenuti dei manuali di
Storia, o anche nei momenti detti di “cittadinanza” nell’ambito delle
istituzioni.
In pratica, con l’utilizzo di un
discorso emotivo, la drammatizzazione propagandata dai centri di
diffusione dell’ideologia dominante e poi riprodotta “sul campo” da
Partito Socialista, PSD e CDS, ma anche dal BE (Blocco di Sinistra, partito aderente alla “Sinistra Europea”, NdT),
e non solo, è quella secondo cui, di fronte alla minaccia della
crescita dell’estremismo e degli euroscettici, ci sarebbe una posizione
quasi etica che ogni cittadino dovrebbe prendere: o optare per “il
pessimismo di coloro che puntano solo ai fallimenti e che vogliono un
Paese isolato” o optare per coloro che credono nel “progetto europeo e
che affrontano in modo ottimistico le sfide del futuro “. E così la
discussione si sarebbe risolta immediatamente, se non fossero stati
presenti i comunisti e la CDU (la coalizione elettorale guidata dal PCP, NdT), a cercare di portare un po ‘di rigore e obiettività alla discussione.
Qualche
anno fa, nel mezzo dell’intervento della troika, con l’impatto delle
politiche imposte per decenni dall’UE e il Patto di aggressione sulla
pelle dei portoghesi, sarebbe stato difficile per costoro avere il
coraggio di spingersi fino al punto registrato quest’anno, ad esempio,
in dozzine di dibattiti rivolti agli studenti delle scuole superiori che
votavano per la prima volta.
L’UE, in quanto istituzione, spende milioni di euro per la propaganda di auto-elogio. Oltre ai vari programmi esistenti – come Youth in Action, Erasmus +, l’attività dei centri EuropeDirect, che contengono sempre una componente legittimante del “progetto europeo”: è stato triplicato il bilancio di Erasmus +
e sono stati lanciati, alla vigilia delle elezioni, programmi e
campagne specifici rivolti in particolare alle nuove generazioni. E’ il
caso di UEandI e #GiveAVote. Pure questionari e
applicazioni attraverso i quali l’utente può scoprire “l’orientamento
del voto più vicino alle sue idee” sono stati moltiplicati, come SPACEU 2019, Match Your Vote, UE and I 2019.
Le
agenzie e i centri di studio finanziati dalle istituzioni europee
offrono anche “contenuti didattici” chiarificatori. Un esempio è il
materiale per gli studenti dell’istruzione di base, scritto dal Centro
di Informazione Europeo Jacques Delors e dal Ministero degli Affari
Esteri portoghese, in cui possiamo leggere, tra disegni e cartoni
animati, che “UE = Solidarietà tra i popoli . I paesi più ricchi devono aiutare i paesi con le maggiori difficoltà” e che “chiunque
abbia l’età per votare è importante che lo faccia per il Parlamento
europeo allo scopo di difendere i nostri diritti di viaggiare,
risiedere, studiare, lavorare liberamente in un altro paese dell’UE, per
più informazioni e più protezione nell’ambiente ».
In effetti, un gestore delle pubblicazioni della Commissione Europea appare addirittura in video dicendo senza mezzi termini: “Tutti
si sono resi conto che non saremo mai in grado di convincere la gente
del valore di essere un membro dell’UE se non lo faremo sufficientemente
con i giovani, prima che si creino pregiudizi o siano disinformati da
altre fonti”. E ciò passa anche attraverso la diffusione di
contenuti pubblicitari per bambini di età compresa tra 6 e 14 anni e la
demonizzazione delle “altre fonti”, aggiungiamo noi.
Per tutto
ciò, la CDU non ha solo presentato argomenti e illustrato le differenze
tra le forze politiche presenti nelle schede elettorali del 26 maggio.
Ha dovuto anche smantellare una gigantesca campagna iniziata molti mesi
prima con l’obiettivo di riabilitare l’immagine collettiva dell’UE e dei
suoi strumenti di dominio.
Un esempio significativo
Il
9 maggio, il “Giorno dell’Europa”, nelle scuole si sono svolti
dibattiti e conferenze sull’argomento, in alcuni con la promozione di
attività di qualità e di interesse che hanno alimentato un confronto
serio, altri meno. A Tomar, davanti a un pubblico di più di 200
studenti, la CDU si è confrontata con un singolare esempio di formazione
di opinioni condizionate.
“L’UE ha guidato la lotta contro il
riscaldamento globale e il cambiamento climatico. (…) Tuttavia, i
populismi e le pulsioni autoritarie crescono, alcuni diritti lavorativi e
sociali sono ridotti, la democrazia viene insidiata. Come membro della
gioventù comunista, quale consiglio vuoi dare ai giovani per
incoraggiarli in questa lotta mondiale per gli obiettivi dello sviluppo
sostenibile e per la difesa dei diritti umani, rafforzando così i valori
europei e il sentimento di appartenenza all’UE come comunità di valori?
Questa è stata la domanda rivolta dal moderatore.
Siamo stati
interrogati sulle opinioni date per scontate in questo dibattito. Ma
quali sarebbero i valori europei? La sottomissione degli stati ad altri,
la regressione sociale, gli attacchi alla democrazia e alla sovranità,
il militarismo, le violazioni dei diritti umani, come con i rifugiati?
Altre questioni sono state poste ai candidati degli altri partiti:
“La
legislazione europea definisce gli obblighi in materia di qualità
dell’aria nelle nostre città, riducendo l’uso di prodotti in plastica,
riducendo il roaming nelle comunicazioni, sulla qualità delle acque di
balneazione e imponendo diverse norme sulla protezione dei consumatori.
Tuttavia, stiamo assistendo al fatto che i governi nazionali si vantino
di queste misure quando ci sono effetti positivi e incolpino l’Unione
europea quando questi effetti sono meno positivi. Si consideri il caso
di tassi di interesse storicamente bassi che riflettono la politica
della Banca centrale europea, che ha effetti molto positivi sulla vita
dei cittadini, delle imprese e dell’economia nazionale, (…) ?”.
Prima
che il rappresentante del PS potesse rispondere, era già chiaro ai
presenti che la via da seguire è inevitabilmente quella di conferire
maggiori poteri all’UE, che fa così bene il suo lavoro. Dimenticando
solo che, quando si trattava di ripristinare redditi e diritti,
traducendoli in miglioramenti nell’economia, si sono incontrate
resistenze e persino opposizioni da parte di queste istituzioni, come è
successo con gli aumenti dei salari. La troika, di cui la BCE è parte,
si è sempre posizionata in senso contrario.
Nella domanda
presentata al presidente della JSD si afferma: “(…) l’Unione europea
collabora e sostiene programmi come quello di successo Erasmus +
(…)” (1) e con il rappresentante del CDS, è stata più o meno lo
stesso. Si è trattato di un modello di “discussione” formattato e
rigidamente orientato per prevenire un confronto reale di idee e un
approccio ai problemi concreti che incidono realmente sulla vita degli
studenti e delle giovani generazioni.
Per evitare che la
discussione si concentri sulla situazione concreta delle scuole che,
grazie alle politiche delle troike interne ed esterne, suscita
indignazione tra studenti e insegnanti, si preferisce proporre gli
argomenti del ricatto, della paura e della mancanza di rispetto per gli
altri popoli.
Poichè dozzine di dibattiti si sono svolti con una
logica simile, in cui le domande e l’orientamento della conversazione
sono finalizzati a valorizzare il processo di integrazione europea, a
ignorarne le conseguenze pratiche, elogiando un percorso che si afferma
essere irreversibile. Si parla di un paese che non esiste, si
dimenticano le scelte strutturali operate e si fugge sempre quando la
CDU cerca di imporre il confronto necessario sul futuro e sui suoi
percorsi.
Una battaglia nel campo delle idee che è urgente ingaggiare
Con
armi molto sproporzionate rispetto a quelle di un nemico che ha al suo
servizio potenti mezzi di disinformazione, diventa necessario
raddoppiare i nostri sforzi nell’intervento tra le fasce più giovani di
età. L’affermazione di un’alternativa patriottica e di sinistra passa
inevitabilmente attraverso la lotta quotidiana a tutta questa
manipolazione, che rende le menzogne senso comune. Non stiamo
combattendo solo contro le argomentazioni di coloro che sono al servizio
di una classe opposta, ma ci troviamo di fronte all’imposizione di un
pensiero unico che influenza realmente coloro che vogliamo portare dalla
nostra parte.
Battaglie come quella che abbiamo affrontato nelle
elezioni per il Parlamento europeo e che ora stiamo affrontando con il
processo elettorale per l’Assemblea della Repubblica, sottolineano il
valore insostituibile di un continuo lavoro di studio, chiarimento,
agitazione, mobilitazione, contatto diretto e dialogo efficace, a
partire da una posizione di reale fiducia nelle potenzialità progressive
della gioventù. Lavoriamo per essere in grado di “mettere sull’avviso i
giovani” e contrastare la brutale offensiva ideologica, il che passa
attraverso la valorizzazione degli strumenti di intervento di cui
disponiamo e che derivano solo dal nostro sforzo collettivo.
NOTE
(1) È
interessante notare che la grande bandiera di Erasmus +, il programma
di mobilità sventolato per difendere l’integrazione europea e che non è
destinato solo ai cittadini dell’UE, con le sue piccole borse di studio
non è certo accessibile a tutti gli studenti. Come spiega il fatto che,
ad esempio, nel 2016 solo il 2,6% degli studenti ha partecipato al
programma.