Quello che sta accadendo in Palestina in questi giorni è l’ennessima tappa della resistenza popolare secolare del popolo palestinese – il popolo dei giganti (“jabbarin”) come lo definì il suo leader storico Arafat – contro il progetto di colonizzazione sionista.
Allo stesso tempo è l’ennesimo tentativo dello Stato di Israele di continuare il suo storico progetto di annessione di parti della Palestina storica – come il quartiere di Gerusalemme Est Sheik Jarrah -, di continuare il proprio progetto di Apartheid dentro e fuori i propri confini nei confronti della popolazione arabo-palestinese, e non ultimo di perpetuare la volontà di eliminazione fisica dei quadri della sua Resistenza con operazioni militari che colpiscono pesantemente tutta la popolazione.
Il ritmo della vaccinazione ed in generale la gestione “differenziata” tra israeliani e palestinesi dell’emergenza Covid-19 sono l’esempio più nitido della discriminazione sistematica a cui è sottoposto il popolo palestinese che viveva già una situazione sanitaria precaria a causa delle condizioni di vita dovute all’occupazione. Di fronte a tutto questo, USA e UE – tra cui il governo italiano – sono di fatto silenti e quindi complici dell’aggressione sionista.
In particolare l’attuale amministrazione nord-americana sembra voler perpetuare il progetto di “normalizzazione” delle relazioni di differenti Stati Arabi con Israele intrapreso da Trump, e a voler mantenere una propria rappresentanza diplomatica a Gerusalemme, nel tentativo di aumentare l’isolamento internazionale dei palestinesi.
Netanyahu non è che l’ultimo dei boia che hanno preso la leadership di uno Stato colonialista, razzista e filo-imperialista, né più né meno macellaio di quelli che si sono susseguiti dalla sua nascita nel 1948 in poi e di cui numerosi “vicini” hanno subito la sua politica bellicista: Siria, Iran, Libano, Iraq per non citarne che alcuni.
Le immagini dei coloni israeliani che festeggiano l’incendio della moschea di Al Aqsa sono la rappresentazione plastica dell’imbarbarimento di una parte politicamente rilevante della sua società che sembra ormai essere l’ago della bilancia delle scelte governative, è questo il vero “modello israeliano” . Come Rete dei Comunisti siamo a fianco della Resistenza Palestinese senza se e senza ma, e scenderemo in piazza – invitando alla mobilitazione – in tutte le città in cui siamo presenti.
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA
Rete dei Comunisti