REQUISIRE E NAZIONALIZZARE LE INDUSTRIE IN MANO ALLE MULTINAZIONALI CHE LICENZIANO
Sabato 24 Luglio come Rete dei Comunisti sosteniamo e partecipiamo alla manifestazione indetta dal Collettivo di Fabbrica GKN a partire dai cancelli dello stabilimento di Campi Bisenzio.
Il coraggio dei 500 lavoratori e delle lavoratrici che hanno occupato con decisione e determinazione dopo le email con le quali Melrose Industries li ha licenziati, sono il sintomo di una forza e di una coscienza del tutto in controtendenza rispetto al livello di conflitto espresso in questa fase di profonda offensiva anti-operaia e anti-popolare nel nostro paese da parte del combinato disposto Confindustria – Governo Draghi – UE.
Come è stato detto dagli stessi lavoratori del Collettivo, il tentativo di sfondamento alla GKN ha l’obiettivo di piegare una delle esperienze più avanzate del paese in termini di Organizzazione operaia e pratica di Resistenza unitaria di tutto un territorio, quale quello fiorentino-pratese nel quale intorno alla questione operaia si sta effettivamente concretizzando una solidarietà attiva anche da parte di settori popolari esterni ai soli lavoratori, come già visto anche nella battaglia alla Texprint portata avanti dal Si-Cobas sulle 8 ore per 5 giorni negli ultimi 6 mesi, che si oppone alle condizioni di sfruttamento selvaggio nei magazzini e delle fabbriche del pratese a cui gli apparati repressivi dello stato hanno risposto in modo durissimo con multe e fogli di vie ai rappresentanti del Si-Cobas e ai lavoratori.
Il rinnovato attacco padronale che si sta scatenando sulla classe operaia italiana a partire dallo sblocco dei licenziamenti in questa tappa Fiorentina-Pratese si inserisce nella ristrutturazione capitalistica dell’intero sistema produttivo italiano, nell’oculato processo di espulsione di Lavoro Vivo in eccesso in determinati settori, come quello appunto dell’Automotive.
A nulla servono come abbiamo già visto le parole dei rappresentanti istituzionali locali Nardella, Giani o di esponenti come l’ex Presidente Rossi, che non fanno altro che mettere in mostra oltre ad una ipocrisia insopportabile, anche una manifestazione di debolezza totale nei confronti dello strapotere delle Multinazionali restando nei termini della “compatibilità” con le dinamiche del libero mercato, garantite da una UE sempre pronta a far scattare richiami e sanzioni nel caso di salvataggi di Stato.
Così come ancora più ipocrite suonano le parole del Segretario CGIL Landini, il quale fuori dal palazzo “tuona” contro la Confindustria, e dentro invece firma raccomandazioni capestri sullo sblocco dei licenziamenti, mandando al massacro centinaia di migliaia di di lavoratori.
Riprendendo le parole che abbiamo già usato in un primo momento sulla vicenda GKN: è il momento di mettere in pratica e organizzare concretamente la solidarietà di classe, ma è altrettanto necessario riuscire ad indicare i nemici dei lavoratori ed i loro fiancheggiatori, ponendo al blocco sociale degli sfruttati e delle sfruttate il piano dell’indipendenza politica dal blocco partitico parlamentare e governativo e l’autonomia sociale e sindacale dai sindacati confederali, concertativi, reazionari e padronali.
Il livello di conflitto, organizzazione, solidarietà popolare nella battaglia dei lavoratori GKN rappresenta una dinamica complessiva pericolosa per il Capitale ed i suoi Draghi, tra cui la terna CGIL-CISL-UIL il cui oligopolio rappresentativo è e sarà sempre più messo in discussione; ma starà soprattutto nella pratica di chi si riconosce in una prospettiva generale di Rottura con lo stato di cose presente, portare avanti questa lotta per la sua concreta generalizzazione politica e porsi l’ambizione di aprire una stagione di conflittualità, organizzazione e solidarietà operaia e popolare nella direzione dello SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO del prossimo 18 Ottobre chiamato da tutto il Sindacalismo Conflittuale e di Classe, per bloccare gli ingranaggi di un sistema malato e rompere le catene dello sfruttamento complessivo della vita di tutta la classe subalterne del nostro paese.
Solo la rottura delle compatibilità di impresa e la lotta per rilanciare una ipotesi di alternativa sostanziale, verso il Socialismo del Secolo XXI, potrà dare risposte strategiche ai milioni di sfruttati, gettati nella disperazione e nella miseria dalla attuale crisi sistemica del capitalismo.
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