Alessandro Avvisato
Secondo il sito “Mali web” un’ondata di manifestazioni in diverse parti del paese chiede il ripristino della sovranità del Mali e il ritiro del contingente militare francese.
La piattaforma Debout sur les remparts (Yerewolo) – organizzazione non governativa attiva in Mali – ha rivolto un appello pubblico al capo della giunta militare al potere a Bamako, Assimi Goita, con la richiesta di espellere le truppe francesi dal Paese.
Gli autori dell’appello hanno anche affermato di considerare la cooperazione con la Russia l’unica opzione accettabile per l’intervento straniero e si sono detti fiduciosi che Mosca si schiererà dalla loro parte e aiuterà a restituire la libertà al Mali.
“Noi giovani abbiamo organizzato questa manifestazione per il ritiro delle forze armate francesi dal territorio nazionale del Mali. Vogliamo dare un contributo alla soluzione definitiva della crisi e ripristinare i valori della sovranità della nostra nazione”, si legge nella lettera.
“Non nascondiamo e riaffermiamo la nostra comune disponibilità con le nuove autorità di transizione a dare priorità alla cooperazione militare con la Russia per il rapido ripristino della Repubblica, in modo da poter lottare per la stabilità a lungo termine, che porterà alla nostra sovranità assoluta”, è scritto nell’appello.
Il quale è stato diffuso poche settimane dopo l’incontro avvenuto a fine agosto tra il viceministro della Difesa russo Alexander Fomin e il suo omologo maliano Sadio Camara, a margine del forum Army-2021, che si è tenuto a Mosca, in occasione del quale le due parti hanno discusso dell’attuazione di progetti comuni nel settore della difesa.
L’agenzia Nova News riferisce che nelle ultime ore è circolata la notizia, rilanciata da diversi media internazionali, secondo cui le autorità del Mali sarebbero vicine al raggiungimento di un accordo con la società privata russa Wagner – nota per i suoi contractors militari impegnati in diversi teatri di crisi – che consentirebbe a Mosca di espandere la propria influenza nell’Africa occidentale nonostante l’opposizione di Parigi.
Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche e della sicurezza di Parigi, la Francia ha annunciato una graduale trasformazione delle sue operazioni militari nel Sahel e una riduzione della sua presenza in Mali, ed avrebbe per questo lanciato un’offensiva diplomatica per cercare di dissuadere la giunta al potere a Bamako dal realizzare questo riavvicinamento con la Russia.
Stando alle stesse fonti, l’accordo tra Russia e Mali potrebbe riguardare l’invio di un migliaio di mercenari russi in Mali e garantire al gruppo Wagner l’accesso a tre giacimenti minerari, due d’oro e uno di magnesio. Nessuna conferma né smentita ufficiale è per ora giunta da parte delle autorità maliane e russe.
La presenza russa in Africa, del resto, sembra essere cresciuta e gli eventi degli ultimi mesi non fanno che confermarlo. Lo scorso 25 maggio il Mali è stato teatro di un nuovo colpo di Stato, il secondo nell’ultimo anno.
Il nuovo presidente di Transizione, il colonnello Assimi Goita, è un ufficiale di lunga data che gode di grande fiducia a Mosca, dove ha ricevuto addestramento militare. Anche il nuovo premier da lui designato, Choguel Maiga, vanta un passato simile: partito all’età di 19 anni alla volta della Bielorussia, Maiga ha poi vissuto diversi anni in Russia dove si è laureato in ingegneria all’Istituto di telecomunicazioni di Mosca.
Inoltre, lo scorso 28 maggio alcune centinaia di dimostranti si sono radunati di fronte all’ambasciata russa a Bamako, la capitale del Mali, chiedendo l’intervento della Russia – Paese che ha contribuito ad addestrare diversi membri della giunta golpista maliana – e l’espulsione dei militari francesi.