con il saggista e militante Roberto Sassi
Via Sant’Andrea 3, Pisa
1 ottobre ore 18.00
a seguire apericena di autofinanziamento
Ad oltre un anno dall’inizio della pandemia, il mondo è cambiato in maniera radicale sotto molti aspetti:
L’emergenziale che stiamo vivendo, ci mostra come il modello di sviluppo occidentale sia distorto e non in grado di assicurare il bene comune.
A maggior ragione oggi stanno emergendo i limiti del nostro sistema, la polarizzazione sociale e la conseguente concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi.
Il carattere regressivo del capitalismo non si manifesta solo nel drastico peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, ma soprattutto nell’aumentata competizione fra blocchi geopolitici, che stanno portando a tensioni sempre più accese per la spartizione di risorse in un modo finito, e nei limiti ambientali che sono stati messi in rilievo dalla pandemia e che non sono risolvibili dall’interno.
In questo anno, abbiamo tutti vissuto un’esigenza di cambiamento rispetto alla cosiddetta “normalità”.
Il mondo non ci appare più come una superficie perfettamente levigata, ma presenta profonde fratture.
Siamo una società smarrita e priva di controllo sul proprio futuro in quanto tutto è determinato a monte da un sistema antisociale e sovranazionale che non trova vie di uscita.
Di fronte a questa incertezza è necessario ripartire dalla domanda più essenziale: che fare?
Il primo passo è sicuramente partire da un pensiero forte che sia in grado di farci da bussola.
Lenin nel “Che fare?” presenta questi tratti. Ci parla della necessità di un’analisi lucida rispetto alla fase che stiamo vivendo, a come si evolve la realtà intorno a noi da un punto di vista oggettivo e che caratteristiche presenta.
Senza questa consapevolezza, non ci incammineremo mai verso l’uscita dalla crisi economica e sociale.
Lenin ci parla , della necessità di un’organizzazione da costruire, unica arma indipendente che possiamo agitare nella battaglia contro i nostri oppressori.
Il fine è arrivare preparati agli appuntamenti che la storia ci pone di fronte: con il covid, evidentemente, non è stato così, ci siamo ritrovati scoperti e l’agibilità del nemico è stata tanta.
Ma il messaggio più importante che Lenin tramanda, è la critica allo spontaneismo che oggi mostri tutti i suoi limiti, come questo non possa essere (soprattutto in questo momento storico) un elemento su cui contare per mobilitazioni o per un cambiamento reale.
Anzi, rincorrere la spontaneità rischia di non farci percepire l’esigenza di elaborare una politica veramente indipendente del popolo per il popolo.
La pandemia ha palesato una vera e propria crisi di egemonia che ha dimostrato come la crisi di civiltà del capitalismo porti con sé un futuro di distruzione sociale, sanitaria e ambientale per l’umanità intera.
Nonostante i limiti delle nostre forze, la crepa che si è venuta a creare rappresenta un’opportunità per i giovani, per i popoli, per gli oppressi.
A partire dal Che Fare? e dalla cassetta degli attrezzi contenuta in questo libro, cerchiamo di comprendere come ancora oggi si possano trovare quelle categorie che ci permettano di affrontare la realtà che abbiamo di fronte e che ci guidino verso una risposta rivoluzionaria a questo stato di cose presenti