Con questo slogan il popolo cubano, 5 anni fa, ha salutato la “morte fisica” di Fidel Castro. I fatti ci stanno dimostrando che è uno slogan tutt’altro che retorico.
Nonostante continuino ancora oggi i subdoli attacchi degli Stati Uniti alla rivoluzione cubana, è sempre più chiaro che Fidel era ed è sostenuto da un popolo che conserva la stessa determinazione rivoluzionaria, gli stessi valori e la medesima volontà di proseguire sulla strada del socialismo. Chi s’illudeva che la morte di Fidel avrebbe significato la fine della rivoluzione cubana oggi non può fare altro che ricredersi.
Durante la pandemia le Brigate mediche Henry Reeve, fondate dallo stesso Fidel, hanno dimostrato al mondo intero uno dei pilastri della rivoluzione cubana: l’intimo rapporto che lega il popolo alla rivoluzione, lo sviluppo di “talenti” quando mancano le risorse a causa dell’infame Bloqueo.
I medici della brigate e gli scienziati che hanno sviluppato il vaccino Soberana sono la dimostrazione concreta del nesso che lega la rivoluzione e i bisogni reali dell’uomo, un legame stretto che passa attraverso un modello di sanità e d’istruzione completamente in rottura con quello capitalistico-occidentale.
Dopo due anni di pandemia globale ci ritroviamo in un mondo che sta mutando aspetto, le classi dominanti vedono scompaginato quel sistema ideologico che ha retto per anni.
Si parla di ripartenza e, insieme a questa, le classi dominanti cercano di ricostruire un sistema ideologico-valoriale che sia in grado di conservare lo stato di cose esistenti. Qui da noi, nel cuore del polo imperialista dell’Unione Europea, la retorica ambientalista serve proprio a questo. Perciò per ricordare Fidel Castro, senza formalismi, ma con lo spirito rivoluzionario che ci contraddistingue, per capire cosa è possibile fare oggi ed agire in rottura ad un modello sociale ormai non più in grado di assicurare la stessa sopravvivenza dell’uomo, riprendiamo le parole che il Comandante pronunciò nel discorso di Rio del ’92.
“Utilizziamo tutta la scienza necessaria per uno sviluppo sostenuto senza inquinamento. Paghiamo il debito ecologico e non il debito estero. Scompaia la fame e non l’uomo.
Quando le presunte minacce del comunismo sono sparite e non rimangono più pretesti per guerre fredde, corse agli armamenti e spese militari, cosa impedisce di dedicare immediatamente queste risorse a promuovere lo sviluppo del Terzo Mondo e combattere la minaccia di distruzione ecologica del pianeta? “
Rete dei comunisti
Cambiare Rotta – organizzazione giovanile comunista
OSA