Terzo incontro del ciclo A tutto Marx! La seconda lezione di Accademia Rebelde propone un primo e basilare approccio alle categorie economiche capitalistiche, lette con lo sguardo critico di Marx: partiamo dai concetti di lavoro e capitale per arrivare alle specificazioni di salario del lavoratore, prezzo delle merci e profitto del capitalista.
Appuntamento: venerdì 10, dalle ore 17:00, alla Casa della Pace di Roma – via Monte Testaccio 22.
Questo incontro ci permette di avere i primi strumenti concettuali fondamentali per potere poi accedere alla lettura del Il capitale e della sua “critica dell’economia politica”.
I testi proposti nascono da forme di comunicazione di massa, articoli su giornali e conferenze a circoli di lavoratori.
Sono testi chiari, “semplici”, ma non banali, perché mai Marx ha immaginato che accedere alle categorie del pensiero critico potesse passare da una loro banalizzazione.
Occorrerà familiarizzare con la sua “dialettica”, ossia con la sua capacità di restituire a livello del pensiero, cioè dei concetti, le connessioni esistenti nella realtà e che normalmente non vengono mostrate o, peggio ancora, vengono falsificate.
Marx si pone come pensatore critico perché vuole mostrare le “connessioni” che l’economia (o meglio, l’economia politica) non vuole o non sa mostrare.
Per questo ancora, Marx si pone come critico dell’economia politica, perché vuole mostrare che dietro quella che viene chiamata “scienza” – che dovrebbe essere oggettiva, diciamo “neutrale” – c’è una visione parziale, di parte, politica, che appunto privilegia una parte, il capitale (e i capitalisti, che lo incarnano), a danno della forza-lavoro (e dei lavoratori, che ne se sono i portatori).
Un testo meno “popolare”, ma comunque celebre dopo la sua scoperta nel 1902, è la Introduzione a Per la critica dell’economia politica, scritta nel 1857, e costituente dei suoi manoscritti preparatori de Il capitale. In questa introduzione Marx affronta le categoria di produzione, di denaro, consumo, e scambio, per finire sul “metodo dell’economia politica”.