Dal 17 al 22 gennaio la Rete dei Comunisti, insieme a Cambiare Rotta e OSA, ha organizzato il tour di proiezione in Italia del docu-film “Fedayn, le combat de Georges Abdallah”, realizzato dal Collectif Vacarme(s), in un ciclo di iniziative e dibattiti sulla storia e l’attualità della resistenza palestinese, le complicità delle potenze occidentali con l’entità sionista di Israele e la necessità di una lotta antimperialista che unisca i popoli dell’area Euro-Afro-Mediterranea.
Georges Abdallah, comunista libanese e combattente della resistenza palestinese, rappresenta – oggi più che mai – un simbolo concreto ed attivo di questa lotta internazionalista contro l’imperialismo e la sua barbarie, lo sfruttamento e la repressione delle classi popolari, sempre al fianco dei popoli oppressi che lottano per la loro autodeterminazione, nella ferma consapevolezza che lui stesso non smette mai di esprimere: “un altro mondo non solo è possibile ma necessario”.
In un “gioco giudiziario” truccato e marcio, la decisione di non rilasciare George Abdallah – liberabile dal 1999 – è una decisione politica, portata avanti dal governo francese sotto le pressioni degli USA e di Israele, nonostante due sentenze di liberazione pronunciate dal Tribunale di esecuzione delle pene. In 38 anni di detenzione, Georges Abdallah ha sempre mantenuto saldi ed intatti i suoi ideali politici, contro chi vorrebbe subordinare la sua liberazione ad una dichiarazione di rinuncia o resa di “tutta una vita di lotta”.
Il prossimo 27 gennaio si terrà al Tribunale amministrativo di Parigi un’udienza di esame alla richiesta presentata dall’avvocato di Georges Abdallah circa l’ordine di espulsione che attualmente condiziona la sua liberazione. Infatti, è il ministro dell’Interno francese – quindi il governo francese – che “deve firmare”, ma questi si rifiuta categoricamente nonostante il Libano ha dichiarato più volte di essere pronto ad accogliere Georges Abdallah.
Come Rete dei Comunisti, saremo presenti giovedì 27 gennaio, insieme ai compagni e alle compagne della Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah (di seguito il comunicato in italiano), al Tribunale amministrativo per mostrare la nostra determinazione e per continuare ad esigere la liberazione immediata ed incondizionata del nostro compagno Georges Abdallah.
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Dallo scorso ottobre, Georges Abdallah ha iniziato il suo 38° anno di detenzione. Ricordiamo che questo prigioniero politico, incarcerato dal 1984, per complicità in atti di resistenza all’invasione sionista del suo paese – il Libano – e che potrebbe essere liberato dal 1999, è tenuto in prigione per ordine del governo degli Stati Uniti, nonostante due liberazioni pronunciate dal Tribunale di esecuzione delle sentenze.
Più che mai, la richiesta di liberazione del nostro compagno deve essere difesa e riaffermata, ma non, come dice lo stesso Georges Abdallah, elemosinando la sua libertà, ma con la lotta e lo sviluppo di un reale rapporto di forza attraverso azioni militanti ovunque e su tutti i fronti. È attraverso questo ampliamento delle nostre azioni che riusciremo a costringere lo Stato francese a liberare il nostro compagno.
Ma, in questo lungo processo politico-giudiziario, è arrivato anche il momento di interpellare nuovamente lo Stato francese! Questo è ciò che l’avvocato di Georges Abdallah ha fatto in due occasioni negli ultimi tempi: nel luglio 2020, chiedendo al Ministero dell’Interno di firmare la richiesta di espulsione che è condiziona il rilascio di Georges Abdallah; poi – non avendo ricevuto risposta dal ministro, che di solito è così desideroso di espellere gli stranieri condannati da questa giustizia di classe per atti assimilati al terrorismo – nel novembre 2020, al Tribunale amministrativo dove è stata presentata una richiesta affinché sia ordinata l’espulsione di Georges Abdallah dal territorio francese.
L’esame di questa richiesta avrà luogo giovedì 27 gennaio 2022, si terrà al Tribunale amministrativo un’udienza per decidere definitivamente su questa nuova domanda.
Cerchiamo di essere numerosi quel giorno davanti al Tribunale e nell’aula di questa seduta pubblica e facciamo sentire il più possibile questo grido per la libertà di Georges Abdallah. Ricordiamo quel giorno, ma anche ad ogni momento e ad ogni mossa dei rappresentanti dello Stato francese e in particolare dell’attuale ministro dell’Interno, l’imperativo: “deve firmare!”.
Attraverso questa pressione continua, nella diversità delle nostre espressioni, otterremo che la liberazione del nostro compagno sia tradotta in azione da questa firma.
“Deve firmare!”
Che mille iniziative fioriscano per la liberazione di Georges Abdallah!
È insieme e solo insieme che vinceremo!