Rete dei Comunisti
Il 13 marzo si terranno le elezioni politiche in Colombia – saranno eletti 108 senatori e 188 membri della “Camera dei Rappresentanti” – , seguite da quelle presidenziali il 29 maggio, con eventuale ballottaggio il 19 giugno.
Potrebbero essere elezioni storiche in cui gli assetti di potere che mutatis mutandis hanno storicamente caratterizzato il paese, potrebbero cambiare radicalmente a danno delle oligarchie “nazionali” e dei loro sponsor occidentali.
Il 13 marzo sarà anche il giorno in cui la coalizione progressista “Pacto Histórico” – che raggruppa una dozzina circa di formazioni politiche – sceglierà il suo candidato Presidente.
L’ex sindaco di Bogotá Gustavo Petro di Colombia Humana è il favorito, seguito dalla leader ambientalista afro-colombiana Francia Màrquez di Soy Porque Somos.
Il Pacto sfiderà le altre coalizioni elettorali: la centrista Centro Esperanza, la conservatrice Equipo Colombia, e l’ultra-destra Nos Une Colombia, formata da partiti evangelici.
Petro, dato vincitore in tutti i sondaggi per le elezioni presidenziali forse già al primo turno, è un ex militante della guerriglia urbana del Movimiento 19 de Abril negli Anni Settanta e Ottanta, e deve l’inizio della sua notorietà da quando – dopo essere stato eletto senatore nel 2006 – ha puntualmente denunciato la cosiddetta “parapolitica” divenendo poi sindaco della Capitale.
Si tratta di una trama di poteri che ha caratterizzato l’”Uribismo” che ha visto l’intrecciarsi di narco-traffico, potere politico e para-militarismo divenendo l’attuale sistema di dominio, ora in manifesta crisi di legittimità.
Ciò che le oligarchie temono del processo politico iniziato con il PH è che “inneschi un processo di cambiamento che dia il potere ad ampi settori sociali impoveriti, emarginati ed esclusi da ciò che chiamano “democrazia” e “sviluppo”, che potrebbe mettere in pericolo i privilegi di cui hanno fatto tesoro nei secoli in cui il loro dominio è stato imposto col sangue e col fuoco” ha scritto la rivista Proclama il dicembre scorso.
Il Paese ha conosciuto lo sviluppo di una inedita ondata di proteste la scorsa primavera – el Paro Nacional – che ha scatenato una violentissima reazione degli apparati di sicurezza.
Secondo la ONG Temblores, durante il Paro si sono registrati 44 omicidi per mano della forza pubblica, di altri 29 non si conosce la responsabilità, 1.617 sono stati vittime di violenza fisica, 82 hanno subito ferite agli occhi, 28 sono state vittime di stupro e più di 2.000 sono stati le detenzioni “arbitrarie”.
Ma rivolgendosi ad altre fonti autorevoli in materia cambiano i numeri ma non l’ordine di grandezza di un fenomeno emerso a livello di massa e che ha riguardato strutturalmente il modus operandi dell’oligarchia colombiane e dei suoi alleati occidentali che hanno praticato – e continuano a praticare – l’omicidio politico di massa per mano dei sicari para-militari come degli apparati di sicurezza ufficiali.
Gli ultimi esempi di questa lunga scia di sangue sono stati i leader sociali e gli ex-membri delle FARC, uccisi dalla Firma degli Accordi di Pace nel 2016.
Secondo Indepaz, sarebbero 1.300.
Dall’inizio di quest’anno sono stati 13 i leader sociali uccisi, e ben 13 i massacri compiuti.
Per far comprendere meglio la posta in gioco di queste elezioni – che hanno un significato che va ben oltre i confini colombiani ma investe tutto il continente – e la forma specifica in cui si è articolato il terrorismo di stato nel paese, come Rete dei Comunisti abbiamo tradotto e sottotitolato in italiano questo video di una dozzina di minuti di Prensa Alternativa: “Oligarquia colombiana dispuesta a sacar del mapa a Gustavo Petro!”. È un video che compie anche un excursus storico sugli assassini politici nei confronti dei candidati presidenziali progressisti in Colombia ed in generali sulla repressione, al limite del vero e proprio genocidio politico, delle forze del cambiamento..
Jorge Eliéser Gaitán ucciso nel 1948, Jaime Pardo Leal nel 1987, Luis Carlos Galán 1989, Bernardo Jaramillo Ossa nel 1990, tra gli altri, sono tutti leader politici popolari che potevano aspirare alla presidenza.
Le caste parassitarie che governano la Colombia sono disposte a tutto per impedire che Petro diventi presidente.