Venerdì 11 febbraio a Firenze di fronte alla regione Toscana
Rete dei Comunisti – Toscana
La crisi sistemica che continua ad attanagliare l’occidente capitalistico si presenta in forme spurie e relativamente originali, come avvenuto nel nostro paese con la rielezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica, che perpetua la serie infinita di “vulnus” al dettato costituzionale, affossato “de facto” dai diktat dell’Unione Europea, a partire dalla modifica dell’Art. 81 con l’inserimento del pareggio di bilancio.
La convivenza con la pandemia, oltre a lasciare sul terreno altre migliaia di morti che pesano sulla coscienza (si fa per dire) di questa classe dominante e imprenditoriale, non aiuta la ripresa economica, azzoppata da una pericolosa competizione interimperialistica in corso, foriera di scontri militari (Ucraina ma non solo) e di tensioni sempre maggiori sul controllo delle risorse strategiche e dei semiconduttori, che determina le attuali fiammate inflazionistiche.
In questo contesto la pace sociale che l’Unione Europea tenta di imporre nel nostro paese attraverso il binomio Draghi/Mattarella, che sopperisce ad una classe politica allo sbando, si sta incrinando in più punti, come dimostrano le recenti mobilitazioni operaie e studentesche. Queste ultime, soprattutto dopo l’omicidio di Lorenzo Parelli a Udine mentre svolgeva uno stage in alternanza scuola lavoro in una fabbrica, sono state duramente represse in tutta Italia da precise indicazioni governative.
Il tentativo di recupero del PD e le squallide operazioni della CGIL per mettere sotto controllo un movimento studentesco in gestazione, evidenziano la preoccupazione dell’establishment rispetto a queste insorgenze. La fiera resistenza alle ingerenze da parte dei giovani convenuti nell’assemblea nazionale della “Lupa” del 5 e 6 febbraio a Roma, sono un chiaro segnale di incompatibilità alle sirene governiste che fa ben sperare.
La Rete dei Comunisti vede in queste mobilitazioni un segnale di ripresa del conflitto organizzato, ancora largamente insufficiente a rispondere ad una offensiva padronale che dura da oltre un trentennio, proprio per questo da sostenere e coltivare con ogni risorsa a disposizione. La ricomposizione del conflitto va declinato a livello territoriale, in ogni occasione ove esso si rappresenta sul terreno dell’autonomia e dell’indipendenza dal sindacalismo concertativo e da una sinistra filo governativa in chiara difficoltà.
La situazione economica e sociale toscana, rappresentata come regione virtuosa e progressista, è ben rappresentata dai numeri di una crisi che morde e che non trova alcuna risposta da parte della Giunta Giani, se non le solite improntate al solito servilismo neoliberale verso il sistema industriale, la logistica privata e i servizi all’impresa. Oltre 50 le crisi aziendali che riguardano circa 20mila lavoratori, una povertà assoluta che supera quella nazionale, con oltre il 6% di nuovi poveri in maggioranza giovani, un mercato del lavoro che propone mansioni povere e precarie, un sistema scolastico e universitario abbandonati a se stessi.
Questo è lo stato dell’arte di una Giunta Regionale da mettere all’indice come responsabile diretta dell’attuale disastro economico, sanitario e ambientale, contro il quale l’Unione Sindacale di Base chiama a raccolta. Venerdì 11 febbraio saremo al presidio di Firenze, e facciamo appello ai settori giovanili e studenteschi a partecipare alla mobilitazione, rendendo concreta quell’unità operai / studenti che non a caso preoccupa l’attuale classe politica e i padroni.
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