Quella interna verso studenti, lavoratori e settori sociali, quella esterna, sulla quale soffiano i paesi imperialisti
Rete dei Comunisti – Toscana
I numeri che ogni anno l’INAIL emette sugli infortuni e le morti sul lavoro ci parlano di una vera e propria “guerra” che si svolge sui posti di lavoro. Oltre mille morti dichiarati ogni anno, centinaia di migliaia d’infortuni, molti dei quali invalidanti. Negli ultimi due anni si sono aggiunte le vittime di una gestione criminale della pandemia.
È il costo che pagano i lavoratori e i settori popolari sull’altare delle logiche del profitto, governate a maglie sempre più strette dai diktat dell’UE, attraverso proconsoli come Mario Draghi, insediato senza alcuna legittimazione elettorale al comando di un esecutivo allo sbando. In questi giorni, insieme ai tanti lavoratori, sono stati uccisi due giovanissimi studenti, impiegati gratuitamente attraverso la famigerata alternanza scuola – lavoro, voluta dal PD e sostenuta da CGIL CISL UIL, come via per educare i giovani studenti medi a svolgere mansioni semi schiavistiche.
Come sempre nella storia del conflitto di classe, l’unità – parola usata a vanvera da tanta “sinistra” – si intravede nelle pieghe delle contraddizioni che il nemico di classe determina. Una unità con il mondo del lavoro colta gli studenti medi, scesi a decine di migliaia in piazza per gridare la loro rabbia di fronte alla morte dei loro coetanei, esattamente come i loro padri sui cantieri, nelle fabbriche, per le strade. Le bastonate sugli studenti ordinate dal governo Draghi e dalla sua ministra/prefetta Lamorgese, si sono trasformate in più subdoli tentativi di infiltrazione nel movimento, da parte della CGIL e dei giovani del PD, per riportare all’ordine e alle compatibilità di sistema le occupazioni e i cortei. La partita è aperta, e la manifestazione studentesca del 18 febbraio sarà un altro passo per cementare l’autonomia studentesca contro questi tentativi d’ingabbiamento governista. A quella manifestazione la Rete dei Comunisti parteciperà come atto di solidarietà e vicinanza con gli studenti.
Ma la guerra interna non è sufficiente ai paesi imperialisti per tentare di risalire la china di una crisi di sistema che non si risolve, anzi si approfondisce sempre di più, dimostrando l’incapacità del capitalismo a rispondere ai bisogni e alle aspettative di una vita migliore di miliardi di persone. La strada della guerra guerreggiata è sempre aperta, come estrema ratio per frenare il declino statunitense e rilanciare il progetto imperialista europeo.
Lo si è visto in questi giorni ai confini tra Ucraina e Russia, dove si confrontano ipotesi opposte e divaricanti di soluzione delle controversie tra Russia, USA, NATO e UE. Il tentativo statunitense, a oggi fallito, di riportare nel cuore d’Europa una guerra potenzialmente devastante ha dovuto fare i conti sia con l’assertività del Cremlino, sia con l’opposizione dei principali paesi europei, dipendenti dal gas russo e da un potente import export che dà fiato a una economia in difficoltà.
L’Unione Europea sta costruendo un sistema economico, finanziario e militare che si configura come un super Stato imperialista, in competizione con l’alleato/avversario statunitense. La destabilizzazione continentale sarebbe funzionale alle mire di Washington, non certo di Bruxelles, orientata a rendere sicuro il proprio retroterra, proiettando le proprie truppe in altre zone del mondo, dal Medio Oriente al Sahel.
Per questo, mentre ci battiamo contro il progetto neo imperialista UE, indichiamo come nemico principale della pace nel cuore del continente europeo gli USA e le sue basi militari.
Sabato 19 febbraio saremo di fronte alla base USA di Camp Darby, rispondendo all’appello di Potere al Popolo! invitando tutti i comunisti e gli antimperialisti a partecipare.
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