Giovedì 17.3.22 h. 17.30 Aula RM di Palazzo Ricci, facoltà di Lettere, Via Collegio Ricci 10, Pisa
Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta – Organizzazione Giovanile Comunista
La guerra in Ucraina ci costringe ad una riflessione e ad un’analisi collettiva sugli eventi in corso, sugli interessi in gioco e sulle conseguenze materiali che il conflitto ha e avrà sulle nostre vite.
Siamo di fronte ad un conflitto che assume le caratteristiche di un primo, vero confronto tra grandi potenze dopo la fine della seconda guerra mondiale, foriero di sviluppi bellici molto pericolosi per la stabilità e la pace nel mondo.
La Russia con la volontà di fermare l’espansione ad est della NATO dimostra di essere un attore vivo e non più in ritirata, a rappresentare gli interessi di una borghesia rapace, cresciuta sfruttando e depredando le grandi ricchezze collettive dell’ex Unione Sovietica. Un conflitto finalizzato, quindi, alla difesa e all’espansione della propria area di influenza, che vede come antagonisti di primo piano non tanto e non solo il governo ucraino, ma soprattutto l’imperialismo statunitense ed europeo.
In una fase di forte declino della propria egemonia sul mondo, gli Stati Uniti hanno visto in questo conflitto l’occasione per ripristinare la propria influenza in un’area strategica, tentando di ricompattare sotto il suo dominio i paesi dell’Unione Europea, che in questi anni avevano sviluppato sempre più strette relazioni economiche e commerciali con la Russia.
L’Unione Europea, invece, sta utilizzando il conflitto per accelerare il processo di integrazione imperialistica che troverà compimento nella costruzione dell’esercito comune europeo. Altro obiettivo che si prefiggono i leader europei è quello, più problematico, del progressivo sganciamento dalla dipendenza energetica verso la Russia.
Il conflitto in corso si inserisce all’interno di una crisi climatica ed energetica senza precedenti. L’Unione Europea con il Recovery Found (in Italia declinato attraverso il PNRR) si accingeva a realizzare una presunta transizione “green”, basata sul nucleare e sul gas naturale. La netta rottura delle relazioni economiche con la Russia non potrà che avere delle conseguenze sulla politica energetica e climatica, ma anche sulla vita delle grandi maggioranze, già prostrate dalla pandemia e dalle crisi precedenti. L’aumento delle tariffe, dei prodotti energetici e, a caduta, di tutti i prodotti di prima necessità, aprono la strada ad una fase di forti conflitti sociali.
Vogliamo infine denunciare l’esistenza di un clima avvelenato e sempre più bellicista, fomentato dal governo Draghi, che infesta la nostra opinione pubblica. Il mondo intellettuale e quello dei mass media più che interessarsi alla pace hanno riscoperto il fascino per l’elmetto, in un vero e proprio spirito interventista che coinvolge ampi settori dell’opinione pubblica e del mondo della cultura.
Siamo di fronte a cambiamenti epocali del quadro politico internazionale, nei quali i comunisti debbono contestualizzare e attualizzare la loro lotta contro la guerra, la Nato e il nostro nemico principale, che rimane il polo imperialista europeo, espressione di un modello di sviluppo che produce guerra e barbarie, al fine di risolvere la più grave e profonda crisi del capitalistico, che bussa alla porta di tutta l’umanità.
Una guerra alla quale stiamo partecipando attivamente non solo con una propaganda martellante, al fine di plasmare un nuovo “nemico assoluto”, ma anche attraverso una partecipazione attiva del nostro governo e del nostro esercito, attraverso l’invio di uomini ed armi ad alimentare il conflitto in Ucraina.
L’incontro di giovedì 17 marzo ore 17.30 in aula RM di Palazzo Ricci sarà quindi di riflessione ma anche di sollecitazione alla lotta contro la guerra. Sabato 19 marzo ci aspetta una mobilitazione contro il trasporto di armi che parte dall’aeroporto militare di Pisa verso le basi USA in Polonia. In quel giorno saremo tutti all’aeroporto di Pisa per dire NO! ai voli della morte.