Tutti alla manifestazione del 19 marzo all’aeroporto di Pisa
Rete dei Comunisti
USA, UE e NATO stanno alimentando la guerra in Ucraina. Dopo aver circondato in pochi anni la Russia, costringendo il governo Putin ad intraprendere una avventura militare per garantire lo “spazio vitale” alla propria borghesia, tutte le mosse intraprese in questi ultimi giorni di guerra fanno presagire un incrudimento del conflitto. L’obiettivo è realizzare progetti contrapposti di paesi imperialisti in lizza per la supremazia mondiale.
Il governo russo continua nella sua politica di potenza, già sperimentata in Cecenia, Georgia, Siria ed ora in Ucraina. L’obiettivo della “Grande Russia”, nell’accezione putiniana, passa attraverso l’abiura e la condanna della politica di autodeterminazione dei popoli sviluppata da Lenin e dall’Unione Sovietica verso i paesi che la componevano. Una abiura che non è stata sufficiente ad accreditarlo come pari tra le fila della borghesia imperialista occidentale.
Gli USA usano il conflitto nel cuore d’Europa per fiaccare sia il gigante russo, sia gli “alleati/competitor” europei, dopo le clamorose sconfitte in Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e in America Latina. Il declino statunitense apre la strada ad una instabilità multipolare di cui il conflitto in Ucraina è solo un epifenomeno.
L’Unione Europea ha affrettato i tempi di costruzione di un esercito europeo in grado di dare uno strumento militare al super Stato imperialista in costruzione. Il documento conclusivo del vertice straordinario del Consiglio Europeo di Versailles dell’11.3.22, contiene impegni concreti e scanditi temporalmente sul piano della concentrazione delle industrie e delle tecnologie militari nell’Unione Europea e dell’aumento delle spese militari.
Siamo quindi di fronte a imperialismi e potenze nemiche dei propri popoli, che usano la forza delle armi per tentare di risalire la china di una crisi sistemica del capitalismo che non trova soluzione, ma anzi avanza a grandi passi verso nuove catastrofi e conflitti.
Dopo oltre due anni di pandemia, che non accenna a finire, ci troviamo in piena guerra, con le retrovie ad attizzare il fuoco, attraverso sanzioni, addestramento di truppe neo naziste, invio di armi e munizioni. Il confine tra l’attuale situazione e una deflagrazione generalizzata è sempre più labile.
Il nostro paese mantiene un ruolo centrale in queste politiche belliciste. La miriade di basi USA, NATO, UE presenti sui nostri territori sono un retroterra strategico per supportare qualsiasi operazione militare. Lo abbiamo visto con la distruzione della ex Jugoslavia e di tutti i paesi aggrediti in questi anni dall’alleanza atlantica e dagli USA.
Lo vediamo in questi giorni con il ponte aereo che utilizza il più grande hub aeroportuale militare italiano, di stanza a Pisa, al fianco dell’aeroporto civile G. Galilei, anch’esso interessato al traffico d’armi, grazie alla connivenza del governo Draghi con quello ucraino, che invia giganteschi Antonov sotto falsa copertura “umanitaria” per trasportare armi in Polonia, dove poi vengono trasportati via terra nelle basi militari ucraine. Una operazione di ostilità manifesta della NATO contro la Russia, che può aprire in ogni momento le porte alla catastrofe nucleare.
Il governo Draghi è all’avanguardia delle politiche belliciste occidentali, decretando lo “stato di emergenza militare”. Il nostro paese è in guerra, non contro Putin ma contro i popoli investiti da questa nuova fiammata bellica. Il popolo ucraino, quello russo ma anche i popoli europei stanno subendo, in forme diverse e con varia intensità, le conseguenze di questo stato belligerante.
Sta ai comunisti prendere in mano la bandiera della lotta contro le guerre imperialiste, trasformandole in guerra di classe contro i nemici della pace e dell’umanità.
Questo faremo partecipando alla manifestazione di sabato 19 marzo a Pisa, di fronte all’aeroporto. Appuntamento alle ore 15 nel piazzale del G. Galilei.
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