Proiezione della Prima stagione della webserie “Matarife” di Daniel Mendoza Leal
Rete dei Comunisti – Cambiare Rotta
Nel quadro della campagna di solidarietà con i governi socialisti e i processi progressisti in corso in America Latina, si apre in tutta Italia un ciclo di iniziative sulla Colombia, con la proiezione della prima stagione della serie “Matarife”, basata sulle inchieste dell’avvocato e giornalista Daniel Mendoza Leal, che ha ispirato le proteste del Paro National.
Il 13 marzo si sono svolte le elezioni politiche in Colombia e le primarie delle tre principali coalizioni per eleggere il candidato presidenziale.
Il Pacto Histórico, la coalizione progressista che raggruppa una dozzina di formazioni politiche, è la prima forza politica in Senato e la seconda nella Camera Bassa. Sommando tutti i voti di Camera e Senato, è la prima forza politica del paese.
Un exploit confermato anche dal grande afflusso alla consulta che ha deciso con oltre quattro milioni e mezzo di voti di eleggere Gustavo Petro come proprio candidato presidenziale, seguito da Francia Màrquez sostenuta dal Polo Democratico, candidata alla vice-presidenza.
Le elezioni presidenziali si terranno il 29 maggio e, se nessun candidato ottenesse il 50% più uno dei voti, si andrà al ballottaggio il 19 giugno.
Le classi dirigenti colombiane ed i loro alleati internazionali, nonostante la chiara sconfitta dell’“uribismo”, faranno di tutto per impedire la vittoria dei progressisti. Le oligarchie che hanno dominato la Colombia non intendono certo perdere la propria rendita di posizione, nonostante non siano più in grado di esercitare una egemonia, e giocheranno tutti gli strumenti, legali e non, per non cedere il loro potere.
Gli Accordi di Pace sono stati abbondantemente disattesi, considerato l’alto numero di omicidi politici nei confronti degli ex-guerriglieri delle FARC (più di 300), ed in generale degli attivisti politici (più di 1300 dalla firma degli accordi). La Colombia è al primo posto al mondo di questa tragica “classifica” di omicidi politici seguita da Messico e Brasile.
La pandemia non ha fatto che aggravare le condizioni di vita nel Paese, dove più di 6 milioni di persone sono state contagiate e circa 140 mila sono decedute.
L’oligarchia non ha mai ceduto “un centimetro” della sua rendita di potere alle classi popolari, e la crisi non ha fatto che aumentare la polarizzazione sociale.
La delegittimazione dell’élite politica a causa delle mancate risposte alle domande della popolazione rispetto a numerosi questioni ha portato allo scoppio di un movimento inedito tra l’aprile e l’agosto dell’anno scorso, sviluppatosi dalla richiesta di ritiro di una riforma fiscale assolutamente iniqua ma ampliatosi molto nei suoi contenuti toccando i temi che sono stati poi largamente ripresi dal programma del PH.
Con queste elezioni politiche il sistema di potere “uribista” che ha intrecciato narco-traffico, rendita politica, e forze paramilitari legate agli apparati di sicurezza dello Stato – dal 2017 membro della NATO – è stato scalfito, e la possibile vittoria alle presidenziali di Petro potrebbe contribuire ad indebolirlo ulteriormente.
Siamo al fianco dei popoli dell’America Latina che stanno cercando una propria traiettoria di emancipazione dal neo-liberismo, dall’imperialismo statunitense e dal neo-colonialismo europeo. Come abbiamo ribadito con l’inizio della campagna nazionale in solidarietà con l’America Latina, ci impegneremo nel sostenere questa coalizione progressista nella certo non facile battaglia per le elezioni presidenziali.