Rete dei Comunisti
A febbraio i delegati e le delegate della catena del valore avevano lanciato un appello: “è l’ora della variante operaia: senza lavoratori non c’é ripresa”.Il comparto del Lavoro Privato di USB l’ha fatto proprio a metà marzo, lanciando lo sciopero del 22 aprile, con una manifestazione nazionale a Roma.
Sono molti i motivi che inducono l’Unione Sindacale di Base a indire questa giornata di astensione dal lavoro e di mobilitazione, in un contesto in cui i costi della crisi pesano da tempo sulle spalle delle classi subalterne, così come le scelte belliciste dell’attuale esecutivo.
Le politiche di Draghi ci stanno portando sia verso una pericolosa spirale di escalation del conflitto ucraino, senza che s’intravedano soluzioni diplomatiche all’orizzonte, che in direzione di una sempre più marcata austerità.
Mentre il quadro della rappresentanza politica istituzionale si è quasi completamente allineato sulle decisioni imposte del governo – non ultimo rispetto alla guerra – CGIL, CISL e UIL hanno dimostrato ulteriormente la loro subalternità – senza quasi battere ciglio – accettandone supinamente le scelte.
Una classe politica indecente ed una altrettanto indegna burocrazia sindacale avvallano le scelte di fondo per il nostro paese prese a Washington e Bruxelles.
In questo contesto solo le parti più avanzate del sindacalismo indipendente e combattivo ed un rinvigorito movimento studentesco è riuscito a rompere la pace sociale, incrinando il consenso nei confronti dell’esecutivo a cominciare dal riuscito sciopero generale dello scorso 11 Ottobre.
E proprio un appello dei delegati e delle delegate dell’USB si rivolge direttamente a quei giovani, invitandoli alla partecipazione alla mobilitazione del 22 aprile a cui l’Organizzazione Studentesca d’Alternativa ha risposto con entusiasmo lanciando uno sciopero studentesco per quella giornata ed un invito a convergere sulla piazza romana.
Una unità che va consolidandosi con le varie iniziative contro la provocazione ordita ai danni di USB mercoledì 6 aprile a Roma, e nelle varie iniziativa territoriali che si stanno tenendo.
Per questo l’unione delle punte più coscienti e combattive di operai e studenti, “figli della stessa rabbia”, diviene la base materiale su cui costruire un’ipotesi di alternativa politica all’esistente, attraverso il conflitto sociale, che metta in discussione un modello di sviluppo entrato in una crisi difficilmente reversibile in grado di offrire all’umanità solo un futuro di guerra, miseria e barbarie.
Fatto non secondario: in questi tempi di guerra l’azione coraggiosa di avanguardie operaie ha tramutato la propria obiezione di coscienza in azioni concrete rifiutandosi di divenire meri ingranaggi della macchina bellica sia a Pisa che a Genova, raccogliendo un significativo supporto alle proprie iniziative e dimostrando che è possibile intraprendere azioni efficaci ed agglutinare attorno a sé un ampio fronte di consenso che va ben oltre i perimetri del sindacato.
Proprio l’evidenziarsi di questa possibilità di lotta ed unità deve impegnare la sinistra politica e di classe, i settori coerentemente democratici del nostro paese a dare vita ad un ambito totalmente indipendente dalle politiche del governo Draghi e dell’Unione Europea guerrafondaie ed antipopolari.
Come Rete dei Comunisti appoggiamo attivamente la costruzione dello sciopero del 22 aprile e la mobilitazione nazionale a Roma. I comunisti devono svolgere fino in fondo la propria funzione di orientamento complessivo fuori dalle logiche della mera testimonianza, dentro i processi concreti di organizzazione di classe nei comparti più combattivi, e far intravedere una possibilità di rottura dello sterile attendismo di chi è un “utile idiota” del governo della guerra e dell’austerità.