I quartieri popolari sono il nemico pubblico numero uno!
Rete dei Comunisti – Roma
Uno Stato che entra in regime di guerra, per ora dal punto di vista economico e, “indirettamente”, dal punto di vista militare, ha un estremo bisogno di controllare, reprimere e silenziare il nemico interno.
I lavoratori organizzati, i quartieri che si ribellano e le soggettività politiche antagoniste al governo Draghi, sono questo nemico.
Le denunce per le proteste di San Basilio dello scorso marzo, così come le centinaia di morti sul lavoro o la repressione sistematica ai militanti sociali e politici, sono un esempio di tale bisogno.
Ma sono anche il sintomo della debolezza strutturale del capitalismo italiano, alle prese con una crisi politica, economica e sociale di lungo corso, con un paese frammentato e addormentato sulle proprie disgrazie, in lento scivolamento verso la miseria, i cui colpi tuttavia potrebbero risvegliare lo spirito di lotta e Resistenza che ha scacciato il fascismo, defenestrato la monarchia e tentato un primo assalto al cielo.
Compito dei comunisti è tessere quei fili in grado di organizzare lavoratori, migranti, nuove generazioni, disoccupati, abitanti dei quartieri popolari, resi subalterni da questo sistema basato sullo sfruttamento dell’essere umano e e della natura, nella soggettività in grado di abbattere il capitalismo e avviare la transizione a una società giusta, cooperativa e solidale. In altre parole, al Socialismo del XXI secolo.
Leggi qui il comunicato dell’Asia-Usb Roma sulle denunce di San Basilio