Rete Dei Comunisti
La recente manovra repressiva nei confronti del sindacalismo conflittuale si inserisce in un clima politico in cui nessuno deve “disturbare” il manovratore, cioè Mario Draghi.
Draghi è il punto di equilibrio tra gli interessi delle oligarchie europee, che con la sua nomina a Presidente del Consiglio hanno commissariato il nostro paese, ed i desiderata di Washington.
L’ex-capo della BCE è il punto più avanzato sul continente dell’euro-atlantismo in politica estera e dell’austerità in politica interna, chiamato a gestire un delicato passaggio di fase che non deve trovare di fronte a sé alcun ostacolo sia di natura politica che di profilo sindacale.
L’unica forma di sindacalismo consentito è quella servile della dirigenza di CGIL, CISL e UIL che l’invoca a rimanere lì dov’è solo al comando, pronta a co-gestire la pesantissima crisi sociale che avanza in nome di un nuovo “patto sociale” che è la più ignobile capitolazione di fronte agli interessi padronali.
Per questo l’ordinanza di custodia cautelare del GIP di Piacenza, scaturita da 7 anni di indagini, è un ordinanza ad orologeria, frutto di un teorema giudiziario con cui si vorrebbe liquidare una delle più importanti esperienze di sindacalismo conflittuale e di concreta possibilità di riscatto per una parte rilevante dei subalterni, per annichilire lo sviluppo di un nuovo movimento operaio e di una opposizione politico-sociale in grado di porre al centro priorità antitetiche rispetto a quelle dell’agenda del governo.
L’ordinanza di custodia cautelare a domicilio del GIP di Piacenza – la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per tutti – è stata emessa per 4 dirigenti del Si.Cobas e 2 dell’Unione Sindacale di Base, oltre ad essere state misure emesse misure meno afflittive per la libertà personale, come il divieto di dimora e l’obbligo di firma per altri due sindacalisti.
Nelle 350 pagine con cui vengono “giustificati” i provvedimenti e vengono esplicitati i capi d’imputazione – due “associazione a delinquere” e 150 fatti criminosi specifici – sono frutto di indagini iniziate nel 2016, condotte sia dalla DIGOS che dalla Squadra Mobile della cittadina emiliana sentendo numerosi testi, seguendo costantemente le varie vertenze, con uno uso copioso delle intercettazioni telefoniche.
Violenza privata, sabotaggio, resistenza, interruzione di pubblico servizio e ovviamente associazione a delinquere “in qualità di capi, promotori e partecipi, organizzatori”, sono i capi d’imputazione alcuni dei quali – esclusi questi 8 per cui era stata fatta la richiesta di carcerazione – riguardano decine di indagati.
Si tratta di un “teorema giudiziario” che vorrebbe da un lato mettere una “pietra tombale” sulla possibilità di organizzazione su quell’anello debole per la filiera del valore dove l’azione dei lavoratori si è dimostrata più incisiva, la propensione alla lotta più avanzata che in altri settori, e dall’altro preparare il terreno per un ulteriore restringimento del diritto di sciopero tale da renderlo penalmente perseguibile.
La lotta di classe per ottenere condizioni lavorative – anche in caso di cambio d’appalto – migliori diventa (nella visione della procura e del GIP) estorsione, incentivare il tesseramento sindacale, il tentativo di conquistare una maggior rappresentatività dentro l’azienda e la dialettica tra sigle sindacali differenti diventano una sorta di scontro tra organizzazioni criminali con pratiche al limite del gangsterismo…
Il messaggio sotto traccia che si vuole far passare è che i militanti sindacali, anche quelli conflittuali, e le organizzazioni che dirigono, sono delle specie di organizzazioni a fini di lucro che taglieggiano le aziende ed i singoli iscritti.
Di fronte a tutto questo gli scioperi proclamati nel settore della logistica dalla mezzanotte del 19 luglio – e quelli spontanei già messi in atto nella stessa giornata – le iniziative locali e la manifestazione nazionale di questo sabato pomeriggio a Piacenza sono una prima doverosa risposta a cui la Rete dei Comunisti darà tutto il suo sostegno.
Cacciare il governo Draghi è una priorità per tutte quelle forze politiche, organizzazioni sindacali, variegate esperienze di movimento che non vogliono piegare la testa di fronte ad un futuro, già presente, fatto di guerra, crisi climatica e devastazione sociale.
CONTRO IL GOVERNO DRAGHI!
CON IL SINDACALISMO CONFLITTUALE!
19/7/2022