Resistere alla barbarie imperialista, costruire il socialismo del XXI secolo
Rete dei Comunisti – Toscana
Il XXI secolo rischia di essere ricordato come il peggiore tra quelli vissuti dall’umanità.
Iniziato con la devastante aggressione dell’Afghanistan, con decine di migliaia di civili uccisi dalle bombe occidentali, si caratterizza per essere il periodo nel quale il concentrato di contraddizioni economiche, climatiche, sociali e sanitarie spinge verso una guerra ancor più distruttiva e probabilmente fatale per la sopravvivenza del genere umano sulla terra per come è stata sino ad oggi. Di questo ci parla lo scenario ucraino.
L’Occidente capitalistico arriva a questo appuntamento bellico in una condizione di debolezza strutturale, determinata dal coagulo di contraddizioni generate dall’irrazionale modello di sviluppo che, dopo la dissoluzione del blocco socialista, governa l’intero pianeta.
In Ucraina è in gioco l’egemonia sul sistema mondo. L’imperialismo statunitense e l’Unione Europea sono messi in discussione da grandi potenze economico/militari, in primis la Cina, cresciute a dismisura nel breve arco di un trentennio, attraverso l’occupazione di sempre più ampie fasce di mercato mondiale.
Il tentativo occidentale di resistere a questa ascesa ha però i piedi di argilla. Su ogni terreno la cura proposta per risolvere la propria crisi è peggiore della malattia. Alla devastazione climatica si risponde con l’aumento delle energie fossili, causa del surriscaldamento. La disoccupazione aumenta sempre più a causa di un uso mercantile delle scoperte scientifiche, utilizzate per sostituire mano d’opera con macchinari sempre più sofisticati. Le crisi sanitarie e virali devastano interi continenti, come nel caso del Covid19, perché si è privatizzato l’intero sistema sanitario a favore dei privati e delle big Pharma. La finanza viene utilizzata come sostitutiva della produzione reale, producendo bolle speculative che razziano i risparmi di milioni di persone.
Le conseguenze di queste politiche si riversano immediatamente sulla vita reale delle maggioranze come “guerra interna”, azzerando speranze e aspettative di vita per le giovani generazioni, le classi lavoratrici e i settori popolari, trasformandosi in aumento vertiginoso del costo della vita a causa di speculazioni finanziarie, sanzioni e guerra guerreggiata, devastazioni ambientali, distruzione della sanità pubblica e del sistema sociale, precarietà e lavoro povero, mancanza di casa, disoccupazione di massa, morti sul lavoro, abbandono delle periferie..
Il capitalismo è giunto ai propri limiti, ed ogni passo che fa per tentare di uscire dalla sua crisi sistemica è un passo in più verso l’abisso per tutta l’umanità. Il binario morto sul quale il capitale sta portando il pianeta non è l’unico percorribile, e l’esempio di Cuba Socialista, resistente da quasi 70 al blocco criminale dell’imperialismo USA continua a dimostrarlo tutti giorni ai popoli del mondo.
E’ importante che questa presa di coscienza innervi ogni mobilitazione, ogni lotta e rivendicazione di carattere politico, sociale, sindacale, per la difesa dell’ambiente e dei diritti civili.
Entro i limiti di questo modello non ci può essere spazio per il soddisfacimento dei bisogni delle maggioranze. Per questo è essenziale trasformare ogni conflitto in un mattone utile all’edificazione di un nuovo sistema sociale, che per noi è il Socialismo del XXI Secolo, trasformando la guerra imperialista in guerra di classe.
Su questi obiettivi la Rete dei Comunisti partecipa a tutte le lotte di resistenza contro il nostro nemico principale qui ed ora, quell’Unione Europea che occupa, attraverso il suo personale politico imperialista, i gangli vitali dei vari paesi. Che si chiamino Draghi o Meloni non cambiano le ricette economiche, sociali e militari. Il fascismo reale è già all’opera da tempo, e si chiama polo imperialista europeo.
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