Per fermare la guerra interna ed esterna
Mercoledì 14 dicembre, ore 18:00
CostArena, via Azzo Gardino 48
Evento FB
Campagna nazionale RdC
Ne parliamo con:
- Leonardo Bargigli (Università di Firenze)
- Max Gazzola (Spread it)
- Sergio Cararo (Rete dei Comunisti)
- Cambiare Rotta Bologna
Rete dei Comunisti Bologna
Dal 1992 gran parte della società italiana ha pagato il prezzo dell’aspetto economico del “vincolo esterno” sancito dall’adesione al Trattato di Maastricht e poi dai trattati europei successivi e sempre più vincolanti. In pratica, in nome dell’unificazione europea, i gruppi capitalisti più forti hanno consapevolmente scatenato “una guerra all’interno” contro le classi popolari e i settori più deboli dello stesso capitalismo italiano.
Con la guerra in corso in Ucraina adesso la società italiana sta pagando anche il prezzo dell’aspetto politico e militare del “vincolo esterno” rappresentato dall’adesione alla Nato e la subalternità agli USA, scatenando “una guerra all’esterno”, per ora contro la Russia ma di cui la prima sperimentazione è stata la guerra in Jugoslavia.
Incalzati dalla crisi economica, dalla frammentazione del mercato mondiale e dai rischi di guerra, questi due aspetti del “vincolo esterno” sono stati costretti a sincronizzarsi nel Blocco Euroatlantico e i fronti della guerra all’interno e della guerra all’esterno si sono unificati. Le conseguenze sul nostro paese le stiamo vedendo ormai chiaramente: odioso aumento delle disuguaglianze sociali, economia di guerra, militarismo, liquidazione della democrazia rappresentativa, devastazione ambientale, regressione civile e ideologica.
L’Italia nel Blocco Euroatlantico, per le sue asimmetrie interne del capitalismo e per le contraddizioni che ne derivano, è un potenziale “anello debole” della catena imperialista dell’Occidente. Non è il solo e non è il più debole, ma è quello in cui i comunisti in Italia sono chiamati ad agire politicamente. L’indebolimento di un anello della catena imperialista è il contributo maggiore che possono svolgere sul piano dell’internazionalismo verso gli altri popoli.
In sostanza l’avventurismo delle classi dirigenti sta riportando il paese alla rovina. Diventa dunque necessario impedirglielo rimettendo in campo una alternativa complessiva di sistema, quella che noi definiamo come Socialismo del XXI secolo.