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Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta – organizzazione giovanile comunista, Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA)
Nel primo pomeriggio di venerdì 23 dicembre un uomo francese ha aperto il fuoco contro il centro culturale “Ahmet Kaya”, epicentro della comunità e della causa curda, nel 10° arrondissement di Parigi, uccidendo tre persone e ferendone gravemente altre quattro. L’aggressore, già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti per tentato omicidio e per aver già attaccato un accampamento dei migranti nel parco di Bercy, è stato arrestato dalla polizia.
Le tristi immagini dell’attacco di oggi a Parigi hanno fatto rivenire alla memoria il dramma del 9 gennaio 2013, quando tre militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK)– Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Saylemez – furono assassinate nello stesso quartiere. L’inchiesta giudiziaria in Francia, tuttora in corso, ha rilevato il “coinvolgimento” di membri dei servizi segreti turchi, senza individuare fino in fondo i mandanti.
Il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, si è recato immediatamente sul posto e di fronte ai giornalisti occultando le evidenti motivazioni razziste di questo brutale e violento attacco, ripiegando sul gesto isolato di un folle. Il ministro ha ordinato il rafforzamento del perimetro di sicurezza nella zona dell’attentato e nei pressi delle sedi diplomatiche turche.
La risposta popolare del quartiere e dei numerosi compagni accorsi per manifestare la propria solidarietà con il centro culturale curdo ha scatenato la repressione da parte delle forze dell’ordine che hanno risposto con cariche e lanci di lacrimogeni. Lo stesso è accaduto nel pomeriggio a Marsiglia, dove un corteo spontaneo di solidarietà con il popolo curdo è stato bloccato dalla polizia, che ha fermato diversi manifestanti.
Gli slogan contro l’estrema destra e il presidente turco Erdogan ben rappresentano il contesto politico nazionale ed internazionale in cui questo attacco ha avuto luogo. L’estrema destra razzista e xenofoba in Francia è ormai più che sdoganata all’interno delle istituzioni – il Rassemblement National di Marine Le Pen di fatto assicura il suo sostegno al “governo di minoranza” del presidente Emmanuel Macron – e le crescenti aggressioni di gruppuscoli fascisti godono di una quasi completa impunità.
Dall’altra parte, la politica repressiva di Erdogan si espande al di là dei confini nazionali della Turchia, con numerosi giornalisti e attivisti curdi e/o solidali con la lotta per l’autodeterminazione del popolo curdo che recentemente sono stati vittime di atti intimidatori, anche violenti, in Francia e in Germania. Il tutto mentre Erdogan continua a fare pressioni su Svezia e Finlandia per l’estradizione dei rifugiati politici, ritenuti legati al PKK – che l’Unione Europea considera una “organizzazione terroristica” –, in cambio della sua approvazione all’ingresso nella NATO dei paesi scandinavi.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime di questo attentato razzista, alle compagne e ai compagni curdi del centro culturale “Ahmet Kaya” di Parigi, ribadendo il nostro sostegno alla lotta di autodeterminazione del popolo curdo e la nostra opposizione alle politiche guerrafondaie dell’allargamento della NATO fatto sulla pelle dei militanti curdi.