Rete dei Comunisti
Nel fine settimana passato siamo stati colpiti da una di quelle notizie che non vorremmo sentire mai, il nostro compagno Nicola ha deciso che era tempo di chiudere la propria partita in questo mondo.
Nicola aveva incrociato la sua vita con la nostra organizzazione quasi dieci anni fa, quando da studente fuorisede a Bologna venne in contatto con l’esperienza di Terzopiano Occupato. Prese parte con la sua forte sensibilità umana e determinazione alla lotta per il diritto all’abitare a fianco dell’Asia-USB così come alla formazione teorica e politica di un’esperienza di riscatto giovanile, contribuendo quindi alla costruzione di Noi Restiamo e aderendo poi alla Rete dei Comunisti. Si trasferì prima in Spagna e poi a Torino, dove andò a cercare la propria strada in mezzo ai mille ostacoli della precarietà lavorativa tipica della sua generazione, senza mai smettere di dare il proprio apporto alla lotta organizzata, impegnandosi poi appieno nello sviluppo di Potere al Popolo. Il suo amore per i popoli del mondo e per il loro riscatto era grande: aveva partecipato da volontario alle Brigate di lavoro in sostegno di Cuba e della sua Rivoluzione.
Dopo la morte del padre, avvenuta alcuni anni fa in circostanze drammatiche che lo coinvolsero in prima persona segnandolo profondamente, tornò a Verona, città in cui era nato e cresciuto, per stare vicino alla sua famiglia. Nonostante le difficoltà non aveva abbandonato l’attività politica e sociale: aveva ripreso i contatti con i compagni sul territorio per continuare insieme la costruzione di PaP. Un contesto difficile ma con cui aveva sempre mantenuto i contatti per dare corpo alle mobilitazioni antifasciste e antirazziste, a momenti di dibattito e condivisione, così come non aveva mancato di dare il suo contributo alla realizzazione di quel grande esempio di lotta dei migranti che furono i giorni della marcia di Cona.
Nicola Zamboni era un compagno tutto d’un pezzo, un veneto caparbio e che “ci metteva l’anima” senza voler apparire, un comunista che aveva trovato nella lotta sociale e politica l’orizzonte entro cui esprimere la rabbia che covava in questa società sfruttatrice e guerrafondaia. Le sue ragioni erano le ragioni della storia del movimento operaio, un odio profondo contro chi opprime i lavoratori e saccheggia i popoli. Prima dei distinguo politici, di contesto, di fase, Nicola lottava perché è giusto e necessario: contro l’egoismo, la sopraffazione e la violenza che questa società esprime verso i più deboli. Non sapremo mai cosa possa aver sentito nel suo intimo, nei pesanti e difficili momenti personali che gli era toccato attraversare e che lo hanno portato alla decisione definitiva.
La rabbia e gli interrogativi che ci accompagnano di fronte a questo tremendo esito non ci abbandoneranno. Ci stringiamo al dolore della famiglia, degli amici e dei compagni.
Fino all’ultimo aveva espresso la sua sensibilità e il fuoco che lo animava, nonostante quello che gli covava dentro. Li porteremo sempre con noi, come il suo ricordo.
I funerali si terranno a Montorio (VR) giovedì 2 alle 14:30.