Ne parliamo con:
- Soumaila Diawara, attivista;
- Fanny Pigeaud, giornalista e coautrice di «L’arme invisible de la Françafrique. Une histoire du Franc CFA»;
- Gando Diallo, Free Africa;
- Andrea Mencarelli, Rete dei Comunisti.
Appuntamento: domenica 19 febbraio, ore 12:00, Magazzini Popolari di Casal Bertone (via Baldassarre Orero, 61).
A seguire, pranzo a buffet.
Comunità sudanese in Italia, Free Africa, Rete dei Comunisti
Qual è la storia del franco CFA?
Come funziona questa moneta?
Quali sono gli effetti provocati ai danni delle popolazioni dei paesi che lo adottano ufficialmente?
Perché molti economisti, soprattutto nel Blocco euroatlantico, continuano a negarne il ruolo imperialista nei confronti delle economie africane?
Queste sono alcune delle domande a cui proveremo a dare risposta nella seconda iniziativa del ciclo “L’imperialismo euroatlantico in Africa”, incentrata su “Il ruolo del franco CFA”.
La moneta è uno degli strumenti più efficaci e meno dibattuti nell’arsenale del capitale una volta giunto allo stadio di sviluppo imperialista.
Lontana dall’essere la rappresentazione delle capacità produttive di un’economia o un mero mezzo di scambio per facilitare i commerci internazionali (l’equivalente generale), la moneta – come il franco CFA – è uno degli strumenti più affilati nei meccanismi di sfruttamento ed espropriazione del valore da parte degli imperialismi occidentali.
A oggi, 14 paesi dell’Africa occidentale e centrale nell’area subsahariana adottano ancora il franco CFA, simbolo e leva del continuamento delle politiche neocoloniali adottate dalla Francia successivamente ai processi indipendentisti emersi nel continente africano nel Secondo dopoguerra.
L’entrata della Francia nell’eurozona e l’aggancio del franco CFA non più al franco francese, ma direttamente all’euro, non ha fatto che approfondire la sudditanza delle economie e dunque dei lavoratori e delle lavoratrici allo storico quanto scomodo usurpatore europeo.
Il cambio di nome da Franco “Colonie Francesi d’Africa” a “Comunità Finanziaria dell’Africa” (“Africa Centrale”, per i paesi aderenti alla Cemac – Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale) non ne ha cambiato la funzione.
Ogni possibilità di sviluppo ed emancipazione da parte dei paesi africani “francofoni” è legata, tra le altre cose, allo sganciamento della propria politica monetaria agli interessi delle élite di stanza a Parigi prima e a Francoforte poi.