La Rete dei Comunisti aderisce a Valdera Avvelenata e alla manifestazione del 4 marzo.
Amianto, keu, residui industriali, scarti farmaceutici, fanghi tossici, terre dei fuochi, disboscamenti, cementificazioni, gas serra.. Ogni giorno il sistema di produzione capitalistico diffonde milioni di tonnellate di veleni che intossicano il pianeta, la biosfera, gli esseri umani e il mondo animale.
Da decenni le forze politiche, i governi e le istituzioni periferiche lanciano campagne mediatiche a favore dell’ambiente, promuovono grandi summit e convegni mondiali che si prefiggono obiettivi fantasmagorici, che dovrebbero invertire la rotta di questa quotidiana devastazione.
Un greenwashing mediatico ossessivo, finalizzato esclusivamente a convincere le maggioranze che “le istituzioni stanno facendo qualcosa per l’ambiente”, che e’ possibile invertire la rotta della catastrofe in corso, che si può anche dare una mano con stili di vita parsimoniosi, di autolimitazione dei consumi, eccetera.
La realtà e’ ben diversa ed e’ sotto gli occhi di tutti, o quantomeno di chi vuol vedere, andando alla radice del problema. Il capitalismo si basa sulla logica del massimo profitto e della concorrenza tra soggetti che si contendono materie prime e mercati di sbocco delle merci. Nel suo incedere, e’ un modello che confligge costantemente sia con i limiti del pianeta sia con norme e leggi che limitano la sua “geometrica” espansione. Il neoliberismo è l’ultima fase di sviluppo di questo modello, che ha come fondamento la riduzione degli Stati alla sola funzione repressiva e di estorsione, attraverso la fiscalità generale, i tagli a salari e welfare, di immense risorse che passano dalle tasche dei lavoratori agli industriali e alla grande speculazione finanziaria.
L’Unione Europea e’ la sintesi perfetta di questo stile di lavoro: un organismo a democratico che impone politiche di austerità per le maggioranze a favore delle multinazionali continentali e delle grandi banche. La guerra in Ucraina ha mandato al macero anche la falsa retorica “green” della UE, che ha rispolverato il carbon fossile e il nucleare per sopperire alle carenze di gas russo.
Non esiste alcuna possibile soluzione della questione ambientale all’interno di questo modello di produzione. La crisi sistemica nella quale il capitalismo occidentale e’ impantanato da decenni avvicina vertiginosamente il momento del non ritorno, sia in termini ambientali, che di mantenimento della pace nel mondo. Occorre fare in fretta per prenderne coscienza e per muovere i passi giusti per il suo affossamento.
Ogni battaglia per la difesa dell’ambiente, come quella sviluppata da Valdera avvelenata, di cui ci sentiamo parte, e’ imprescindibile. Senza conflitto non si può neppure ipotizzare l’apertura di una strada di emancipazione dallo stato di cose presenti. Nel contempo se queste lotte non si pongono immediatamente il problema del cambiamento di sistema, ogni singola conquista e’ vana: si può ottenere la bonifica dal keu e la chiusura di discariche inquinanti come quella della grillaia, ma la solita contraddizione, in forme e con impatti più o meno devastanti, si ripropone a poche decine, centinaia o migliaia di chilometri di distanza. La mondializzazione capitalistica impone a tutti noi una visione d’insieme in ogni battaglia ecologica.
Un coordinamento sempre più ampio delle lotte, il rifiuto di logiche localistiche, ma soprattutto l’indicazione di una alternativa radicale al modello capitalistico devono essere l’alfa e l’omega di ogni lotta per la difesa dell’ambiente. Due elementi imprescindibili, che devono andare di pari passo: la mobilitazione sui territori e il respiro generale di chi si pone l’obiettivo di estirpare alla radice il cancro che sta portano il pianeta verso la sua distruzione. Oggi più che mai, di fronte alle devastazioni ambientali e belliche prodotte dal capitalismo, vale la parola d’ordine “Socialismo o barbarie”.
Rete dei Comunisti
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