Rete dei Comunisti. Cambiare Rotta – Organizzazione giovanile Comunista. Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA)
La classe operaia francese si prepara a bloccare il Paese contro il progetto di riforma pensionistica.
Se la giornata del 7 marzo si annuncia essere la prima tappa di un movimento di scioperi “prorogabili” fino al ritiro del progetto della riforma pensionistica, alcuni settori hanno già preso l’iniziativa (energia ed auto-trasporto) ed altri si sono già coordinati per piegare il governo con azioni di sciopero prolungate, come le 5 federazioni della CGT (chimici, ferrovieri, porti, vetro e ceramica ed energia).
L’intersindacale – composta da 8 centrali sindacali – che ha fino ad ora gestito in maniera unitaria il lancio delle riuscitissime giornate di sciopero “inter-professionali” e relative mobilitazioni, lascerà alle assemblee generali dei lavoratori la decisione di proroga dell’astensione dal lavoro.
In queste tre settimane di pausa dall’ultima mobilitazione unitaria del 16 febbraio, è cresciuta la volontà di bloccare il paese, ipotesi che incontra il consenso della maggioranza della popolazione.
Di fatto la mobilitazione è già iniziata.
É il caso delle centrali nucleari – poco meno di una decina – che hanno iniziato l’astensione dal lavoro il 3 marzo, nel mentre il Senato stava discutendo l’articolo 1 della riforma che prevede l’abolizione di alcuni “regimi speciali” pensionistici – tra cui quelli della EDF, ma non solo – che permettono un’uscita anticipata dall’attività lavorativa.
Fabrice Coudour, segretario della CGT del settore energetico ha dichiarato: “saremo disposti a tutto” per la settimana che sta per iniziare.
Alcune federazioni sindacali dei camionisti – come quella facente riferimento a Force Ouvriere – hanno chiamato all’astensione dal lavoro da domenica sera, con possibili blocchi a partire della mattina successiva, mentre altre federazioni (tra cui la maggioranza, nella categoria che fa parte della CFDT) ha chiamato alla mobilitazione per il 7.
Il settore dei trasporti sarà fortemente coinvolto nella lotta. In particolare i ferrovieri della SNCF e quelli della metro parigina RAPT, ma anche i lavoratori aereoportuali parteciperanno alle mobilitazioni che si annunciano massicce.
Anche gli iscritti delle federazioni più moderate nelle ferrovie, come la CFDT, maggioritaria nel settore, si sono dimostrati pronti a portare avanti la battaglia, votando all’80% per lo sciopero “prolungabile”, mentre il dirigente dell’UNSA – il secondo sindacato nella SNCF – si è detto pronto a portare avanti lo sciopero per almeno 10 giorni, week-end compresi.
I lavoratori della CGT dei depositi chimici e delle raffinerie sono pronti a bloccare le spedizioni delle raffinerie verso i depositi, ma se il movimento durerà più di 3/4 giorni – in caso il governo non dovesse fare marcia indietro – sono disposti a fermare le raffinerie.
Anche nel settore industriale, in particolare la metallurgia, si annuncia un’importante movimento di scioperi. La CGT di Thales, Valeo, Stellantis, ArcellorMittal, Forvia, Airbus, Safran e Renault – giganti del settore e fiori all’occhiello delle prime 40 ditte quotate in borsa (CAC40) – hanno chiamato allo sciopero.
Anche nel settore scolastico, primario e secondario, lo sciopero si annuncia massiccio, con i 7 principali sindacati di categoria che hanno fatto appello affinché il 7 marzo istituti e relativi servizi vengano chiusi “completamente”.
Sono previsti “blocchi” da parte degli studenti in diversi istituti superiori ed università, tra l’altro con una giornata di mobilitazione de la “jeunesse” per il 9 marzo, mentre il 10 marzo si svolgerà lo sciopero per il clima.
Ci sono tutte le premesse affinché un governo fino ad ora assolutamente sordo alle richieste della piazza possa “capitolare” di fronte ad un Paese non solo contrario alla riforma, ma convinto che la si possa far ritirare solo se venga bloccata la Francia a partire dal 7 marzo, cioé prima che l’esecutivo probabilmente sarà “costretto” a vararla, senza farla neanche votare.
Siamo al fianco a coloro che lottano contro una riforma iniqua – fortemente voluta dalla UE – che alza ulteriormente l’età pensionabile.
CREDITS
Immagine in evidenza: Paris. Non à la réforme
Autore: Jeanne Menjoulet; 19 gennaio 2023
Licenza: Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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