La Rete dei Comunisti è stata presente a Caracas durante la settimana di celebrazioni del decennale della scomparsa del Comandante Hugo Chavez, un enorme evento che ha portato in Venezuela delegazioni internazionali da più di 50 paesi del mondo e che ha visto una partecipazione popolare enorme.
I nostri compagni sono stati ospiti di tutti i momenti di festa, di riflessione, di mobilitazione, dando il proprio contributo nella costruzione di quella che è stata definita “l’epopea epica” del popolo venezuelano, una definizione che nel Venezuela bolivariano mostra una modernità inusuale agli occhi degli occidentali. Abbiamo partecipato ai diversi incontri di analisi sull’attualità del pensiero bolivariano nella costruzione del Socialismo del XXI secolo, cosi come all’incontro della terza assemblea della piattaforma mondiale anti-imperialista, inscritta nel calendario degli eventi del decennale.
Nei vari incontri di lavoro politico, insieme al prof. Adan Chavez e a molti dirigenti venezuelani, abbiamo lavorato per rendere ancora più intense le relazioni tra il PSUV e la nostra organizzazione. Alla stessa maniera, negli incontri con la vicepresidente, alcuni ministri, i generali e molti dirigenti latinoamericani, come Evo Morales, abbiamo continuato l’interscambio sulle politiche dell’America Latina e sulle prospettive delle nostre relazioni culturali, nella prospettiva di rompere un blocco che non è solo politico, economico, diplomatico, ma anche culturale e comunicativo.
Durante le celebrazioni, è stata messa in evidenza la dimensione spirituale della Rivoluzione Bolivariana, in particolare durante il discorso presidenziale, in cui Maduro ha presentado “il socialismo come armonia”, evidenziando la questione dell’umanesimo di cui si sta profondamente discutendo in tutti gli ambiti istituzionali e accademici del paese.
Avremo tempo per riflettere pubblicamente sul senso di questo decennale, che si è voluto di festa e tutto proiettato sul futuro del processo rivoluzionario e continentale. Quel che ci sembra importante mettere in evidenza sin da subito è però l’apporto analitico-teorico che la nuova classe dirigente rivoluzionaria dell’America Latina è in grado di mettere in campo, nello sviluppo delle sue ragioni così come nella costruzione della sua forza. Questa classe dirigente produce pensiero e pratica alternativi alla libertà individuale borghese, e indica nella battaglia culturale una priorità per la costruzione dell’egomonia bolivariana e socialista.
A partire da questo dato metodologico e qualitativo vogliamo proseguire, rilanciare, consolidare le relazioni tra noi, comunisti europei, e i compagni venezuelani e della Nuestra América. Come hanno evidenziato in molti durante questi giorni, è necessario “mettere mano alla teoria e imparare a maneggiarla” affinché sia guida alla pratica quotidiana di ogni nostro militante.
A Caracas abbiamo detto che il capitalismo non muore di crisi, muore di rivoluzione. Per questo è importante che le classi popolari tornino a giocare un ruolo offensivo nello scontro contro le elites dominanti. I nostri fratelli e sorelle latinoamericani ci mostrano la loro via. A noi attrezzarci per essere all’altezza che lo scontro richiede.