Rete dei Comunisti
La gravità della condizione economica, sociale e culturale in cui sta scivolando il paese sembra essere seconda solo allo stato di passività in cui è ancora attanagliata quell’ampia fetta di popolazione, fatta di lavoratori e lavoratrici, migranti, studenti, famiglie povere, che sta pagando il prezzo più salato delle ripetute crisi che negli ultimi quindici anni hanno colpito il “mondo occidentale”.
Dalla crisi finanziaria del 2008, trasformata in crisi del debito pubblico, alla pandemia, fino all’allargamento della guerra in Ucraina, con le note conseguenze sul carovita per chi vive del proprio lavoro, le condizioni di vita hanno conosciuto un peggioramento continuo e inesorabile, in Italia di volta in volta indotto dalle politiche antipopolari imposte dall’Unione europea ed eseguite dai diversi governi, di destra, di finta-sinistra, tecnici o di coalizione che fossero.
A pochi mesi dal suo insediamento, nonostante le fanfare di cambiamento che sempre hanno accompagnato il “nuovo” sulla scena politica del Seconda Repubblica, il governo Meloni si sta rivelando degno erede della peggior “classetta politica” che a turno ha occupato e spolpato la cosa pubblica, spesso per piccoli tornaconti personali.
Guerra agli ultimi, soprattutto se migranti, libertà di sfruttamento per le imprese, sottrazione di ricchezza al mondo del lavoro e allo stato sociale da destinare ad armi e guerra, repressione verso ogni forma di dissenso, asservimento agli interessi industriali e finanziari del grande capitale multinazionale, oggi di nuovo riunito sotto l’ombrello della Nato al fianco dell’Ucraina, atteggiamento reazionario su tutto lo spettro dei diritti sociali e civili.
Ma l’ondata di destra che attraversa l’intera Europa, in anni di profondo e veloce mutamento come quelli che stiamo vivendo, è il sintomo di una risposta irrazionale alle cicliche crisi del Modo di produzione capitalistico, in questo “facilitata” dalla perdita di ogni residuo di credibilità della cosiddetta sinistra liberale.
È in questo quadro che la manifestazione di sabato 24, organizzata da quasi 100 organizzazioni e associazioni nazionali e territoriali, assume il valore politico decisivo di indicare l’alternativa concreta al reazionario governo Meloni e alla finta opposizione rappresentata dal resto dell’arco politico del paese.
La rottura verticale con le politiche guerrafondaie e classiste incarnate dal governo passa per la costruzione di un’opposizione reale e senza sconti al precipizio verso cui sta avanzando il paese.
La Rete dei Comunisti promuove e sostiene la manifestazione del 24 giugno e continua il suo impegno nella crescita e nel radicamento in tutti quei settori disponibili a un programma di lotta e di cambiamento radicale nel segno del Socialismo del XXI secolo.