I compagni e le compagne di Contropiano e della Rete dei Comunisti
Ci sono morti che pesano come macigni e che hanno la capacità di farci piegare le ginocchia. La sera del 16 luglio ci è arrivata la notizia della morte improvvisa di Roberto Sassi, un compagno e un fratello con il quale abbiamo condiviso decenni di militanza e amicizia profonda.
Ricostruire il rapporto tra Roberto, “Roby” per tutti noi e per i compagni che hanno dato vita a Contropiano e alla Rete dei Comunisti, significa risistemare le innumerevoli caselle di un rapporto politico e umano, di affinità politiche ed elettive rimaste vive nel tempo e dello spirito fraterno con cui abbiamo discusso le fisiologiche divergenze in trenta anni di militanza comune.
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Abbiamo conosciuto Roby negli anni Ottanta, quando nacque un intenso confronto tra un gruppo di compagni bolognesi di Dp e i compagni dell’OPR che nel frattempo avevano dato vita al Movimento per la Pace e il Socialismo.
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In comune le esperienze nel movimento del ’77, il carcere, la militanza nell’antagonismo di classe. Roberto fu tra i promotori della nascita delle RdB a Bologna.
Il rapporto con Roby è diventato più intenso nei primi anni ’90, quando il nucleo di compagni che darà vita alla Rete dei comunisti diede vita a quel processo di ricostruzione di una ipotesi comunista in Italia dando alle stampe il giornale Contropiano e scrivendo a più mani un libro “costituente” – “Le ragioni dei comunisti oggi. Tra passato e futuro” – che ha rappresentato la base per l’avvio di un processo politico di ridefinizione teorica e di riorganizzazione pratica.
Roberto ha arricchito le pagine di Contropiano e i vari forum che vennero organizzati negli anni ’90 di contributi preziosi. L’intuizione sul conflitto di classe e l’intervento del capitale nelle aree metropolitane a livello globale, l’analisi dell’imperialismo contemporaneo, l’inchiesta di classe, l’attenzione alla Cina e all’esperienza maoista.
Per una fase la vita si è fatta difficile per Roby, ma ne è uscito a schiena dritta, e il confronto si è rimesso in moto quasi naturalmente, soprattutto con la grande disponibilità di Roby nel mettere a disposizione la sua straordinaria preparazione nella formazione dei compagni più giovani.
Roberto Sassi possiamo considerarlo un altro “magister” bolognese come Valerio Evangelisti, a cui era legato da uno stretto rapporto di amicizia e stima reciproche.
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Sono quelle personalità e quelle “teste” da cui c’è sempre moltissimo da apprendere e da imparare, il tutto reso più facile da un carattere aperto e ironico che consente di smussare gli angoli quando ti si presentano sulla strada.
E’ accaduto un paio di anni fa sulla questione della pandemia dove però si è sviluppato un confronto leale e di alto contenuto.
La morte di Roby è una mancanza dolorosa nel presente e nel futuro della Rete dei Comunisti, per i compagni della sua stessa storia e generazione ma anche per centinaia di giovani compagne e compagni che hanno imparato a conoscerlo ed apprezzarlo.
Non ci sono parole sufficienti per descrivere questo macigno che ci è piombato addosso. Soprattutto perché Roby ha sempre curato e consigliato agli altri l’attenzione alla salute, alla medicina naturale, la passione per la natura, con molta maggiore cura che in tanti altri compagni.
Salutiamo dunque Roby a pugno chiuso, sicuri che la terra sarà sicuramente lieve con il compagno Roberto Sassi, il nostro Roby.