Verso la manifestazione del 4 novembre
Rete dei Comunisti
La fase di conflitti che stiamo attraversando è figlia dell’evidente crisi di egemonia dell’unipolarismo statunitense, iniziata col crollo del Socialismo Reale e manifestatasi nel corso degli ultimi tre decenni con l’interventismo unilaterale, le “guerre umanitarie”, le cosiddette operazioni di peacekeeping.
Questa crisi, sebbene nell’aria da tempo, si è resa evidente a tutto il mondo col disordinato ritiro delle truppe USA dall’Afghanistan nell’estate del 2021 e il ritorno al potere, a quasi vent’anni esatti dai primi raid aerei su Kabul, dei talebani
Essa inoltre sta causando sommovimenti e scossoni politici come da tempo non se ne vedevano in varie parti del mondo, dall’Ucraina al Sahel, passando per Medio Oriente e Palestina, riverberandosi anche in una più generale messa in discussione dell’egemonia occidentale e del Patto Atlantico da parte di molti Paesi del Sud globale.
La nazione che al momento sembra farne maggiormente le spese è la Francia che si sta vedendo smantellare la costruzione neocoloniale della Françafrique a seguito dei colpi di stato avvenuti in Mali, Burkina-Faso e Niger, accomunati da un forte sentimento antifrancese e anticoloniale.
Oltre ad aprire fratture nell’ordine mondiale, questa crisi prolungata pare possa portare a scoperchiare, almeno in parte, il vaso di Pandora dei segreti di stato fino a poco tempo fa ben custodito. Potrebbero essere lette in questo senso le dichiarazioni dell’ex Premier Giuliano Amato rispetto alla strage di Ustica, con le quali incolpa apertamente l’esercito francese della strage, tirando in mezzo anche gli opposti rapporti diplomatici che intercorrevano tra i due Paesi e la Libia, e che ancora nel 2011 vedevano Italia e Francia in aperto contrasto.
Amato conferma sostanzialmente la tesi dell’associazione dei famigliari delle vittime, cioè che ad abbattere il DC9 Itavia, sia stato un aereo francese che, con la copertura di un’esercitazione aerea della Nato, doveva in realtà abbattere un Mio libico sul quale si sarebbe dovuto trovare Gheddafi.
Ancora una volta emergerebbe quindi il ruolo della NATO come strumento di destabilizzazione e manipolazione, stante anche le molteplici morti sospette di vari testimoni della strage, ricostruite tra gli altri anche dal giornalista Andrea Purgatori recentemente scomparso.
Sappiamo bene quale sia stato il ruolo della NATO e degli Stati Uniti nel nostro Paese: la messa in opera di ex gerarchi fascisti all’indomani del 25 aprile nelle reti Stay Behind in funzione anticomunista, l’uso di questi e del neofascismo eversivo dalla fine degli anni ’60 in poi, uniti all’appoggio più o meno aperto ai regimi fascisti dell’Europa Mediterranea sono verità inconfutabili e acclarate e che oggi trovano conferma anche nelle sentenze giudiziarie, specie sulla strage di Bologna. Questa città potrebbe essere designata come un crocevia delle trame atlantiche e come città simbolo che è stata più volte colpita e ferita da questa infame strategia e in più modi, dalla strage alla stazione fino a giungere alle varie azioni compiute dalla cosiddetta banda della Uno Bianca tra gli Anni Ottanta e gli Anni Novanta.
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Immagine in evidenza: 2 agosto 2023. Guerra e stragi di stato, mani fasciste, armi NATO
Autore: Lucia G., 2 agosto 2023
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