L’Apartheid come politica dell’imperialismo contro i popoli.
Rete dei Comunisti – Cambiare Rotta, Organizzazione Giovanile Comunista – Coordinamento pisano per il boicottaggio di Israele
Giovedì 25 gennaio ’24 h. 17,30 Via Sant’Andrea 31, Pisa
Interverranno
- Maurizio De Roma (Cambiare Rotta) “le radici coloniali dell’Apartheid sudafricano”
- Ivan Acunzo (Potere al Popolo! Pisa) – Note dal dossier di Amnesty International “Apartheid israeliano contro i palestinesi. Un crudele sistema di dominazione e un crimine contro l’umanità”
- Giacomo Marchetti (Rete dei Comunisti) che presenterà il quaderno “Schiavi mai! La lotta internazionalista di Cuba per la liberazione dei popoli africani”
- Ines Guinoubi e Lucia Tissi (Coordinamento pisano per il boicottaggio di Israele)
Ore 20.30 cena sociale di autofinanziamento
Ore 21.30 proiezione di film
Per contatti: rdcpisa@gmail.com 3384014989
Il Sud Africa ha deciso di portare Israele sul banco degli imputati alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia per il reato di genocidio contro il popolo palestinese.
Nonostante la persistente crudeltà e la ferocia dell’esercito sionista sulle popolazioni di Gaza e Cisgiordania, l’esito del giudizio non e’ assolutamente scontato. All’Aia non si porta a processo solo Benjamin Netanyahu e la sua banda di macellai, ma le classi dominanti di tutti i paesi che li sostengono attivamente.
Rimarrà nella storia la rilevanza di una scelta estremamente coraggiosa, fatta da un paese che ne ha titolarità e forza. La sconfitta dell’Apartheid sudafricano si conferma nella sua enorme portata storica, che non a caso l’Occidente, a pochi mesi dalla débâcle del regime bianco di Pretoria, cercò inutilmente di ridimensionare a “fatto regionale”. Gli strascichi positivi di quell’impresa umana e politica si protraggono sino ai giorni nostri, a dimostrazione dell’importanza della lotta di oggi contro un regime, quello sionista, che supera di gran lunga la ferocia dei boeri bianchi dell’epoca, collocandosi a pieno titolo nel museo degli orrori della storia moderna e contemporanea.
La lotta del popolo sudafricano si sviluppò in una fase storica nella quale i rapporti di forza internazionali erano caratterizzati da uno scontro quotidiano tra Occidente e paesi socialisti, con al centro l’Unione Sovietica e i paesi ad essa afferenti. Tra essi la Rivoluzione cubana, che più si impegnò nella solidarietà internazionalista ed antimperialista, inviando migliaia di uomini e armi a combattere le truppe bianche sudafricane, prima in Angola, poi in Namibia. Il quaderno “Schiavi mai” che presenteremo durante l’iniziativa evidenzia l’importanza di un conflitto che costò la vita di tantissimi combattenti cubani e africani, ma che contribuì grandemente alla sconfitta definitiva dell’Apartheid.
La storia dei conflitti tra i movimenti di liberazione nazionali e il colonialismo occidentale ha attraversato tutto il ‘900, caratterizzandosi come uno degli elementi centrali della più generale lotta antimperialista e contro il capitalismo, che vide e continua a vedere in prima linea i comunisti, gli antimperialisti e chi non si fa irretire dalla propaganda di guerra euroatlantica.
L’iniziativa che proponiamo non intende fare la storia di quelle lotte, sulle quali torneremo nel prossimo futuro, ma rintracciare il “filo nero” che lega il regime bianco afrikaner a quello sionista.
Per evidenziare il background “culturale” al quale attingono le classi dominati occidentali dovremo scavare a fondo nell’ideologia eurocentrica costruita a cavallo tra il “lumi” settecenteschi e le speculazioni di alcuni filosofi dell’epoca, che costruirono una narrazione della nascente borghesia utile a giustificare il razzismo, lo schiavismo e lo sfruttamento coloniale.
Narrazione che si conferma centrale per le borghesie imperialiste di oggi, come dimostra la dichiarazione di Josep Borrel, Alto rappresentante Ue per la Politica estera, che il 16 ottobre 2022 ha definito l’Occidente “un giardino” contrapposto alla “giungla” rappresentata dal resto del mondo.
Colonialismo e “suprematismo” che legarono a doppio filo le classi dominanti euro atlantiche con i bianchi afrikaner ed oggi con i governi sionisti che si alternano alla guida di uno stato illegittimo come quello israeliano, su una terra strappata con la forza ai suoi abitanti: i palestinesi.
Le relazioni che proporremo durante l’incontro di giovedì 25 gennaio descriveranno alcuni fondamentali elementi che accomunano il colonialismo “di insediamento” boero con quello sionista, alcune specificità che li rendono in parte “unici”, senza perdere il filo conduttore di una ricerca che riprenderemo più approfonditamente in futuro anche per conoscere meglio questi nemici dell’umanità al fine di combatterli, tenendo alta la guardia contro ogni reminiscenza eurocentrica tra le fila dei movimenti che si battono al fianco delle Resistenze dei popoli.
Una solidarietà militante che per noi è tutta politica, rifuggendo da ogni afflato “umanitaristico”: Il cessate il fuoco immediato che chiediamo per Gaza e Cisgiordania deve coincidere con l’affermazione del diritto alla completa autodeterminazione del popolo palestinese, la cui lotta permette a tutti noi di tornare a riflettere su temi centrali proposti da queste brevi note al fine di ricostruire, nel vivo del conflitto, un sapere collettivo che ci può aiutare a riprendere il cammino della trasformazione radicale dello stato di cose presenti, rompendo con le barbarie coloniali e suprematiste del capitalismo occidentale che stanno portando di nuovo il mondo sulle soglie di una possibile terza guerra mondiale.