Siamo entrati in un nuovo tornante storico dell’attuale modo di produzione. Di questo ne hanno contezza soprattutto le classi dirigenti e/o dominanti, che si trovano di fronte a scenari completamente inediti.
Abbiamo alle spalle un trentennio caratterizzato dalla capitalistizzazione del mondo intero raggiunta in seguito alla sconfitta del primo esperimento socialista della storia attuato in Europa, che ha permesso una dimensione del capitale mondiale mai vista prima ed un mondo ad egemonia unica USA.
Negli anni ’80, nell’era bipolare, la dimensione del capitale nella sua forma finanziaria aveva già “saturato” la parte del mondo capitalista tanto da generare l’immiserimento di interi continenti ed una tensione militare internazionale crescente.
Il crollo dell’URSS ha spalancato spazi immensi alla crescita dei capitali, ulteriormente allargati dalla politica Cinese di apertura alle multinazionali straniere e statunitensi in particolare. La massa di capitale finanziario accumulatasi nel decennio precedente per superare la crisi di sovrapproduzione di merci degli anni ’70 ha trovato spazi di investimento produttivo e poi ancora finanziario permettendo un ventennio di crescita economica e di piena egemonia occidentale.
Investimenti che hanno rilanciato i profitti ridisegnando le classi a livello internazionale, al centro e nella periferia produttiva, grazie all’enorme sviluppo delle forze produttive scientifiche, tecnologiche e di disponibilità̀ di forza lavoro a basso costo.
Quella fase si è “inceppata” con la crisi finanziaria iniziata nel 2007 protrattasi per il decennio successivo, vedi le varie crisi da debito pubblico in UE, ed oggi porta direttamente ad una rimessa in discussione dell’assetto internazionale uscito da quel ventennio succeduto alla fine dell’URSS.
Siamo perciò̀ chiamati a elaborare un’analisi complessiva in grado d’interpretare gli sviluppi futuri delle enormi contraddizioni che ci lascia un trentennio di sviluppo segnato dalla logica del profitto e dal neoliberismo più sfrenato.
Il MPC come chiave di lettura fondamentale
Da tempo la RdC utilizza la chiave di lettura della dinamica del Modo di Produzione Capitalista (MPC) che in una visione marxista va oltre l’analisi dei singoli capitalismi, imperialismi e dei fenomeni concreti ma tenta di interpretare le prospettive in base alle sue contraddizioni interne.
La crisi attuale appare come conflitto tra capitali sia nella sfera produttiva che in quella della rendita finanziaria, registrando difficoltà crescenti nel valorizzare una massa enorme del capitale mondiale complessivo.
Si manifesta anche come conflitto di classe nonostante la disarticolazione politica della classe lavoratrice e delle classi subalterne e riprende fiato in forme molto diversificate, dall’America Latina all’Africa sub sahariana e meridionale, in Asia e Medio Oriente, rimettendo in discussione l’egemonia imperialista.
Infine il ruolo degli Stati come in Cina governata dal Partito Comunista che è il punto più̀ forte e di maggior contraddizione per gli imperialismi occidentali.
Nell’occidente capitalista il conflitto di classe è più arretrato in quanto condizionato dal ruolo imperialista dei propri Stati e da una tensione prodotta dalla dimensione bellica come in Ucraina, Taiwan e la Corea con in prima linea direttamente le grandi potenze.
Questi aspetti non sono il cuore della contraddizione, non ci dicono nulla sulle prospettive se non andiamo al processo che li genera. In realtà̀ sono forme dileguanti, transitorie, che vengono superate sistematicamente dallo sviluppo della dinamica processuale del MPC, un modello di processo che ci dice come si riproduce, ampliandolo, l’assetto sociale in forma capitalista.
Perciò dopo una fase di crescita in cui c’era per tutti un ampio e “profittevole” spazio da coprire, oggi si afferma la competizione tra capitali, così nella relazione tra le classi dove dopo una fase di egemonia borghese si viene a generare conflitto.
Nel moto epocale del MPC il limite della produzione capitalistica è “il capitale stesso” a causa della contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive ed i rapporti sociali di produzione.
Dalla generalizzazione alla crisi
Se la fase post ’91 è facilmente individuabile come periodo in cui si conferma il moto processuale del MPC, con la mondializzazione della produzione capitalista la stessa chiave di lettura può essere applicata al decennio succeduto alla crisi finanziaria del 2007/2008.
CREDITS
Immagine in evidenza: Roma 24.06.23 Ogni piazza sarà rivoluzione …
Autore: Rete dei Comunisti 24 giugno 2023
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